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Live Report Enslaved + Ne Obliviscaris + Oceans of Slumber @ Traffic Live (Roma)

Dopo 19 anni di assenza da Roma, in occasione del loro 25esimo anniversario, i vichinghi di Enslaved tornano nella Capitale e la prendono d’assalto per una serata all’insegna dell’ “Hard Rock”, come lo stesso Grutle la definisce, della diversità e della buona musica proveniente dagli angoli più remoti della Terra.

  Ad aprire la serata sono gli americani di Oceans of Slumber, provenienti dal Texas, più precisamente. Hanno a disposizione poco più di mezz’ora, poco tempo, ma riescono a incantare con la buona musica! Un progressive rock molto particolare il loro, con influenze metal e un elemento caratteristico di eccezione, ovvero una “Black voice” femminile, permettetemi il termine, che seduce il pubblico.

 Una breve pausa per il cambio strumenti ed entrano in scena i Ne Obliviscaris, che tornano a Roma dopo esattamente un anno dal precedente concerto all’Orion (qui disponibile il report). Questa volta hanno però a disposizione più tempo e possono godersi la scena romana di più.

 Partono da subito in forza con “Devour Me, Colossus (Part I) : Blackholes”. Il piccolo palcoscenico affollato non riesce quasi a contenere la voglia di suonare e di abbracciare il pubblico da parte della band che suona con passione qualsiasi nota. L’atmosfera vibrante tra luci e suoni melodiosi avvolge il pubblico che ritmicamente, ad ogni scoppio di riff accompagna e incoraggia la band.

 Questa volta riescono a suonare per intero la lunga “Painter of the Tempest (Part II): Triptych Lux” e aggiungono alla setlist anche “Pyrrhic”.

La band più volte ribadisce di amare la città di Roma e il pubblico romano e sono talmente presi dall’atmosfera che il cantante e violinista, Tim Charles si lascia andare sulla folla facendo un po’ di crowd-surfing.

Chiudono la loro esibizione come al solito con “And Plague Flowers Kaleidoscope” tra gli applausi e le richieste del pubblico di più canzoni.

 

 

Breve soundcheck e salgono sul palco gli Enslaved che entrano confidenti e allegri diciamo, dopo più di una birra prima del concerto! Venticinque anni insieme e non sentirli! Il palco è il loro playground, giocano e suonano con massima naturalezza! Soprattutto Grutle che è instancabile e chiacchiera con il pubblico tra ogni canzone, ricordando come se fosse ieri dettagli e momenti del concerto a Roma di 19 anni fa: tra il pubblico presente ce n’erano almeno 10 persone che anche nel lontano 1997 vedevano gli Enslaved live per la prima volta a Roma!

 La setlist, chiamiamola “standard”, è di 8 canzoni, un misto tra brani nuovi e classici assodati, brani presi scelti con cura dalla loro proficua produzione musicale, sempre nuova e sempre diversa con il denominatore comune che è il paganesimo e la mitologia norrena e l’energia sprigionata. Si parte con “Roots of The Mountain” di RIITIIR e il pubblico già comincia a fomentarsi e a richiedere a gran voce le canzoni più amate ma presto viene richiamato all’ordine in modo scherzoso da Grutle che vuole il suo tempo per fare il “suo show”!

 “Ruun”, “The Watcher”, “Ethica Odinii” non mancano dalla setlist, ma sono i grandi classici fomentanti come la leggenda del lupo “Fenris” e “The Crossing” che la band dedica in special modo al pubblico italico! 

Intanto dalla birra si passa al vino e soprattutto ai bicchierini di grappa… Insomma grandi amanti della cultura italica (soprattutto alcolica! E chi non lo sarebbe ndr.) e lo dimostrano chiamando “l’ultima canzone” e dicendo che avrebbero fatto una cover del Banco del Mutuo Soccorso cosa ricevuta con stupore dal pubblico di cui non posso che citare la reazione:

“Ma do’ cazzo hanno sentito parlare del Banco del Mutuo Soccorso?!”.

 E invece suonano la tanto attesa “Ground” dopo la quale escono dal palco. Il pubblico chiama il bis che non tarda ad arrivare: “One Thousand Years of Rain”, dall’ultimo album e per chiudere in bellezza, “Allfǫðr Oðinn” da “Yggdrasill”, del lontano 1992.

 

Un concerto entusiasmante! Dei veri musicisti che sanno divertirsi e sanno far divertire il loro pubblico. Congratulazioni dunque agli Enslaved per il 25esimo anniversario e speriamo seguano altri almeno 25 anni di Enslaved!

 

 

Setlist Ne Obliviscaris:

 Devour Me, Colossus, pt. 1 – Blackholes

Of Petrichor Weaves Black Noise 

Painter of the Tempest, pt. 2 – Triptych Lux

Pyrrhic

And Plague Flowers Kaleidoscope

 

Setlist Enslaved:

Roots of the Mountain
Ruun
The Watcher
Building With Fire
Ethica Odini
Fenris
The Crossing
Ground

—- bis—-
One Thousand Years of Rain
Allfǫðr Oðinn