Quanto è difficile nella vita capire se la propria arte sia valida o mediocre? Il proprio metro di misura spesso sopravvaluta o sottovaluta ciò che faticosamente viene composto e assemblato, ponendo l’artista in un circolo vizioso tra ciò che è un giudizio super partes e ciò che invece è la ‘passione’ a valutare. Ci si nasconde dietro all’idea che il mondo è colmo di persone dai gusti più disparati, ma in realtà ognuno in cuore ha piena coscienza di sé.
Se gli Steel Violin si rendessero conto una volta per tutte del proprio potenziale, nessuno riuscirebbe a fermarne l’ascesa. A poco più di un anno dall’uscita del primo ep (“SteelViolin”) eccoli ritornare in pompa magna con una seconda opera. Per prima cosa, se il debut su corta distanza aveva fornito un ottimo antipasto, con questo nuova fatica si manifestano gli enormi progressi (e non solo in campo musicale). La produzione è seguita maggiormente in ogni dettaglio, i suoni sono ultrapuliti e il mastering porta in auge la maestosità delle strutture. Le performance sono di una band che esplora il metal da quasi due decadi, riuscendo a bilanciare sfuriate tecniche e momenti groovies con intelligenza.
Ma ciò che funge da fiore all’occhiello è la struttura: le songs sono ‘legate’, una è la conseguenza dell’altra, costruendo un legame degno dei migliori concept album. Dalla vocale “Black Wings”, che esterna la vena creativa del singer Moz, sino alla delicatezza del pianoforte della conclusiva “Two Flags” l’ascoltatore può perdersi in un mondo magico…le sferzate power di “Steel Violin” e “Fight And Defend” si amalgamano fraternamente con le strutture epiche di “Song Of Death” e quelle più particolareggiate di “Wrong Revenge”, trovando come highlight il lentone “Minstrel Battle”, brano dal carattere provante…”Battlecamp” funge da intermezzo con il suo speech, capace di catapultare l’ascoltatore tra i guerrieri antichi prima di una battaglia.
Ad essere pignoli, questo secondo capitolo avrebbe meritato un lavoro in consolle più ‘professionale’ (passatemi il termine), così come dei suoni di tastiera più nitidi e definiti. Ma gli Steel Violin, per ora, viaggiano su questi binari. L’importante è che continuino a maturare grande musica e che si rendano conto della caratura della propria proposta, perché è davvero sterminata. Straconsigliato.