Gli appassionati di musica, quelli veri, possiedono una ‘fame’ che non dorme mai…sono sempre alla ricerca di qualcosa di emozionante, di divertente e che ne metta alla prova sia la cultura che il gusto in modo da poter mantenere la propria mente aperta.
Sicuramente gli Hark appartengono a quella schiera di band che può soddisfare anche gli appetiti più esigenti…giunti ormai al secondo platter e balzati all’attenzione grazie ai numerosi supporting act che li han visti protagonisti, il combo di Jimbob Isaac plasma la base del proprio sound su uno stoner metal dai ruvidi riffs e dalle sezioni ritmiche serrate, riuscendo ad unirvi piccoli arrangiamenti provenienti dai mondi più sparuti…la sapienza di cui dispone il quartetto è sconfinata e “Machinations” sembra davvero essere il titolo esatto per questa nuova opera.
La produzione è corposa e muscolosa, incazzata al punto giusto per poter sorreggere la proposta della band; i suoni sono ispidi e rocciosi, abbinati completamente a performance minimali ma dal groove invidiabile, dove la forzuta voce del succitato Jimbob riesce ad evocare una serie infinita di emozioni. Il mixing non perde di vista nessuna sfumatura mentre il mastering pompa nelle orecchie un sound costante e ricco.
Ammetto che la opener “Fortune Favours The Insane” è il pedice di questa nuova creatura, essendo piuttosto prolissa, ma dalla doomy “Disintegrate” in poi il fiore sboccia prepotentemente…”Nine Fates” “Premonitions” e “Son Of Pythagoras” sono canzoni da scapoccio sotto palco, grazie ad una carica esecutiva d’altri tempi, ma è nelle più progressive “Speak In Tongues” “Transmutation” e “The Purge” che esce il meglio degli Hark, essendo gratificate da un guitar work davvero insuperabile.
Per riallacciarci all’incipit posso solo consigliarvi “Machinations” e dirvi che non ne rimarrete delusi; per gli amanti dello stoner moderno, per chi ha voglia di scoprire un nuovo mondo musicale o per chi convive con un’irrefrenabile curiosità gli Hark sono un piatto ricco in cui ficcarvisi senza il minimo timore.