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BULLSEYE – Whatta Fuck We’Ve Done

Ogni periodo ha i suoi trend musicali. La musica estrema negli ultimi anni è stata intasata di gruppi metalcore, deathcore, moshcore, ciuffocore, ma sembra che il genere si stia un po’ sgonfiando e sarei proprio curioso di sapere quale potrà essere il prossimo sound di riferimento. Temo proprio che non sarà il southern metal, ma c’è da dire che intorno a questo genere si sta scatenando parecchia attenzione. I nuovi album dei Down sono molto attesi, persino i Crowbar sono sulla bocca di tutti… E capita a fagiolo questo album dei Bullseye, band che si può fregiare a piene mani dell’aggettivo southern in quanto la loro carta d’identità li colloca a Palermo, nella meravigliosa Sicilia. L’aria unica che si respira da quelle parti deve aver fatto molto bene ai quattro musicisti, capaci di confezionare una album pieno di groove e melodie rabbiose. Musicalmente i riferimenti sono ovviamente ai vari Down, Black Label Society e azzarderei ZZ Top, ma tenendo le orecchie e la mente ben aperte si colgono influenze dei gruppi più sludge e stoner-oriented della Seattle che fu, ossia Alice in Chains e Soundgarden. L’album si compone di nove canzoni, veramente ben registrate e molto coinvolgenti. Per gran parte dell’album si viaggia su mid-tempo corposi, in cui emerge il gran talento dei musicisti ma soprattutto la voce di Jimmy, un’ugola baciata dal talento e versatile come poche. Purtroppo c’è anche una grossa pecca a mio avviso nell’album e si tratta di Sooner or Later, una canzone in stile pop-rock che smorza molto i toni del disco e abbassa un po’ il voto finale. Ci sarà a chi piace, e magari c’è chi ai concerti non vede l’ora di alzare al cielo gli accendini, ma io non l’ho trovata opportuna nell’economia dell’album. Per fortuna i Bullseye si rianimano subito e in chiusura del disco piazzano due bombe. La prima è Bulletproof, pezzo da headbanging puro dove pestano di brutto e la linea ritmica sfodera una prestazione da paura. La seconda, nonchè brano che chiude l’intero lavoro, è la magistrale cover di Suicide messiah, già un classico di Zakk Wylde, qua resa ancora più sporca e sanguigna. Una menzione d’onore la vorrei fare per il moniker scelto dal quartetto, uno dei nemici più carismatici e profondi di Devil, protagonista di un ciclo di storie di Frank Miller fenomenali. Ok, chiusa parentesi! In conclusione, un album registrato bene, suonato benissimo che evoca da subito sabbia, sudore e Harley. Se siete fan del genere, lo amerete, se non lo siete provate comunque a dargli un ascolto. Speriamo di poter valutare i Bullseye anche in sede live, il palco dovrebbe essere il loro ambiente naturale! Promossi a pieni voti.

  • 8/10

  • BULLSEYE - Whatta Fuck We’Ve Done

  • Tracklist

    01 - Intro
    02 - Whatta fuck we've done
    03 - Don't leave behind
    04 - I'm dealing with my madness
    05 - Ride it!
    06 - Sooner or later
    07 - Wrong way
    08 - Bulletproof
    09 - Suicide messiah


  • Lineup

    Jimmy Burgio - voce
    Carmelo Mandalà - chitarra
    Sandro Guadagna - basso
    Alessandro Pillitteri - batteria