O mio Dio…scusate…O mio Odino, da quanto tempo non ascoltavo qualcosa di questo tipo. A fine del secondo ascolto mi sono anche reso conto che di certe sonorità cavalcanti e rievocanti paesaggi nordici sentivo la mancanza…
E devo dire grazie ai nostrani Bloodshed Walhalla, one man band dedita alla prosecuzione di quanto creato dal miglior Quorthon, se questa vena epic metal retrò torna a farsi viva nell’affollato universo metal…tutto è incentrato nella figura del polistrumentista Drakhen che assembla sei brani per la totale durata di cinquantadue minuti, basati su un songwriting freddo e crudo capace di far rievocare le fredde vallate del nord Europa.
Se il songwriting è incisivo, i campi dove “Legends Of A Viking” perde forza sono il mixing e i suoni…il primo gioca a discapito delle linee vocali che rimangono costantemente sotto l’abbattimento sonoro creato dagli strumenti, mentre i secondi in certe parti appaiono leggermente troppo moderni (vedesi suoni della cassa) per il genere in questione. Le performance sono brillanti e corpose, degne dei maestri del genere.
La cadenza è la chiave per capire i sei brani…songs come “Son Of The War” e “Warriors Of The Northern” che guidano l’ascoltatore nelle epiche cavalcate metal, si alternano a episodi più diretti e veloci come “Where’s My God” e “Born In Fire”, dove una verve più heavy fa capolino a devastare l’ascoltatore. Applauso per “Legends Will Sing Through The Wind”, perla di un epic metal d’altri tempi, e soprattutto per la conclusiva “Eternal Wind” che ripone un messaggio di forza e melodia continua nei suoi dodici minuti.
Un album che va assaporato a occhi chiusi, una chicca talmente catalizzante che potrebbe scuotere da sola il panorama metal, rimescolando le carte…Drakhen ha fatto un lavoro di incredibile fattura, anche se di non facile assimilazione; unendo una produzione migliore i Bloodshed Walhalla possono puntare molto in alto.