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Dream Theater – The Astonishing Live @ Teatro degli Arcimboldi (Milano)

Calata meneghina per il teatro del sogno che per la promozione dell’ultimo “The Astonishing
sceglie un contesto tutto particolare. La band capitanata da John Petrucci porta per intero l’ultima
fatica in studio sul palco del Teatro degli Arcimboldi di Milano per tre date consecutive. Faremo
riferimento in special modo alle prime due date (17 e 18 Marzo) avendo avuto modo di vederle
entrambe.

Inutile aggiungere che c’era grande aspettativa per la particolare formula -Dream Theater e teatro- in
aggiunta ad un grosso punto di domanda in merito alla resa live dei nuovi brani. Da sottolineare
come la band ha eseguito esclusivamente i due atti che compogono “The Astonishing“.
Personalmente avremmo voluto gustarci qualche classico della band dato che la band ha abituato i
propri fans a concerti anche ben più lunghi.

Ovviamente non andremo a fare un track by track dei singoli brani poichè per questo vi invitiamo a
leggere la recensione ma cercheremo di catturare l’atmosfera dell’evento.

Puntuali come un orologio svizzero i NOMACS appaiono sui led walls che caratterizzano il palco,
molto minimalista a dire il vero, e danno il via alla narrazione che a nostro avviso rappresenta il
cuore della serata e si sposa perfettamente con la location scelta. Su “Dystopian Overture” i nostri
letteralmente si manifestano on stage accolti da tutto il calore del teatro praticamente sold out.
Quasi è superfluo parlare delle performance dei singoli musicisti, dallo strepitoso Petrucci
all’impassibile Myung passando per i funambolici Rudess e Mangini. Qualche problema tecnico ha
colpito James LaBrie all’inizio di “The Gift of Music” durante la prima data e nonostante suoni
curati e sicuramente influenzati dall’acustica del teatro, la voce è rimasta l’elemento più confuso del
mix.

Sulle note delle successive “The Answer“, “A Better Life” gli schermi han proiettato le immagini
realizzate appositamente (con uno stile che ricordava molto gli ultimi capitoli della saga di Final
Fantasy) per raccontare la storia su cui si snoda “The Astonishing“.

Emozionanti i momenti (non pochi a dire il vero) in cui Jordan Rudess si è trovato a introdurre un
brano o concluderlo da solo, avvolto in qualche suggestivo “fondale”.

Arrivati alla fine del primo atto con “The road to revolution” la band si è congedata tra gli applausi
per un breve break. E’ stato il momento dei commenti e un comune denominatore è stato lo stupore
nel vedere un concerto simile in teatro dove la band non ha certamente potuto incitare il pubblico
più di tanto. L’impressione è stata quella di aver assistito ad un film più che a un concerto puro, con
relativa colonna sonora live. Forse la scelta di portare lo show in teatro con tutte le limitazioni delle
poltroncine alla fine è risultata vincente per far immergere al massimo i fans nel concept.
Probabilmente anche per loro non dev’essere stato semplicissimo interfacciarsi con un pubblico
abbastanza “statico” nonostante i Dream Theater non siano esattamente una band da wall of death.

Si spengono le luci e la band torna sul palco per il secondo atto, a tratti più energico e coinvolgente
del primo che ha dato modo al “cyborg” Mangini di stupire con il proprio talento nei suoi classici
passaggi, gran controllo anche se più di uno (a concerto finito i commenti sono stati tanti in merito)
ha lamentato ancora la mancanza di Mike Portnoy. Che sia il momento una volta per tutte di lasciare
il passato, seppur unico, alle spalle?

Il già citato Petrucci si è reso artefice di una performance sbalorditiva, priva di sbavature pur
rimanendo sempre emozionante ed intensa. Sicuramente la natura particolare dei brani ha dato
modo ai cinque di mostrare nuovi lati dei proprio caratteri musicali. LaBrie è stato assolutamente professionale nel gestire una set list comunque molto lunga nonostante
qualche problema alla voce tanto che la quarta tappa di questo tour teatrale a Trieste è stata
annullata per problemi di salute.

L’impassibile Myung non ha praticamente quasi interagito con l’audience, mantenendo un distacco e
una concentrazione quasi trascendentale, limitandosi ad uscire ogni tanto durante le parti non
suonate ma fornendo una prestazione sempre impeccabile. Diametralmente opposto (almeno in
termini umani) la presenza sul palco di Rudess sempre attento al pubblico e pronto a dare
spettacolo. Attraverso il secondo atto lo spettacolo arriva al trionfale finale con tutto il pubblico alzato in una
meritatissima standing ovation a concludere un’esperienza davvero unica.

Chi ha già visto la band in altre situazioni live più canoniche potrebbe aver sofferto della particolare
location ma crediamo che un disco lungo e complesso come The Astonishing meriti una situazione
differente. Non è stato un semplice concerto (semplice per modo di dire) ma un’esperienza audiovisuale unica nel suo genere che ha visto l’intera esecuzione della propria colonna sonora dal vivo,
rendendo il teatro il luogo più indicato.

L’unione tra musica e filmati è stata l’elemento chiave, nonostante questi ultimi a volte fossero da
interpretare e non così chiari per chi non conoscesse esattamente la trama del concept.
I suoni assolutamente positivi (più definiti Venerdì) in virtù dell’acustica del teatro e della cura
profusa nel progetto anche se come già detto la voce di LaBrie spesso fosse molto “tagliente” sulle
alte frequenze.