Loading

Ma i metallari “ascoltano” Edgar Allan Poe?

Esistono autori le cui opere ed idee non vengono sommerse dalle sabbie del tempo. Certe storie al contrario sopravvivono attraverso i secoli e si caricano di fama e significato in modo esponenziale. Se poi l’autore in questione ha vissuto un’esistenza breve ed ammantata di mistero non c’è dubbio, le suddette storie diventano inamovibili pietre miliari dell’immaginario collettivo e soprattutto ispirazione per gli artisti contemporanei. Uno degli scrittori più amati da musicisti e registi dei nostri tempi è sicuramente Edgar Allan Poe.

Foto di Edgar Allan Poe scattata dal fotografo Edwin H. Manchester, Providence, Rhode Island, 9 Novembre, 1848

Stimolati dal clima odierno, siamo andati alla ricerca delle tracce che “il primo scrittore alienato d’America” (Introduzione di Sergio Perosa: Edgar Allan Poe, Racconti del terrore, Mondadori) ha lasciato nei generi musicali che più ci piace bazzicare. Clicchiamo quindi play e partiamo all’esplorazione.

1809: Nasce a Boston. Segni particolari: figlio di due attori. Poi orfano, perennemente intento a sbarcare il lunario. Tempra ipersensibile e tendente alla malinconia.

1838: Le avventure di Gordon Pym (The Narrative of Arthur Gordon Pym of Nantucket)

Protagonista del primo thriller psicologico della storia, Arthur Gordon Pym narra le sue disavventure a bordo della baleniera “Grampus”. Scampato ad un naufragio, viene salvato dall’equipaggio della nave “Jane Guy”, insieme alla quale farà rotta verso il Polo Sud alla ricerca di terre inesplorate. Ciò che scopriranno sarà orribile e fatale.

“Steering southwards
[…]
Towards the polar sea
Falling prey to the grotesque
Falling prey to absurdity
[…]
I prithee, please enfold me
Colossus pale and grim
I reach you from Nantucket
I’m Arthur Gordon Pym!”

(“The Giant” della band doom metal tedesca Ahab dall’album omonimo del 2012)

1838: Ligeia

Racconto grottesco nel quale un uomo perde la sua amata Ligeia, donna bella, misteriosa e straordinariamente colta portata prima al delirio e poi alla morte dalla malattia. La sua seconda moglie, destinata alla medesima fine, non sostituirà mai chi l’ha preceduta. Leggere per credere.

“I do not remember, where we did meet
Lengthened years have built my mind, memories undeep
Yet with instability, one thing stands too clear
Lady perfection, mystery, of whom I shed a tear

Airwoven divinity, mind, soul in victory
Cured of her malady, could this be my lost;
Ligeia”

(“Ligeia”, Annihilator, ottava traccia del loro primo album, “Alice in Hell”, 1989)

1839: La caduta della casa degli Usher (The Fall of the House of Usher)

In seguito alle suppliche dell’amico d’infanzia, il protagonista narratore si reca alla casa degli Usher, squallida e diroccata. La situazione qui è l’apoteosi del gotico. Roderick e la sorella gemella Lady Madeline sono malati. La casa è in rovina quanto chi la abita. Entrambe le parti hanno in comune lo stesso terribile destino: la fine.

“Silent screams out of the distance
It seems the walls would talk to me
Whispering voices out of the grave
It seems the house can’t set me free
And it’s burning…”

(“The House” brano dei Grave Digger incluso nell’album “The Grave Digger“, 2001, interamente ispirato alle opere di Poe)

(“The Haunted Palace”, Grave Digger, dall’album “The Grave Digger“, 2001)*
(“The Haunted Palace”, Manilla Road, dall’album “Mystification”, 1987)*

*Il Palazzo Stregato è una poesia allegorica scritta da Poe nel 1839 e poi ricompresa nel testo de La caduta della casa degli Usher come canzone composta da Roderick Usher.

1841: I delitti della Rue Morgue (The Murders in the Rue Morgue)

Il primo racconto poliziesco della storia della letteratura inizia in una notte, in un appartamento al quarto piano di un vecchio stabile in Rue Morgue a Parigi dove vengono barbaramente assassinate l’anziana Madame L’Espanaye, trovata nel cortile interno orrendamente mutilata e con la gola brutalmente tagliata, e sua figlia Camille, strangolata e nascosta nella cappa del camino. La porta è chiusa dall’interno. L’investigatore protagonista Auguste Dupine risolverà il caso con acrobatico raziocinio sfidando i limiti della realtà apparente.

“There’s some people coming down the street
At last there’s someone heard my call
I can’t understand why they’re pointing at me
I never done nothing at all.
But I must have got some blood on my hands
Because everyone’s shouting at me
I can’t speak French so I couldn’t explain
And like a fool I started running away.

