Una cosa è certa: quando c’è di mezzo un polistrumentista e produttore come Dan Swanö, non c’è mai da annoiarsi. Ed ecco “The Northern Sanctuary”, un nuovo capitolo dell’affascinante progetto Witherscape, in compagnia di Ragnar Widerberg, che continua il discorso lasciato in sospeso con “The Inheritance“.
Visivamente, l’impatto è di grande effetto con l’artwork curato dal talentuoso e visionario Gyula Havancsák, già all’opera con Nightingale, Destruction, Tyr. Musicalmente, provate ad immaginare una traccia di Progressive Metal costantemente accomapgnata da elementi Death ed Extreme Metal. Adesso, aggiungete qualche tocco gothic, per poi stravolgerlo e dissacrarlo con elementi di Prog/Hard Rock anni ’70. Naturalmente, un simile calderone non si può immaginare, ma si deve ascoltare, e con attenzione.
Si parte con leggerezza, “Wake Of Infinity” è un soffio e ha quell’atmosfera delicata e raffinata che spesso Swanö si diverte a mascherare sotto tonnellate di pesantezza, lo rifarà in “The Examiner“, riuscendo ancora meglio. Ma l’album inizia a vibrare veramente con “In The Eyes Of Idols” e “Rapture Ballet“, due pezzi dalla carica incredibile, articolati, complessi, eppure splendidi per immediatezza.
C’è naturalmente posto per la sperimentazione di “Marionette“, straziante incontro tra una ballad e un pesante growling; la veloce “Divinity” ha un’anima rock and roll che tenta di emergere, divincolandosi da una pesante struttura generale. Si mescolano ancora le carte ed ecco l’elegante “God Of Ruin“, dove la prova vocale di Dan Swanö è davvero eccezionale.
“The Northern Sanctuary” è un lungo viaggio onirico di tredici minuti, si disperde e ritrova incessantemente e come i sogni, si conclude lasciando un senso di spaesamento, acuito dalle note dell’inquietante pianoforte di “Vila I Frid“.
Un album ricco, intricato, impegnativo: un viaggio faticoso, ma che vale assolutamente la pena intraprendere.