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Eddie Hermida – Suicide Silence

Noi di Heavyworlds.com abbiamo avuto il piacere di scambiare due parole con Eddie Hermida, voce dei Suicide Silence. Di seguito il resoconto della nostra chiacchierata. Enjoy!


-Ciao Eddie! Grazie per il tuo tempo e benvenuto su Heavyworlds.com. Prima di tutto, come stai?

Mai stato meglio, grazie! Mi sento libero.


-Parlando del nuovo album ‘Suicide Silence’…vuoi spiegare ai tuoi fans italiani com’è?

E’ come un treno in corsa deragliato che va a schiantarsi contro un’intera città, mentre quest’ultima viene sommersa dalle fiamme e tu, ascoltatore, stai guidando nel traffico e non puoi fare altro che guardare l’intera città bruciare.


-’Suicide Silence’ mostra una nuova versione della musica dei Suicide Silence…Quando avete deciso di abbracciare questo nuovo sound?

Siamo nati per fare questo tipo di musica. Così come siamo nati per fare la musica che abbiamo fatto in passato. E’ un’evoluzione, non qualcosa che abbiamo stabilito. Sapevamo che sarebbe accaduto, ancor prima che io entrassi nella band. Ciò di cui avevamo bisogno era di spingerci oltre.


-Il songwriting del nuovo album è pieno di contaminazioni, che vanno dal Nu Metal all’Alternative…Come hai proceduto per creare le canzoni?

Beh prima di tutto ci siamo liberati di ogni dubbio, prendendoci per mano e saltando la scogliera insieme. Il salto e la caduta sono stati solo il primo passo. Abbiamo lasciato che ogni cosa accadesse così come doveva accadere ed abbiamo lavorato duro per sostenerci, in modo che ognuno si sentisse libero di provare qualcosa di nuovo. Abbiamo trascorso mesi a scrivere e suonare per trovare ciò che funzionasse per noi. Se la nostra musica ricorda qualcosa, va bene, ma noi volevamo soltanto restare fedeli allo stile dei Suicide Silence. Ovviamente le influenze vengono a galla quando lasci semplicemente che la musica fluisca.


-Avete scelto Ross Robinson come produttore, uno dei guru del ‘nu-sound’. La scelta è stata una conseguenza del nuovo materiale scritto o stavate cercando qualcuno che vi aiutasse a seguire un nuovo ‘percorso’?

In realtà è stato Ross a venire da noi. E’ così che succede con Ross Robinson. Non sei tu a scegliere lui, ma è lui a scegliere te. Cerca band che abbiano fuoco ed equilibrio, vuole lavorare con dei musicisti ‘Lifer’. Persone che non sono lì solo per la fama ed il denaro, ma che vogliono creare musica dall’anima. E noi sapevamo di non dover cercare altrove, perché siamo tutti suoi fans. Ricordo che quando avevo 12/13 anni leggevo il nome di Ross ovunque sui miei dischi preferiti e pensavo ‘Questo è quello che voglio fare’. Ho bisogno di lavorare con Ross. E tutti nel nostro campo hanno storie simili a riguardo. Per noi è stato un sogno diventato realtà. Sapevamo ci avrebbe spinti a scrivere qualcosa che poi ci avrebbe portato agli estremi di noi stessi.


-Canzoni come ‘The Zero’ o ‘Listen’ hanno degli arrangiamenti che non sono comuni nel Deathcore. Com’è stato lavorare in studio, al fine di trovare il miglior modo per esprimersi?

E’ divertente sentire questo dalle persone ora, perché quando ho cominciato a fare Deathcore, la lamentela comune, proveniente dalla gente intorno a me, era che il Deathcore non avesse arrangiamenti. Non aveva cori, non aveva verso, c’erano solo riff su riff, poi parti Heavy e poi ancora riff. Quello che mi fa ridere è che abbiamo creato qualcosa che è molto più Deathcore di qualunque band Deathcore lì fuori, che sta solo copiando e riciclando ciò che noi abbiamo creato oltre 10 anni fa. Ora lo chiamano Deathcore, ma sono soltanto persone confuse. Stiamo spingendo i limiti. Stiamo facendo crescere il nostro genere. Stiamo mostrando alle persone che artisti Deathmetal e Deathcore hanno molto più da offrire rispetto a ciò che la gente pensa sia la formula del Deathcore. Quella formula è una sterile ed economica interpretazione di musica, creata soltanto per vendere ad un’audience specifica. Niente di tutto ciò esisteva quando abbiamo cominciato. Siamo quelli che camminano attraverso nuovi territori, quelli che mostrano alle persone come combinare sound vecchi e nuovi, per creare qualcosa di innovativo. Siamo quelli che fanno incazzare la gente e siamo quelli che non hanno paura di rompere gli schemi per poter essere noi stessi.


-Sul nuovo album usi diversi tipi di canto, dal pulito, allo scream, al growl. Come hai fatto a scegliere lo stile vocale adatto al tipo di musica?

