Se vi siete sempre chiesti se I Trollfest ci fossero o ci facessero, credo che troverete le risposte in questo nuovo platter (il sesto per la precisione)…la verve cazzara e festaiola del combo norvegese ha sempre lasciato qualcuno dubbioso sul vero valore dell’arte di questa band, facendoli apparire come dei ragazzoti dediti a una forma di folk metal banale e scontato…ma chi ha orecchie lungimiranti ha sempre saputo che un giorno avrebbero fatto ricredere anche i più ostinati oppositori.
Mr. Seidel e soci avevano dato qualche parvenza di complessità e serietà già nel predecessore “Brumlebassen”, dove accanto alle strutture energiche e alle atmosfere balcaniche tipiche del loro sound, donavano qualche ‘variazione’ (qualche acustica in più o la partecipazione di Mariangela Demurtas in “Sellout”)…”Kaptein Kaos” rappresenta una profonda virata: le strutture sono per la maggior parte hard’n’heavy e solo in qualche caso le sfuriate in blast-beat prendono il sopravvento; accanto alle influenze mitteleuropee, compaiono contaminazioni afro-cuban e sudamericane che rendono intrigante l’ascolto e l’assorbimento di tutto “Kaptein Kaos”.
Tecnicamente è il disco meglio prodotto che la band abbia fatto…la produzione è cristallina e meticolosa, capace di portare in auge la rudezza polverosa delle strutture dei brani. I suoni sono rotondi e vivi, come sempre capaci di creare equilibrio e compattezza con la particolarissima voce di Trollbank, mentre le performance denotano una maggiore maturità espressiva, specie nell’arrangiare certe parti più cadenzate senza ‘strafare’. La capacità di creazione e arrangiamento, visto il quantitativo di strumenti utilizzati, rimane sempre un grande biglietto da visita dei Trollfest.
E allora, dopo l’intro “Trolltramp”, non troverete vita facile da affrontare: “Kaptein Kaos” è cattiva ma senza esasperarvi, e questo vi farà porre alcune domande a un primo ascolto. “Vulkan” e “Ave Maria” sono da incorniciare tra le song meglio riuscite della band, mentre i vostri sensi raggiungeranno il culmine dello stupore con “Die Grosse Echsen”, “Solskinnsmedisin” e la spietata “Troll Gegen Mann”…”Seduction Suite Mo. 21” vi farà sorridere, mentre su “Renkespill” e “Kinesisk Alkymi” riassoporerete un po’ del vecchio Trollfest sound.
In un momento in cui avrebbero potuto bissare quanto detto con “Brumlebassen”, ottenendo un sicuro riscontro, i Trollfest decidono di giocare corretto e di evolvere maggiormente la propria arte. Il risultato è un viaggio sonoro molto profondo, che reclama continui ascolti ma che alla fine saprà essere appagante.