Teniamo d’occhio i liguri Septem dal loro debutto omonimo nel 2013, un ottimo album pieno di spunti e di idee originali, che ci aveva convinti pienamente. Ed ecco che finalmente tornano con “Living Storm“, un lavoro senza sbavature nella composizione e nella produzione, che innalza decisamente l’asticella della qualità della proposta musicale di questa band. La regia di Tommy Talamanca ai Nadir Studios di Genova, si sente ed è impeccabile, ma la grande personalità che i Septem mostrano in questa nuova fatica è tutta farina del loro sacco.
Otto pezzi nati e cresciuti nella vecchia scuola NWOBHM ma imbevuti di generi e sonorità davvero eterogenei, per un risultato che suona squisitamente moderno. L’opener e singolo “Lord Of The Wasteland” vuole immediatamente colpire e trascinare nell’headbanging con la sua forza centripeta. Ma è solo un piccolo assaggio del potenziale dei Septem, che confezionano degli episodi davvero efficaci, come “Living Storm” e “Midnight Sky“.
Il killer-riff di “Milestones” è davvero un clamoroso centro, per un pezzo che si rivela essere uno degli highlights dell’intero album. L’energia dell’originale “Cielo Drive” stupisce così come la dolcezza infinita di “Waiting For Dawn“, percorsa da piccoli brividi metallici in un’atmosfera unica.
“Montezuma II” è un pezzo elegante, maideniano, mentre “The Crystal Prison” chiude il cerchio con un chorus che non vi abbandonerà tanto facilmente.
“Living Storm” è un album pieno ed incisivo e la band si è presentata all’appello del secondo lavoro in crescita e miglioramento netto. Non si può che consigliare un ascolto che troverà estimatori non solo tra gli amanti dell’heavy classico, ma anche tra chi ama le sonorità più ricercate del progressive metal e del power scandinavo.