E’ davvero gradevole ricevere dischi come questo da recensire…sarò un po’ di parte, lo ammetto, ma adoro i dischi che frizzano del bel power metal, con anthem diretti anche se costruiti su melodie semplici e soluzioni piuttosto intuibili…
Del resto, i Bloodbound sono tutt’altro che dei profani…giunti ormai alla quarta uscita in sette anni di attività, la band svedese capitanata dai fratelli Olsson ci trasporta in quello che segna il drastico ritorno a delle sonorità più melodiche; il predecessore “Tabula Rasa” soffriva di un’eccessiva verve modernizzante nel sound e nel songwriting (complice pure il ritorno momentaneo di Urban Breed alla voce), che se ai primi ascolti appariva fresca e coinvolgente, alla lunga risultava prolisso e destabilizzante. Fasi di crescita, io credo…
Fatto sta che il nuovo “Unholy Cross” è un disco che è potente e melodico allo stesso tempo…con l’arrivo di Patrik Johansson dietro al microfono (un piccolo Kiske), il sound dei Bloodbound si sposta verso un power metal melodico, dove non mancano potenti refrain, incandescenti linee vocali e songs maggiomente speedy. I suoni sono belli tondi e carichi, il mixing e il mastering portano in auge il tiro del sestetto mentre la produzione (affidata a Jonas Kjellgren) è mirata a rendere gradevole l’intero ascolto.
Canzoni più hard rockeggianti come la stupenda opener “Moria”, “Drop The Bomb” o “Together We Fight” si alternano a songs più speedy come “The Ones We Left Behind”, “Message From Hell” e “In The Dead Of The Night”…da applausi anche il lentone “Brothers Of War” mentre l’unica traccia sotto tono, paradossalmente , è la titletrack conclusiva.
Non aspettatevi niente di innovativo o di mai sentito…”Unholy Cross” è un bel discone che agli amanti del genere piacerà…qualche ‘citazione’ eccessiva, forse, potevano risparmiarsela, ma sono solo piccoli dettagli.