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Niklas Sandin – Katatonia

E’ dannatamente intrigante osservare la carriera di certe band…avendo potuto vivere gli anni novanta da adoloscente l’ascesa di alcuni acts è qualcosa di incredibile, segno che il tempo ha dato ragione alla caparbia persistenza che da sempre li caratterizza. I Katatonia non trascendono da questo gruppo ed attraverso le parole di Niklas Sandin ci presentano il nuovissimo “The Fall Of Hearts”, disco fresco fresco che ci pone di fronte all’ennesimo capolavoro dell’act scandinavo…

  1. Ciao Niklas, grazie per il tuo preziosissimo tempo. Come proseguono le cose in casa Katatonia a poche settimane dall’uscita di “The Fall Of Hearts”?

Ciao Italia! Nessun problema, è sempre un piacere fare un’intervista (RIDE)! Le cose nel ‘camp Katatonia’ vanno molto bene e ci stiamo preparando a dovere per affrontare lo stage con una scaletta rinfrescata…abbiamo suonato le stesse canzoni per un sacco di tempo e quindi un rinverdimento ci voleva proprio (RIDE). Visto che abbiamo un nuovo disco è giusto incorporarlo con il vecchio materiale, in modo da vedere come viene accolto in ambito live.

2. Partiamo allora a parlare del nuovo disco…quattro anni di distanza tra “The Fall Of Hearts” e “Dead End Kings” non sono pochi; puoi dirci in che modo vi siete evoluti?

Penso che questa band sia sempre in costante crescita per cui ovviamente I Katatonia di oggi non sono quelli di qualche anno fa. Dopo essere usciti con le songs di “Dead End Kings” riarrangiate (l’album “Dethroned And Uncrowned”) e con la conclusione del tour acustico, siamo transitati attraverso dei nuovi territori di cui potete goderne attraverso “The Fall Of Hearts”; ci sono più elementi acustici nella nostra musica ma credo che non abbiamo perso quel ‘heavy touch’ che da sempre ci contraddistingue.

3. Il suono di “The Fall Of Hearts” sembra proporre I Katatonia in una definizione più ampia e progressiva…ci puoi dire in che modo siete riusciti a miscelare aggressività e armonia nel nuovo album?

Wow…che domanda (RIDE)! Credo che la miglior risposta potrebbe essere che “The Fall Of Hearts” propone molto delle nostre radici musicali e delle cosidette ‘influenze’…un bilanciato mix di ingredienti appetitosi che tengono viva l’attenzione dell’ascoltatore (RIDE)!

4. Canzoni come “Serein” o “Sanction” appaiono più dirette mentre episodi quali “Takeover” o “Serac” richiedono più pazienza per venir assimilate…ritenete importante creare una sorta di bilanciamento quando componete un nuovo disco?

Guarda, tutto risiede nella band…i Katatonia non realizzeranno mai un disco dove tutte le songs suonano allo stesso modo; prendi ad esempio “Dead End Kings” e il suo approccio più heavy, anche lì puoi trovare numerose variazioni o vibrazioni dalle diverse sfaccettature. Bilanciare è importante per rendere il disco più interessante, dando sia alle parti lente che a quelle veloci lo stesso appeal…guarda il solo di Kee Marcello su “Tension And Release” (RIDE)….

5. “The Fall Of Hearts” da il benvenuto a Daniel Moilanen e Roger Ojersson nel mondo Katationia…cosa hanno dato al nuovo disco e come vi siete trovati a comporre/registrare con I nuovi elementi?

Uh uh…Mojjo soprattutto è stato incredibile; credo che senza il suo drumstyle e le idee che ha portato “The Fall Of Hearts” non avrebbe suonato in questo modo. Ha introdotto tutta la sua esperienza all’interno del sound della band senza snaturalizzarne il mood; in poche parole è un drummer eccezionale che ha reso possibile a Jonas e Anders di realizzare il songwriting al 100%. Roger invece è arrivato in ultimo, portando con sé idee davvero interessanti per I solos.

