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REPLOSION – The Resting Place Of Illusion

Dopo anni passati a farsi un nome per quanto riguardo la produzione in Italia, la premiata coppia Dualized – Eddy Cavazza decide di fare il grande salto e si butta sul mercato con la Dysfunction, intesa questa volta ovviamente come etichetta. Il fatidico primo disco è l’esordio di una giovane band chiamata Replosion, dalle sonorità abbastanza diverse da quelle che mi sarei aspettato di trovare nel rooster dell’etichetta. Niente modern metal per il quintetto emiliano/lombardo, ma un mix molto intrigante di progressive e power metal, decisamente personale e incattivito al punto giusto da una produzione robusta e massiccia al punto da risultare decisamente appetibile anche per le terre straniere. I Replosion sanno assolutamente maneggiare con maestria i loro strumenti (tra questi inserisco anche la versatile e intensa voce di Fil Palmer), ma non mettono mai la tecnica individuale al di sopra di un solido ed attento songwriting che piazza sempre un paio di ritornelli killer e di facile assimilazione per ogni brano. Anche i momenti in cui la natura tipicamente prog dilaga, generalmente nei minuti finali delle canzoni, sono sempre funzionali e mai troppo prolissi, evitanto così quel clima da “onanismo mentale” che ammorba tanti gruppi. Basta ascoltare la strepitosa “Turn the page” per capire come viaggiano alla perfezione su binari paralleli le influenza prog e quelle power: introduzione strumentale con velati accenni orientali, struttura centrale abbastanza canonica con strofe e ritornello orecchiabile ed epico, stacco nuovamente strumentale alla PFM e chiusura con il ritornello. Il tutto condito con numerosi cambi di tempo che rendono molto dinamica una struttura che di per sè non sarebbe troppo originale, ma che viene gestita così bene da riuscire a soddisfare sia l’ascoltatore che predilige la tecnica che quello alla ricerca della melodia. Veramente strepitosi anche i suoni, in particolar modo batteria e chitarre, molto “pompate” e in grado di dare maggiore impatto alla resa complessiva. Particolari difetti non ne ho riscontrati, se non la struttura compositiva dei brani che tende un po’ a ripetersi come descritto in precedenza. Ma ci sono così tante chicche e influenze, soprattutto estranee al mondo prettamente metal, da trovare dentro The resting place of illusion che il resto passa in secondo piano. Un esempio su tutti: i secondi iniziali di “Ice queen” a me hanno ricordato parecchio i Police, soprattutto nel modo di suonare la batteria tipico di Stewart Copeland.

Un’ottimo esordio, intelligente e con il pregio di saper coniugare alla perfezione prog e power per risultare intrigante anche a chi non sopporta uno dei due generi. E ve lo dice uno che solitamente ha le convulsioni appena sente un falsetto!

  • 8/10

  • REPLOSION - The Resting Place Of Illusion

  • Tracklist
    1. Intro
    2. Resting place of illusion
    3. Your shame
    4. The unknown God
    5. Starless night
    6. Turn the page
    7. Push me down
    8. The fallen gates
    9. Ice queen

  • Lineup
    Gianmarco Galletto: chitarre
    Enrico Dolcetto: basso
    Mike Galletto: batteria
    Gabriele Marangoni: tastiere
    Fil Palmer: voce