Diciamoci la verità, da loro c’era da aspettarselo. Dopo tutti questi anni di bonus track nei vari songoli, special editions ed EP i Children of Bodom han deciso di riunire tutte le loro cover fino ad ora prodotte ed inserirle in una bella raccolta assieme a qualche new entry per l’occasione. Il risultato è questo Skeleton in the Closet, disco in uscita a meno di un anno di distanza da Bloodrunk. I nostri finnici negli ultimi anni han dato sfogo alla personalizzazione in chiave propria di successi di vario genere, spaziando dall’heavy più classico degli Iron Maiden, fino al pop più commerciale come Britney Spears.
È così che si susseguono le 17 tracce del disco, tra pezzi meramente trasposti per strappare più di un sorriso all’ascoltatore (come ad esempio She is Beautiful, Bed of Nails, Looking at my Back Door e l’ormai storica Ooops I did it again), ed altri che rimangono in un perimetro più classico come Aces High, Rebell Yell e Don’t Stop at the Top. Il repertorio attinge a piene mani classici pezzi hard & heavy anni ’80 citando ad esempio Billy Idol, gli WASP ed i Ramones.
Tutto sommato il disco è piacevole, non ha nessun punto debole ma sempre di cover si tratta, raggiunge comunque lo scopo di permettere a chi tra edizioni speciali, single e bonus track giapponesi si è lasciato scappare qualche chicca (fortunatamente la versione rilasciata sul mercato europeo sembra sia quella più completa).
Ultimamente sembra che i Children of Bodom abbiano trovato pane per i loro denti nel coverizzare praticamente tutto (un esempio la recente My Umbrella proposta sui palchi di Wacken 2008). L’importante è che di questo passo non si vada a perdere per la strada l’identità e la creatività di un gruppo che ha dato un gran contributo alla scena death finlandese. Dopo l’amaro che ha lasciato un po’ il loro ultimo lavoro, Bloodrunk, si può utilizzare questo Skeletons in the Closet per ingannare l’attesa del prossimo disco.