I Gorilla Pulp vengono da Viterbo e in questo loro “Hell In A Can” miscelano sapientemente blues, psycho, stoner rock e heavy metal. Gruppo di recentissima formazione, sembra però aver già trovato un equilibrio interno notevole e sono pronti a darci in pasto il loro nuovo album, registrato, mixato e masterizzato da Emiliano Natali ai ‘Fear No One Studio’ di Montefiascone (VT). Apre le danze “King Of The Jungle“, animalesca intro alla convincente “Mean Devil Blues“, dove l’omaggio a Lemmy e ai suoi Motorhead è costante; si tratta di un ottimo pezzo che ricorda i Molly Hatchet, accattivante e disturbante, con una bellissima e psichedelica sezione mediana.
Grande energia e riff decisamente heavy per “White Mammuth“, pezzo di cui gli Orange Goblin andrebbero fieri, sicuramente qui il gruppo dimostra un grande carattere e un’identità ben precisa. Ottima prova dei chitarristi, affiatati ed intensi, con ottime idee.
Questo piccolo assaggio si conclude con “Witchcraft“, che è il pezzo più divertente e convincente tra quelli proposti, pieno di energia, con ritmo sincopato proveniente direttamente dai lavori dei Black Sabbath degli anni ’70.
L’EP è il biglietto da visita della band e i Gorilla Pulp hanno azzeccato la presentazione, scatenando tanta curiosità e spingendoci a voler sentire di più, l’album ha un recensore, la sottoscritta, già in fila per il primo ascolto.