SEAWAY – Colour Blind

Un album dal titolo emblematico, “Colour Blind”, riporta i Seaway sulla scena musicale dopo due anni dall’ultima release, non senza un pizzico di delusione: da uno stile che esige brillantezza, ciò che viene regalato all’ascoltatore è una produzione “in bianco e nero”, completamente color-blind.
Dodici tracce, ma ne sarebbero bastate la metà, o la metà della metà. Praticamente privo di sfumature colorate, questo nuovo full-lenght della band canadese, dallo specchio del Pop Punk, ne restituisce un riflesso piuttosto slavato.
Fatta eccezione per “Trick (So Sweet)” e “The Day She Left”, “Colour Blind” di Punk ha ben poco: uno speed-tempo governato dalle ritmiche alla batteria e rapide modulazioni tonali sparsi qui e la, ma completamente sovrastati da un banale Pop, che si riversa, come un fiume in piena, nei ritornelli di ogni singolo brano.
Non bastano una voce interessante, quella di Ryan Locke, le antinomie fra i mid-tempo delle introduzioni e lo speed caratteristico, nè la venatura catchy che si è provata a dare all’intera produzione, per sollevare le sorti di questo album.
“Colour Blind” è in fin dei conti un album leggero, per tutte le orecchie, che scorre, però, in maniera impercettibile da capo a fondo: nessun elemento consente ad un ascoltatore di soffermarsi ad apprezzare la bellezza della costruzione musicale, delle armonie, delle melodie accattivanti. 
Un album in bianco e nero. Si può fare di più, si deve fare di più. Ci vuole divertimento, ci vuole colore.