“Painful Perfection“, una dolorosa perfezione, ammesso che di perfezione si possa poi realmente parlare: un nome che per nulla maschera l’ambizione di questa Alternative Rock band, giunta al primo omonimo full-length.
Un po’ di sana smania di arrivare in alto non guasta affatto, ma stavolta si è probabilmente esagerato un po’: nove le tracce a comporre quest’album, che lascia abbastanza a desiderare.
Un Alternative Rock che in maniera fin troppo naturale abbandona la centralità del riff chitarristico o dell’assolo chiaro, aperto, divertente, per sfociare incredibilmente in un Gothic lento e malinconico, dal sound che non è difficile ricollegare alle desolate melodie nordiche, e in particolare della penisola scandinava.
“Afraid Of My Eyes“, “The Waiting Chain” e “Every Wish Is A Prayer“, le tracce migliori della produzione, ma, comunque, non abbastanza degne di note.
Piccoli accenni di motivetto, piccoli accenni di sonorità dark, linee strumentali totalmente in secondo piano, nascoste da una vocalità che diventa fin troppo protagonista. Non Rock, non Gothic, neanche sperimentale: un album che diventa un mix di tanti piccoli dettagli, che fra loro finiscono con lo stonare notevolmente.
Doloroso, il verdetto di questo ascolto: magari il prossimo tentativo sarà migliore.