Miglior modo per festeggiare i 20 anni di attività, i Narnia, non potevano trovarlo. Con questo album omonimo (settimo della loro discografia e uscito a 7 anni di distanza dal loro ultimo “Course Of A New Generation”) si ripresentano in forma smagliante. Innanzitutto abbiamo il gradito ritorno del “figliol prodigo” Christian Liljegren dietro il microfono (non che German Pascual demeritasse) che si affianca alla storico mastermind CJ Grimmark (chitarra). Completano la line-up Andreas Johansson alla batteria, Martin Härenstam alle tastiere e Andreas Passmark (Royal Hunt, W.E.T. Etc) al basso.
I Narnia hanno oramai da anni abbandonato il sound alla Rising Force di Malmsteen, optando per un metal melodico che ogni tanto sconfina in territori hard rock e talvolta in ambiti power. La loro caratteristica principale è sempre stata quella di scrivere ottime songs pur non inventando niente di particolarmente originale. Il loro trademark quindi viene riproposto in toto in questo “Narnia” dove la fanno da padrone canzoni ad ampio respiro melodico, in cui il gusto per il songwriting di classe di CJ può esprimersi in tutta la sua totalità.
Nascono quindi pezzi come l’iniziale “Reaching For The Top” con un refrain da urlo e la successiva “I Still Believe” con influenze celtiche alla Ten/Dare. Ma in generale tutto il cd è pervaso da ottimi ritornelli e guitar solos sempre efficaci ed ispirati. L’epica “On The Highest Mountain”, la semi-ballad “Thank You” (l’assolo è tra i più belli della band) o la tirata “Messengers” sono tutte piccole gemme di un album che anche dopo ripetuti ascolti non annoia mai. Per ultimo poi bisogna citare i testi, sempre di matrice religiosa (alla Stryper per capirci) che ben si amalgamano al sound della band e si fanno preferire alle solite tematiche fantasy proprie del genere.
“Narnia” è un ottimo album, con una produzione potente e sarà sicuramente apprezzato dai cultori del genere.
