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First Chapter: Redemption

I Romance Curse provengono dalla toscana e ci propongono un metal sinfonico dai sapori goth e power. Il gruppo nasce dall’idea di Marco Zanobini, chitarrista, e vede Enea Kapo al basso, Marco Muscolo alla batteria, Angelica La Caria alla voce e Matteo Campinoti alle tastiere. L’intento iniziale era, a detta degli stessi Romance Curse, di mettere in piedi un gruppo power metal dalle sonorità morbide, ruvide ma veloci, libere dai retaggi del thrash e aperte a risvolti sinfonici. Il risultato di questa ricerca è l’Ep “First Chapter: Redemption”, registrato e mixato presso lo Studio Innumeral di Santa Croce sull’Arno.
Ma guardiamo più da vicino il lavoro, partendo dall’artwork dell’ep, raffigurante un antico cancello aperto su un paesaggio paradisiaco, composto da quella che sembra una folta foresta avvolta dalla luce. Al di là del cancello, un manto di nuvole attutisce i passi di un immaginario passante, pronto a varcarne la soglia. Uno scorcio sicuramente collegato al titolo del lavoro.
Addentrandoci in questo cammino verso la redenzione, incontriamo la prima traccia, Soulrise, brano in perfetto stile power metal sinfonico. Sarà difficile infatti non ricordare i primi Nightwish. Una intro in crescendo, accattivanti riff di chitarra, batteria da tipica tradizione power e tastiere preponderanti, accompagnano la voce della cantante Angelica, che rivela delle ottime potenzialità. Un cantato dal colore un po’ scuro, energico e potente, a tratti ricorda quello di Helena Irene Michaelsen, cantante degli Imperia. Un piacere per chi è stanco delle voci eteree che imperversano nella scena metal.
Segue Romancing the Sun, dove una intro memore dei finnici Sonata Arctica, tesse i fili di un altro brano in puro stile power, con veloci riff di chitarra e un drumming sfrenato. Ancora forti i richiami ai Nightwish dei vecchi tempi, soprattutto nell’ampio uso delle tastiere dal sound quasi vorticoso e nel cantato del soprano Angelica, che dà un’ottima prova di sé, e nonostante la giovane età, si rivela una buona rappresentate della nuova generazione di aspiranti fontwoman.
E’ la volta di The Neverending Story, rivisitazione del famoso brano di Giorgio Moroder, cantata da Limahl dei KajaGooGoo, tratto dalla colonna del film omonimo. Tastiere veloci, doppia cassa, voce maschile e femminile, chitarra forse troppo in primo piano rispetto al resto, tanto che qualcosa sembra rimanere sullo sfondo, creando un leggero fastidio all’ascolto. Tuttavia la cover non dispiace.
Abbiamo poi la notturna, Ladynight, dove sonorità d’atmosfera e un cantato caldo e avvolgente, conferiscono una certa malinconia al brano, probabilmente uno dei miei preferiti dell’intero ep. La traccia prosegue in un susseguirsi di emozioni, con tanto di assolo “sofferto” nel finale. Le note del piano che chiudono la canzone, trasmettono una tristezza estatica.
L’ep si chiude con Deep Silent Complete, cover dei Nightwish. La traccia risente di alcuni problemi legati al bilanciamento dei volumi degli strumenti, voce compresa, e non me ne vorrà la signorina La Caria, ma la pronuncia dell’inglese è ancora un po’ da curare. Va inoltre sottolineata qualche imprecisione a livello vocale nell’intro a capella, che non mi convince pienamente.
Dovendo tirar le somme di fronte a lavori come questi, una riflessione sorge sempre spontanea: la scena underground e non delle female fronted metal band, pullula di formazioni fatte con lo stampino e soffre di un grosso calo di creatività.
I Romance Curse, per quanto non si distacchino dalla tradizione power sinfonica dei grandi nomi come Nightwish, Sonata Arctica, Kamelot e Stratovarius (che loro stessi citano tra le fonti alle quali si ispirano), sono riusciti a creare un lavoro che promette bene per il futuro e che denota una certa professionalità e personalità, che oggi, ahimè, spesso manca.
C’è sicuramente ancora del lavoro da fare, ma in tutta onestà sono lieta di aver recensito il loro ep e faccio loro i miei migliori auguri.

  • /10

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