Murders in the Rue Morgue
Someone call the Gendarmes
Murders in the Rue Morgue
Am I ever gonna be free.”

(Iron Maiden, “Murders in the Rue Morgue“, dall’album “Killers“, 1981)

1841: Una discesa nel Maelström (A Descent into the Maelström)

Un gruppo di pescatori norvegesi si imbatte in un’improvvisa e violenta tempesta. La loro piccola barca viene sospinta dai flutti delle onde al centro di un immenso vortice perenne, il maelström. I marinai vengono risucchiati dal vortice, non c’è via d’uscita per nessuno tranne che per uno. Aggrappato ad un barile vuoto, spinto dalle correnti, il pescatore superstite riesce a giungere a riva. La discesa nel vortice lascia sull’uomo dei segni indelebili.

“Twisting and writhing
No hope of surviving
When oceans start to wail
If the legend is true then you’ve reached your doom
There’s no reason left to pray”

(“Descent into the Maelstrom”, Holy Grail, dall’album “Times of Pride and Peril”, 2016)

1842: La maschera della morte rossa (The Masque of the Red Death)

Una terribile pestilenza, la Morte Rossa, sta devastando una contrada e il principe Prospero, uomo di animo felice e temerario, decide allora di ritirarsi insieme ad un migliaio di amici e cortigiani nel suo palazzo, in modo da evitare il contagio. Viene poi indetto un ballo in maschera. L’ilarità sembra regnare fino all’arrivo di un convitato con una maschera piuttosto macabra che metterà fine ai festeggiamenti in modo… definitivo.

“The pain lingers on beyond these castle walls
The red death is taking them all
while the king and his court dance the night away
at the masquerade
The hour of midnight grows near

Masque of the red death
No one is safe from the poisonous plague
that you breed

Dance while you may in the dark of the room
with the stranger
Laugh while you may, laugh at the danger”

(“Masque of the Red Death”, Crimson Glory, dall’album “Transcendence”, 1988)

(“Masque of the Red Death”, Manilla Road, dall’album “Mystification”, 1987)
(“Masque of the Red Death”, Stormwitch, dall’album “Tales of Terror”, 1986)

1842Il pozzo e il pendolo (The Pit and the Pendulum)

In questa storia il protagonista, un prigioniero dell’inquisizione spagnola, si trova ad essere rinchiuso in una cella buia e umida. L’oscurità o l’insalubrità del luogo non sono certo il problema peggiore. Nemmeno il fatto di evitare per un soffio di scivolare in un pozzo indefinitamente profondo posto al centro della stanza lo è. E neanche riuscire ad usare l’ingegno per evitare di farsi trapassare da una lama sospesa all’ultimo secondo. E se le pareti della prigione diventassero incandescenti ed iniziassero a schiacciarsi, come sfuggire alla caduta nel pozzo?

“Rancid darkness steals my breath
The Pit – on the edge of death
The wells of Hell know not my name
[…]
‘Inch by Inch and Line by Line’
The Blade – descending lost in time
The fiends of Doom they call my name”

(“King of Terrors”, Symphony X, dall’album “The Odyssey”, 2002)

1843: Il cuore rivelatore (The Tell-Tale Heart)

Il narratore di questa storia vive con un amabile anziano che però ha un occhio vitreo, fisso, destabilizzante, che tortura la mente del coinquilino. Una notte questo perde il senno ed uccide il vecchio per poi smembrarlo ed occultarlo sotto le assi del pavimento. Da qui proverrà uno strano suono quando i poliziotti verranno a chiedere ragione delle urla sentite la notte precedente, il battito di un cuore…

“How can he stand to bear the pounding of his heart?
Something really must be done before he’s torn apart
Is what he hears for real, the heartbeat in his head
I hear the pounding of his heart, but I know the man is dead”

(“Of Unsound Mind”, Metal Church, dall’album “Blessing in Disguise”, 1989)

1843: Il gatto nero (The Black Cat)

Uomo per bene e amante degli animali, il protagonista entra nella spirale dell’alcolismo diventando molesto e violento nei confronti della moglie e del suo gatto nero. Il narratore comincia a non sopportare più la presenza dell’animale tanto da cavargli un occhio prima ed impiccarlo poi. Le conseguenze saranno eclatanti e nefaste per il padrone. 

“I see the black cat
I see this devil on the wall
I see the black cat
I feel like dying after all”

(“The Black Cat”, Grave Digger, dall’album “The Grave Digger“, 2001)

1844: La sepoltura prematura (The Premature Burial)

Affetto da catalessia che si aggrava progressivamente col passare del tempo, il protagonista vive nella costante paura di cadere in stato di incoscienza lontano da casa ed essere seppellito come cadavere. Ad un certo punto il suo peggiore incubo sembra avverarsi, si ritrova in un luogo angusto circondato dalle tenebre. Fortunatamente non è una tomba ma…

“Ejected to this state of being
Don’t bury me with this
I’m in a state of catalepsy
Can I really exist?