6. Mentre riguardo ai testi quali sono I concetti base racchiusi in “The Fall Of Hearts”?

Più o meno gli stessi di sempre: passaggi difficili che possono verificarsi in vita e come riuscire a maneggiarli…i fans possono trovarvi speranza e coraggio grazie all’ausilio dell’ascolto.

7. “The Fall Of Hearts” sembra possedere una parte di quelle influenze riscontrate in “Sanctitude”…credi che l’appeal acustico abbia dato nuova linfa al sound della band?

Credo sia un’esperienza che abbia aiutato la band a suonare come nel nuovo album, ma dirti se abbia influito o meno nel nostro sound in maniera più ampia non è ancora possibile; solo il futuro potrà constatarlo. Ho avuto anche qualche difficoltà nel vedere la band suonare acustico al ‘Brother Tuck’, per cui tutto potrebbe succedere (RIDE)!

8. Per quel che riguarda mixing e mastering avete scelto Jens Bogren …cosa ha dato alle songs del nuovo album?

Jonas e Anders sono sempre stati pignoli quando si tratta di mixare e masterizzare; loro hanno ‘la’ visione di come tutto deve suonare e pretendono rispetto e grande lealtà verso di essa…Jens Bogren ha aiutato la band a svilupparla e, attraverso il mixing, a rimanere fedele a come era stata concepita durante il songwriting…e penso che abbia fatto un lavoro incredibile. Dal mio punto di vista, “The Fall Of Hearts” suona più ‘vivo’ rispetto a tutti i suoi predecessori.

9. Parlando di tour…quali sono I vostri piani per il 2016?

In primis suoneremo un tre festival estivi, primo fra tutti il peso massimo Hellfest che si svolge in Francia; ci saranno poi sia il Tuska che il Summer Breeze e quindi partiremo per il Sud America…manchiamo da circa cinque anni per cui dobbiamo farci perdonare…è vergognoso che non siamo mai riusciti a incastrare delle date in quella zona per “Dead End Kings” ed è passato troppo tempo per non tornarci. Successivamente avremo uno show in Bulgaria con un’orchestra, in concomitanza con il decimo anniversario dell’uscita di “The Great Cold Distance”, che suoneremo interamente dal vivo…chi si procurerà i biglietti vivrà un’esperienza unica e straordinaria (RIDE). Infine, dopo un solo giorno di break, partiremo per il tour europeo di un mese e mezzo.

10. Nel 2016 celebrerete il ventennale di “Brave Murder Day”, uno degli album fondamentali della vostra discografia…dobbiamo aspettarci qualcosa in particolare?

No, abbiamo scelto di celebrare “The Great Cold Distance” per cui “Brave Murder Day” non lo abbiamo considerato…oltre allo show in Bulgaria con l’orchestra saremo allo “Shepperds Bush Empire” di Londra a presentarlo integralmente e poi abbiamo “The Fall Of Hearts” da promuovere.

11. Se diamo un’occhiata ai formati in cui è uscito “The Fall Of Hearts”, troviamo l’edizione in vinile, il mediabook, e l’hardbook (oltre all’ovvio formato cd standard). Pensi che sia importante, al giorno d’oggi, presentare il nuovo album con un’ampia scelta di formati?

Mi incazzo terribilmente con quelle band che realizzano album brillanti ma scelgono di non proporre il formato vinile…accidenti, è il miglior modo per ascoltare musica! Non solo per via dell’artwork più grande ma anche per quanto il sound risulti più organico; ci sono dei meccanismi a cui devi dare più attenzione e lo stesso amore che riponi nel maneggiare un vinile non l’hai per un cd…non si tratta solo di avere un ronzio di fondo ma di quanto renda la musica in quel formato.

12. Ok Niklas, abbiamo terminato…grazie ancora per il tuo tempo! Vuoi aggiungere altro?

Un grazie a Heavyworlds.com e a tutti I fans italiani! Venite a vederci in tour quando passeremo per supportare “The Fall Of Hearts”! Ah, e ‘keep on keepin´ on’!

 

Grazie a te Niklas per questa profonda analisi del mondo Katatonia.