Il Symphonic Metal è un genere trito e ritrito, in giro ce ne è troppo e la maggior parte delle volte è sempre quel banale “già ascoltato”, che ti fa cambiare canzone, o addirittura album, dopo pochi istanti.
Non c’è da nascondere, però, che voler dare credito, anche in maniera piuttosto scettica, alla band di Mannheim, non si rivela una completa follia: ad un primo impatto, la maestosità classica degli Epica sembra fondersi perfettamente con la leggerezza catchy dei Within Temptation, in un esperimento ambizioso ma ben riuscito, di cui “Beautiful Lies“, incorniciata in un’atmosfera celtica, sembra essere il riassunto.
Nella sua costruzione vocale assolutamente accattivante, “Written In Blood” si delinea come la perfetta erede di “The Unforgiving” (Within Temptation, ndr), così come la mid-tempo malinconica dal risvolto positivo “Against The World“.
Ennesima sorpresa, sentir emergere poco a poco l’influenza del freddo nord: già da “Halo Of The Dark“, e più chiaramente in “Nevermore“, si comincia a scorgere l’impronta inconfondibile dei Nightwish, con una ritmica più accelerata e spiccata, orchestrazioni preminenti, che man mano si appropriano del ruolo protagonista, fino a quel momento proprio dei motivetti.
Questa idilliaca rappresentazione viene a frantumarsi in mille pezzi quando accontentarsi del talento non basta e si comincia a strafare: “Lost In Forever” dura un’eternità. Diciassette tracce impediscono di vedere la luce in fondo al tunnel, l’orecchio implora quasi di premere pausa. L’audience ha bisogno di tenere viva la curiosità, solo così la musica può evitare di spegnersi.
Questa, purtroppo, l’unica piccola grande pecca di una produzione che sa di fresco: la titletrack “Lost In Forever” riassume nei dettagli l’essenza dei Beyond The Black.
Al di là del nero di tanta banalità, melodie glaciali, ritimche serrate ma piacevoli, una vocalità leggera ma non operistica, la Germania regala una stellina luminosa al mondo del Symphonic Metal.