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Tail eating dogs

Sono pochi, purtroppo, i gruppi italiani che possono vantare collaborazioni o apparizioni di nomi di spicco della scena hard’ n heavy internazionale nei propri lavori. Se poi questo avviene in un ep di una band emergente, non può che far assumere alla cosa il sapore dell’evento e costituire un’ottima referenza per coloro che si avvicinano ad un gruppo. Così, non si può che rimanere stupiti nello scorgere fra le note che accompagnano il dischetto di Tail eating dogs, il nome del grandissimo Zak Stevens, ex singer dei grandiosi Savatage ed ora in forza nei “suoi” Circle II Circle.
La sua voce, infatti, impreziosisce i versi finali della title-track!
La provenienza oltre oceanica del buon Zak delinea anche le coordinate di questo quintetto di metallers. Gli Evilfire propongono, infatti, un buon heavy metal roccioso di chiara estrazione americana, fatto di riff pesanti, spesso veloci, quasi trash, cori accattivanti e declamatori (come nell’accattivante Painted grey) e una sezione ritmica tanto precisa quanto possente.
Le radici della band risalgono a più di un decennio fa, nel 1996, ed affinando nel corso degli anni, fra alcuni cambi di formazione e qualche importante soddisfazione (nel 2005 sono l’unica metal band a raggiungere le fasi finali di “Emergenza Rock”), le caratteristiche stilistiche e le capacità tecniche dei membri, sono giunti a maturazione musicale con questo ep.
Nei cinque brani che costituiscono Tail tating dogs, gli Evilfire declamano al mondo il loro viscerale amore per il puro power heavy metal, partendo con un brano di apertura, Die/No skin, che mette subito le cose in chiaro. Trattasi di una mazzata cesellata da un ottimo assolo che lascia il posto senza soluzione di discontinuità ad un altrettanto ottimo pezzo, Painted grey. Ma, è con la successiva Men che il gruppo mette in evidenza le proprie capacità tecniche: i ritmi rallentano (ma non troppo!) e la band si rende protagonista di un indovinato break strumentale dapprima pesantissimo e poi dai connotati quasi jazz. Dello special guest nella cattivissima title-track abbiamo già parlato, mentre, menzione particolare va fatta per la soluzione che vede alternare al cantato di Mazzara, il cattivissimo coro. La prima parte di Wheels of Time chiude degnamente l’ep, un mid-tempo ben strutturato inframezzato da una parte strumentale variopinta, dai molti cambi di tempo.
Ottima prova questa degli Evilfire che necessita unicamente di una produzione migliore che valorizzi al massimo le potenzialità dei suoi membri e le più che buone capacità di song writing.

  • 7,5/10

  • Tail eating dogs -

  • Tracklist

    01. Ash
    02. Venus
    03. Decades (instrumental)
    04. Esther Chose The Water
    05. Mechanical Travel


  • Lineup