Clawing from the inside
Drowning in your chant, chant
Thoughts come flooding through me
Despairing unity”

(“Premature Burial”, Siouxsie and the Banshees, dall’album “Join Hands”, 1979)

1845: Il Corvo (The Raven)

Celeberrima poesia nota per la sua musicalità e l’atmosfera sovrannaturale. Qui si narra la cupa vicenda di un amante ancora in pena per la morte della sua amata, la perduta Lenore (“the lost Lenore”). Lo sventurato, mentre medita sui libri nel cuore della notte, riceve la visita di un corvo che non farà altro che rispondere alle domande ripetendo monotonamente soltanto “Nevermore” (mai più), portando l’amante all’apice del suo dolore.

“I am the mystery
And I am the bringer of moonless night
I bear the wisdom arcane
I, harbinger from the burrowed isle
Once you break forth
Hearken the flap of my wings

I haunt your fears
Though you don’t know of my duty
To lead your path
Because I’ll take you home to rest
In my black wings enfolding you”

(“Quoth the Raven”, Eluveitie, dall’album “Everything Remains As It Never Was”, 2010)


(“This Godless Endeavor”, Nevermore, dall’omonimo album del 2005)
(“My Lost Lenore”, Tristania, dall’album “Widow’s Weeds”, 1998)
(“The Eclipse / The Raven”, Carpathian Forest, dall’EP “Through Chasm, Caves and Titan Woods”, 1995)

1846: Il barile di Amontillado (The Cask of Amontillado o The Casque of Amontillado)

La storia è narrata in prima persona da Montrésor che, irato con il suo nobile amico italiano Fortunato per un motivo non specificato, decide di vendicarsi uccidendolo. Con l’espediente di volergli far valutare un barile di vino Amontillado, Montrésor conduce Fortunato nelle cantine del suo palazzo dalle quali sfortunatamente non uscirà mai più. Qui infatti, pietra dopo pietra, verrà murato.

“Stein um Stein mauer ich dich ein
Stein um Stein
Ich werde immer bei dir sein

Ohne Kleider ohne Schuh
Siehst du mir bei der Arbeit zu
Mit den Füßen im Zement
Verschönerst du das Fundament
Draußen wird ein Garten sein
Und niemand hört dich schreien”

“Pietra su pietra ti murerò dentro
Pietra su pietra
Io sarò sempre con te

Senza vestiti senza scarpe
Mi guarderai lavorare
Con i piedi nel cemento
Abbellirai le fondamenta
Fuori ci sarà un giardino
E nessuno ti sentirà gridare”

(Traduzione: https://www.metalgermania.it/)

(“Stein Um Stein”, Rammstein, dall’album “Reise, Reise”, 2004)        

1849: Annabel Lee

Il narratore descrive il suo amore per Annabel Lee che ha avuto inizio “molti e molti anni or sono in un regno vicino al mare”. Nonostante siano solo dei bambini, il loro sentimento è grande, così tanto da prevaricare i confini posti dalla morte di lei. Ogni notte nei sogni del protagonista c’è Annabel Lee ed ogni notte lui giace a fianco del sepolcro dell’amata, là sulla sponda del mare.

“It was many and many years ago
In a kingdom by the sea
That a maiden lived whom you may know
By the name of Annabel Lee

This maiden she lived with no other thought
Than to love and be loved by me
She was a child and I was a child
In this kingdom by the sea”

(“Annabel Lee”, Stevie Nicks, dall’album “In Your Dreams”, 2011)

1849: Muore a Baltimora in circostanze misteriose.

“Con notevole coerenza […] nei racconti di Poe gli estremi si toccano: l’amore ha i colori della morte, la morte ci apre la via verso esperienze più intense, il misterioso coesiste col quotidiano, l’orrore del cuore con la freddezza del raziocinio, il macabro con il riso, il morboso con l’umoristico, il sangue dei delitti con le pallide tinte delle eroine emaciate, le persecuzioni più turpi con gli aneliti più spirituali […].”

“[…] è  difficile separare in Poe l’orrore che viene dal di fuori dall’orrore che è in noi, nell’animo umano: e forse parte della sua grandezza deriva proprio da quella superba interpenetrazione di elementi oggettivi e soggettivi.” (Introduzione di Sergio Perosa: Edgar Allan Poe, Racconti del terrore, Mondadori)

Poe ci è così caro ed essenziale ancora oggi per la sua insuperabile maestria nel declinare le luci e le ombre, i demoni delle perversioni umane in racconti e poesie affascinanti. Ci chiede di rivelare il nostro “cuore di tenebra” e di fissarlo bene, lo “ascoltiamo”?