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PURIFICATION – A Torch To Pierce The Night

A volte ritornano. E chi viaggia sulla trentina non potrà che provare una lacrimuccia vedendo di nuovo il nome Purification in giro, ricordando con piacere i bei tempi andati quando gli alfieri dell’hardcore straight edge romano erano non solo il punto di riferimento della scena nazionale, ma dei fuoriclasse a livello mondiale con uscite su etichette americane e tour mondiali. Purtroppo a volte anche le cose migliori finiscono ed è cosa nota che molte validissime formazioni HC non durano più di un lustro, vittime di tour sfiancanti e di valori così cristallini e puri (essere straight edge e vegani al giorno d’oggi non deve essere per niente facile!) che rendono quasi impossibile vivere in un mondo che va in tutt’altra direzione.

Comunque, dopo quasi un decennio d’assenza, i romani tornano sulla scena con un disco nuovo ed una formazione rimaneggiata, quindi è il caso di approfondire se la loro violenza è rimasta intatta. La risposta è sì dal punto di vista musicale, anche se c’è qualche elemento di contorno che un po’ stona. I Purification ritornano sul mercato con il loro classico hardcore metallizzato a dovere, ispirato da band quali Warzone e Earth Crisis. Ho parlato di HC metallizzato e non di metalcore, perché ci tengo a far capire che qua di roba moderna non ce n’è, niente ritornelli melodici, niente parti 2 step nè breakdown fatti apposta per fare roteare i pugni volanti. A torch to pierce the night è un album fieramente old school, fatto di canzoni intransigenti, dure, cattive, con pochissima concessione alla melodia e la voce sempre tirata e rabbiosa, anche se a tratti un po’ piatta e poco personale. Le chitarre sono dichiaratamente ispirate allo stile degli Slayer, infarcendo quindi di una cattiveria notevole brani già di per sè abbastanza dinamici per il genere, con la batteria che a volte parte a rotta di collo avvicinandosi quasi al grind. Buone quindi le intenzioni dei Purification, che anche con una line up rinnovata e anni di inattività dimostrano di sapere ancora scrivere brani devastanti. Peccato solo che qua di brani nuovi ce ne siano pochissimi. Tra intro, outro, spoken word, bonus track in spagnolo e vecchi inni riproposti (tra cui la strepitosa “Legion”) i brani nuovi sono effettivamente solo cinque, rendendo di fatto questo disco un EP pompato e una leggera presa per il culo. Senza contare che la resa complessiva dei suoni è a tratti imbarazzante. La voce è spesso coperta dagli altri strumenti, i suoni della batteria sembrano uscire da un album brutal death e le tastiere, che dovrebbero essere un interessante elemento di sottofondo inteso a conferire pathos ed atmosfera, quando si presentano coprono tutto il resto. Ottime invece le chitarre, robuste, spesse e dense, vero elemento portante di questo album insieme alla batteria, che però non ci è dato sapere da chi è suonata, quindi potrebbe tranquillamente essere finta. Interessante dal punto di vista concettuale il discorso finale affidato a John Joseph, storico fontman dei Cro-Mags, che dall’alto della sua decennale carriera ci fa il punto della situazione sui mali del mondo in un inglese assolutamente chiaro e comprensibile, anche se questa chicca sarà apprezzata pienamente da chi vive certi valori al di fuori della musica. Un comeback incoraggiante per i Purification, anche se sinceramente avrei preferito aspettare un altro anno e trovarmi alle prese con un vero album ed una line up completa. Comunque bentornati!

  • 6/10

  • PURIFICATION - A Torch To Pierce The Night

  • Tracklist
    1. Intro
    2. Legion
    3. A torch to pierce the night
    4. Anatomy of a failed revolution
    5. Lex talionis
    6. Traders of one thousand diseases
    7. Isolation
    8. Refusal
    9. Outro
    10. Wake up
    11. Una antorcha para perforar la noche (bonus track)

  • Lineup
    Andrea Campanelli - chitarra
    Emiliano Frusinate - chitarra, basso
    Matteo Ferrari - voce