Non ho scelto nulla specificatamente. Non scelgo mai. Fare scelte in ambito musicale è pretenzioso. La musica dovrebbe fluire attraverso l’artista. Ciò che la musica detta è ciò che dovrebbe accadere. E’ un linguaggio e noi serviamo da traduttori per l’orecchio umano. Per spiegarlo meglio: ero seduto in studio mentre i ragazzi suonavano, ad occhi chiusi una melodia cominciava a suonare nella mia testa ed io cercavo di fare del mio meglio per restare focalizzato su di essa. Scrivevo le parole che mi venivano in testa senza pensarci e quelle stesse parole erano il mio inconscio che parlava attraverso la musica. Se ciò che ne veniva fuori era buono, lo tenevo, altrimenti semplicemente lo lasciavo andar via. E’ stato così semplice. Sei fatto sia per creare che per non creare. Non esiste una formula e non c’è un modo semplice per spiegarlo. La musica non è fatta dagli umani, ma è un linguaggio dell’ignoto, che i musicisti traducono per permettere alle persone di ascoltarla. Voglio dire…non c’è bisogno che tu vada a scuola per capire la musica. Chiedi ad un musicista professionista perché i musicisti non professionisti diventano famosi. Non avranno una risposta legittima da darti. Se ti prendi del tempo e cominci a vedere la musica in questo modo, ti cambierà la vita.


-Forse è solo una mia impressione, ma sembra che il nuovo album sia stato creato per portare un grande cambiamento nella carriera della band…elementi come il titolo o la copertina danno l’idea di un senso di cambiamento. Qual è il messaggio che la band vuole trasmettere ai fans?

Quest’album è stato creato per essere il disco che abbiamo sempre voluto scrivere. Era arrivato il tempo per noi di smetterla di preoccuparci di cose come la carriera, beni materiali che vengono dalla vendita dei dischi, il nostro orgoglio..Era giunto il momento di cominciare a fare musica che ci avrebbe fatto ritornare ad essere i ragazzini che eravamo quando siamo entrati nel mondo musicale. Ci siamo detti ‘E se scrivessimo un album come se dovessimo morire domani?’ Qualcosa che possa sfidare le nostre esistenze?’ e la risposta è stata questo nuovo disco. Abbiamo deciso di commettere un Suicidio attraverso il Silenzio (ndr gioco di parole tra Suicide e Silence). Uccidere l’Ego. Uccidere il sé imparando a scavare nella mente in cerca della vera ragione per la quale abbiamo deciso di fare musica. E’ per questo che l’album è auto titolato. E’ per questo che niente può fermarci.


-Parlando del tour…cosa state pianificando per promuovere il nuovo album?

Alcuni festival qui e là. Ma questo è un nuovo inizio per noi, quindi non abbiamo un vero e proprio piano, credo che le cose saranno un po’ differenti con questa nuova release. Quando l’album sarà entrato nei cuori delle persone, sarà come ai vecchi tempi, in cui la band non doveva necessariamente avere un formula per esibirsi. Un modo davvero disgustoso di vivere. Siamo diventati dei musicisti proprio per evitare di sederci ad una scrivania a discutere sul futuro di qualcosa che è così reale e spirituale. Non c’è nulla di materiale riguardo al nostro sound. Non siamo alla ricerca di click o followers, né cerchiamo vendite o false rappresentazioni. Vogliamo passione. Vogliamo esibirci in show che contano davvero. Vogliamo dare la vita o la morte sul palco. E’ così semplice.


-Ultima domanda..i Suicide Silence sono considerati una delle band più creative nella scena Deathcore. Non credi che creare un album così differente potrebbe essere difficile da accettare per i fans?

Sapevamo fin dal primo giorno che avremmo bruciato tutti i ponti. Sapevamo che i fans non l’avrebbero ascoltato e si sarebbero allontanati. E’ davvero divertente pensare che tutti quei ‘fans’ siano così prevedibili. Cercano di fare il loro meglio per portarci giù nel loro mondo di tristezza e degrado invece di lasciare che sia la musica il loro decadimento. Invece di ascoltare l’oscurità ed il dolore che gli diamo mentre gli mostriamo come raggiungere la luce. E’ stato un esperimento meraviglioso vedere come reagiscono le persone quando sfidi le loro identità. Quando dici loro che il cielo non è blu, ma rosso brillante e piove acido sulla loro pelle e si stanno sciogliendo nelle prigioni create da loro.Quando guardano giù e vedono la realtà, soffrono. Il cervello cerca diversi modi per affrontarlo e ciò che ne consegue è la più pura forma di dolore e paura, cioè l’odio. L’odio è amore puro che è stato mutato in passione e rabbia animalesca. Come gestisci qualcosa che non comprendi? La cambi con forza. Giri la testa intorno e trovi altri che si sentono esattamente come te, per ritrovare la tua sicurezza. Noi salutiamo quell’odio con l’amore. Siamo qui per dire a tutti che la loro prigione acida esiste soltanto nella loro mente. Puoi sopravvivere a tutto questo se apri i tuoi occhi e la tua mente. Noi siamo come voi. Siamo uguali. Siamo insieme in questo mondo. Sta a noi vederlo nel modo in cui vogliamo. Spetta a noi cambiare la nostra realtà e scoprire che la felicità e l’amore sono l’unica vera realtà.