Loading

WARREL DANE – Praises To The War Machine

Warrel Dane è certamente uno dei personaggi metal più carismatici dell’ultima decade, grazie al genio dei Nevermore e alle sue particolari vocals, che ne hanno ben presto fatto uno dei singer più apprezzati della scena e hanno scomodato paragoni arditi, ma giustificatissimi, coi migliori interpreti dello strumento vocale del passato e del presente.
Nel caso di Warrel, infatti, tanto ampie sono le modulazioni di cui è in possesso, i colori che dipinge con le sue vocals, che possiamo dirci di fronte ad un vero e proprio strumento, versatile e adattabile all’espressione di una vastissima gamma di sensazioni e sentimenti. Dopo averlo sentito per sei dischi, e un ep, impegnato su sonorità violente e intricate, talvolta addirittura psicotiche, in cui la melodia ha sempre e comunque giocato un ruolo da protagonista, il cantante americano ha deciso di dare sfogo al suo estro su registri leggermente diversi dal consueto.
Ha lavorato su questa release con Peter Wichers, ex Soilwork, che ha scritto la maggior parte della parte musicale, lasciando a Dane le lyrics, e con altri musicisti più o meno noti statunitensi. I quali lo hanno accompagnato in 12 canzoni che hanno molto dei Nevermore meno frenetici e più rilassati, ma con un tocco assolutamente personale, fatto di strutture tutto sommato ariose, pur con un uso delle chitarre metal fino al midollo; i pezzi mettono in risalto le tonalità più soffuse e interpretative di Warrel, relegando in un ambito più ristretto accelerazioni e riff aggressivi. I quali non mancano, però non prendono mai eccessivamente piede perché qua la musica è soprattutto il tappeto su cui adagiare le linee vocali, assolutamente magiche come quest’uomo dalle profonde occhiaie da sempre ci ha abituato.
Davvero tanti i momenti “caldi” del disco, pieno di brani dal tiro davvero irresistibile, che richiedono però un ascolto attento per apprezzarne tutte le sfumature, davvero molteplici, che vanno fatte scivolare a poco a poco nella mente, senza fretta, per non cadere nella trappola di considerare Praises To The War Machine un disco troppo semplice e privo di mordente. I suoi effetti sono quelli di una marea, che sale impercettibile ma inesorabile. Val la pena però prendersi alcuni punti di riferimento, che si possono ritrovare nella robusta opener When We Pray, nell’ipnotica Obey, negli orizzonti sognanti di Your Chosen Misery. Ma non sono da tralasciare nemmeno una Let You Down, o una Brother, dure e struggenti schegge emozionali partorite dall’introspezione e dalla malinconia.
Nel caso vogliate darvi subito uno scossone, tanto per non aspettare gli influssi positivi che la maggior parte dei brani danno dopo un primo rodaggio, se volete un ritmo e una melodia che non vi esca più dalla testa finchè campate, si vada direttamente alla traccia 4. Qui troviamo una cover dei Sister Of Mercy, Lucretia My Reflection, che già è bella di suo, ma che nell’interpretazione di Dane diventa spropositatamente deflagrante, con un incedere ritmico irresistibile e le vocals profonde che la caratterizzano, molto dark, ad invitare al sing-a-long per tutto il suo tenebroso cammino.
Il Warrel più rabbioso affiora nel finale, con Equilibrium a vincere la palma di pezzo più sostenuto del lotto. Ancora un po’ e li abbiamo citati tutti, i brani dell’album, mi sa, ed il quadro clinico che ne emerge è lapalissiano: anche da solista, la voce dei Nevermore non ne sbaglia una, tanta è la classe e l’estro che sparge in abbondanza su tutto ciò che canta.

  • 8,5/10

  • WARREL DANE - Praises To The War Machine

  • Tracklist

    01. When We Pray
    02. Messenger
    03. Obey
    04. Lucretia My Reflection
    05. Let You Down
    06. August
    07. Your Chosen Misery
    08. The Day The Rats Went To War
    09. Brother
    10. Patterns
    11. This Old Man
    12. Equilibrium


  • Lineup

    Warrel Dane - cantante
    Peter Wichers - chitarra, basso
    Matt Wicklund - chitarra
    Dirk Verbeuren - batteria