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Live Report Angra + Sailing To Nowhere + Stage Of Reality @ Borderline (PI)

Questa di Pisa è la prima delle tre date che gli Angra suoneranno nel nostro paese per celebrare i 20 anni di un album storico che risponde al nome di “Holy Land”. Certamente il secondo album del combo carioca è stato una pietra miliare del genere, influenzando generazioni di musicisti e facendo da apripista a sonorità sconosciute prima di allora. In due decadi di acqua sotto i ponti ne è passata parecchia.

Della formazione originale che incise il disco (e suonò ad al Parco Acquatica a Milano) rimane il solo Rafael Bittencourt, ma gli Angra pur tra alti e bassi sono sempre riusciti a rigenerarsi come la fenice risorge dalle proprie ceneri. La formazione attuale a nostro parere non ha nulla da invidiare a quella del 1996, con un Fabio Lione vero mattatore della serata, un Felipe Andreoli (basso) sempre preciso e presente, un Bruno Valverde (batteria) stratosferico e un Marcelo Barbosa (chitarra) che ci mette tanta passione e tecnica da non far rimpiangere Kiko Loureiro. Ma procediamo con ordine. Ad aprire la serata del Borderline (stupendo locale storico di Pisa) ci sono due eccellenti realtà italiane.

Gli Stage Of Reality sono di Roma e nascono due anni or sono grazie a Andrea Neri, famoso per aver militato nella band di Blaze Bailey. Il loro sound miscela l’hard rock moderno (ricorda vagamente gli Alter Bridge) con passaggi prog e azzeccate sfuriate metal, riuscendo a catturare immediatamente l’attenzione del pubblico. Damiano Borgi ha una voce potente e riesce a cavarsela egregiamente anche sugli alti. Impressionano poi la loro tenuta del palco, il suono tagliente delle chitarre e la violenta sezione ritmica che donano a canzoni come “Grey” o l’iniziale “Dignity” un tiro poderoso. Ottimo il singolo “Never” e la finale “Next”, tecnicamente ineccepibili e anche divertenti. Ottima prova! Pochi minuti e sono i Sailing To Nowhere a scaldare ancora il pubblico. Anch’essi provenienti dalla capitale ci propongono un power metal d’impatto con ritornelli di facile presa e un look davvero particolare. Di sicuro ci hanno colpito subito per la loro simpatia. Il face painting e l’arredo del palco stile nave pirata (con tanto di mini cannoni) sono certamente un’arma vincente, ma sarebbe riduttivo soffermarci solo su questo.

I Sailing To Nowhere sono una grande band, appariscenti quanto basta, ma dotati di tecnica e canzoni di indubbio valore. Le due voci (maschile e femminile) si integrano alla perfezione nel sound della band regalandoci pezzi come “Big Fire”, “Fallen Angel” o la ballad “Lovers On Planet Earth” dove si fanno apprezzare le variegate soluzioni ritmiche e il gusto per gli assolo melodici. C’è tempo anche per un inedito (“Fight For Your Dreams” cantato con Claire Briant degli Inside Mankind) che finirà sul prossimo lavoro prima che termini il loro live act. Promossi a pieni voti. Non manca che il pezzo forte della serata.

Dopo un’attesa un pochetto troppo lunga finalmente gli Angra fanno il loro ingresso sul palco ed è subito magia. Fabio è il solito istrione e gli bastano  poche mosse per far sì che il pubblico sia saldamente nelle sue mani. “Newborn Me”, “Final Light” (dall’ultimo “Secret Garden”) e “Wings Of Reality (da “Fireworks”) fanno da apripista a “Holy Land” che viene eseguito per intero. L’assoluto splendore di questo album si manifesta sul palco del Borderline lasciando il pubblico a bocca aperta. In più il percussionista  (Dedé Reis) conferisce alle canzoni quel quid di tribale aggiungendo alle composizioni una verve tutta sudamericana. Oltre a Fabio è Rafael a prendersi la scena cantando sia “Make Believe” che “Deep Blue” mettendo in mostra le sue ottime doti canore. Certo non è Matos, ma il carisma e il pathos che riesce a trasmettere sono comunque unici. Unici come le versioni acustiche di “Lullaby For Lucifer” e “Silent Call” che vedono sempre il chitarrista brasiliano dietro il microfono. Il set questa sera è davvero lunghissimo, ma il folto pubblico non si cura della stanchezza, né del fatto che il giorno dopo sia lavorativo. L’incitamento è continuo e raggiunge picchi di esaltazione con “Angels And Demons” e la doppietta finale “Rebirth”/”Nova Era” che chiude in maniera strepitosa una grande live.  Gli Angra escono in un tripudio di applausi che certificano il grande amore del pubblico italiano per questa grande band. Dal concerto di Acquatica a Milano a questo sono passati tanti anni, forse il nome degli Angra non sarà famoso come nel 1996 ma di una cosa siamo certi: le emozioni che sono riusciti a trasmettere sono forti come allora.

Grazie a Fabio, Rafael, Bruno, Felipe, Marcelo e Dedè per tenere ancora alta la bandiera di una band che ha fatto (e si spera continui) a fare la storia della musica. Un grazie anche al personale del Borderline (sempre gentile e professionale) e alla Hellfire Booking che ha messo a segno un altro grande colpo.

 Angra

1. Intro/Newborn Me

2. Wings Of Reality

3. Final Light

4. Crossing/Nothing To Say

5. Silence And Distance

6. Carolina IV

7. Holy Land

8. Drum Solo

9. The Shaman

10. Make Believe

11. Z.I.T.O.

12. Deep Blue

13. Lullaby For Lucifer (acoustic)

11. Silent Call (acoustic)

15. Waiting Silence

16. Time

17. Angels And Demons

18. Rebirth

19. Nova Era