Uno degli aspetti migliori dei musicisti è la curiosità…grazie a qualche intervista concessami in passato ho scoperto questo comune ingrediente, dolcemente ‘infantile’, che permette alla mente di rimanere aperta ad ogni esperienza e di non costruire preconcetti forvianti nei confronti di altri artisti. Utilizzano molto la parola ‘amicizia’ ma sotto sotto deve risiedere un’interminabile scorta di ‘curiosaggine’ (cit.).
Ted Poley sembra aver trovato la piscina di Cocoon, in termini artistici…nemmeno un annetto fa arrivava il suo nuovo disco solista ed è già tempo di riavere nelle orecchie la sua inconfondibile voce, questa volta accompagnato da una band inedita. Coaudiuvato dal grande Steve Brown (Trixter) e dalla premiata sezione ritmica Smith/Burgi, il buon Ted cerca di riabbracciare quelle vibes hard rock anni 80, dove le strutture semplici e poco elaborate avevano un’enfasi speciale.
La produzione è perfettamente costruita tra resa moderna e verve vintage; i suoni sono potenti ed effettati, carichi di quel tiro retrò tanto compianto, mentre le performance mettono in mostra la golosità ritmica del quartetto e, ovviamente, l’avvicendamento melodico tra chitarre e voce che il duo Poley/Brown è tanto abile a costruire. Il mixing concede di avere a disposizione un sound massiccio senza sbavatura mentre al mastering spetta dare quella vena ‘evolutiva’ per stare al passo coi tempi.
“Tokyo Motor Fist” rispetta tutti i canoni del buon caro vecchio hard rock…sciabolate micidiali le troverete nell’opener “Pickin’ Up The Pieces” e nell’energica “You’re My Revolution” mentre “Shameless” “Black And Blue” e la conclusiva “Fallin’ Apart” vi faranno cantare a squarciagola. Volete le ballad? “Love” e “Don’t Let Me Go” sapranno farvi sognare, mentre per chi cerca costantemente un sound al passo coi tempi ci saranno “Put Me To Shame” “Done To Me” e “Get You Off My Mind” a farvi compagnia. Ho tralasciato la sola “Love Me Insane” semplicemente perché in essa troverete il karma compositivo/esecutivo dei quattro rockers americani.
Che sia solo un progetto costruito a tavolino o che sia l’inizio di un nuovo connubio poco importa, “Tokyo Motor Fist” ha tutte le carte in regola per spaccare: accessibile, pacchiano, romantico, nostalgico e studiato…ovvero, in sintesi, da avere.