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DE PROFUNDIS – The Emptiness Within

Non fatevi trarre in inganno dal nome, i De Profundis non fanno nè doom nè gothic ma anzi sono fieri alfieri di un progressive death che vanta influenze non solo nelle branchie infinite del metallo ma pesca anche in ambiti più ricercati come il jazz ed il progressive rock.
Dopo un’introduzione strumentale ecco partire la prima sfuriata: fatta di cambi ti tempo continui, riffs elaborati ed alternanze varie anche per quanto riguarda i registri vocali.
Tracce come “ Silent Gods” invece pescano nel calderone della nera fiamma, costruito su un blast beat che potremmo sentire benissimo in un brano dei Marduk ed una voce in screaming alternato growl, il brano trascorre rapidissimo in tutta la sua durata, per poi lasciare spazio alla successiva e meditata “This Wrecked Plague”, la quale da un inizio dichiaratamente progressive si abbandona in un crescendo in puro stile Cynic dei tempi d’oro di Focus, originale qui la strofa accentata alternata al mid tempo.
Poche vie d’uscita per fare un genere così variegato bisogna essere capaci, altrimenti è oltremodo facile risultare banali e noiosi, ma lungi dai De Profundis questo intento, in quanto il lavoro vanta si una gran tecnica ma non certo di quella fine a se stessa che induce l’ascoltatore a chiedersi il perchè dell’ascolto.
Complice anche una produzione a dir poco egregia, più che necessaria per lavori del genere, ed una varietà compositiva non di pochi, i De profundis riescono a passare da sfuriate black metal ad intermezzi prog acustici e ripartire con un drumming brutale senza che quasi ce se ne accorga.
Fan del technical Death metal, patiti di Cynic, Necrophagist ed Obscura fatevi sotto, The Emptiness Within è pane per i vostri denti.

  • 8/10

  • DE PROFUNDIS - The Emptiness Within

  • Tracklist

    1. From The Depts
    2. Delirium
    3. Silent Gods
    4. This Wretched Plague
    5. Twisted Landscapes
    6. Release
    7. Dead Inside
    8. Parallel Existence
    9. Unbroken ( A Morbid Embrace)


  • Lineup

    Nick Tigle: batteria
    Roman Subbotin: chitarra
    Craig Land: voce
    Arran Mc Sporran: basso
    Shoi Sen: chitarra