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[Live Report] Stratovarius + Gloryhammer + Divine Ascension @ Trezzo sull’Adda (MI)

La calata italiana degli Stratovarius mi ha riportato indietro di quasi quattro lustri, quando nel 1996 erano loro ad arrivare come opening act per i Rage; il disco da promuovere era “Episode” e la formazione sarebbe stata quella storica che avrebbe consegnato capolavori come “Visions” e “Infinite”. Nel 2015 la storia è molto diversa e del combo d’oro sono rimasti solo l’icona Timo Kotipelto e il fido Jens Johansson e l’occasione è un headlinig tour in supporto al nuovissimo “Eternal”, disco dal potenziale più che buono. Al seguito arriva l’altra creatura di Christopher Bowes (mastermind degli Alestorm), quei Gloryhammer tanto diretti ed efficaci autori di due prove discografiche encomiabili. Le premesse per una serata completa ci sono e l’audience si rimpolperà pian piano fino a coprire i due terzi della capienza.

DIVINE ASCENSION
Con una puntualità certosina gli australiani Divine Ascension salgono onstage alle 20…nei trentacinque minuti a loro disposizione la band promuove il nuovo album, proponendo un gothic metal dai tratti sinfonici che scavalla nel progressive metal. La singer Jennifer Borg catalizza la scena imponendo sia lo stile canoro che la presenza efficace, ma ciò che manca ai cinque canguri è la caratura compositiva, finendo per essere une serie di strutture assemblate senza un obiettivo tangibile.

GLORYHAMMER
Pochi minuti di cambio palco permettono di preparare i padiglioni auricolari per i Gloryhammer, band che ha destato curiosità e responsi positivi ovunque; avvinghiati pacchianamente, Christopher Bowes e i suoi balzano sul palco carichi di passione e volontà, e già da “Rise Of The Chaos Wizard” si evince che i veri vincitori della serata saranno proprio loro. “Legend Of The Astral Hammer” e “Hail To Crail” permettono di apprezzare le immense qualità vocali di Thomas Winkler, anche se in consolle faranno di tutto per subissarlo durante tutto lo show. “Universe On Fire” e “Angus McFife” mostrano il meglio della compattezza ritmica del quintetto scozzese mentre con “The Hollywood Hootsman” e “Goblin King If The Darkstorm Galaxy” assistiamo al clou della verve esecutiva, precisa e raffinata. Chiudono “Magic Dragon” e l’inno “The Unicorn Invasion Of Dundee”, lasciando l’intera audience in visibilio.

STRATOVARIUS
L’attesa diventa palpabile e frenetica durante il cambio palco e, data la caratura del nuovo “Eternal”, è lecito aspettarsi molto dall’act finlandese. Alle 22:20 si spengono le luci e sulle note di “My Eternal Dream” gli Stratovarius irrompono sul pubblico; il suono impastato non permette di assaporare al meglio la resa sonora (le chitarre saranno sempre troppo presenti e la cassa praticamente inudibile), ma appare subito chiaro che mr. Kotipelto non è propriamente in forma. “Eagleheart” è eseguita con impeccabile professionalità ma le successive (e più evocative) “Against The Wind” e “ S.O.S.” pongono in auge una band precisa ma di poco impatto. Lauri Porra si ritaglia un mini solo (sulle note di “L’Italiano” di Toto Cutugno) per introdurre la nuova “Lost Without A Trace”, uno dei capitoli migliori del nuovo platter. Si riparte con “Phoenix” e “Paradise” e la sensazione è di trovarsi al cospetto di una band che ha perso per strada quella calamita che li rendeva unici, mentre con “The Lost Saga” possiamo assistere all’apice compositivo della nuova line up. Tocca a “Black Diamond”, infarcita di keyboard e drums solo, mentre con “Unbreakable” (unico estratto da “Nemesis”) si giunge alla fine della prima parte dello show. Poco più di due minuti e il buon Timo Kotipelto ci proietta diciannove anni indietro grazie alla soave “Forever”, passando per il nuovo singolone “Shine In The Dark” e la ovvia “Hunting High And Low” che mette il sigillo allo show meneghino.L’audience esce appagato e soddisfatto, segno che la proposta del trio si è rivelata vincente…per chi scrive invece è stato difficile assistere allo show di uno dei propri miti incapaci di regalare le stesse emozioni di untempo e con la stessa intensità. E se i Gloryhammer si sono dimostrati una promessa per il futuro, gli Stratovarius scivolano nella mera professionalità infarcendo la scaletta di classici e tralasciando i primi due album del nuovo corso. 

GloryHammer Set List
1.Rise Of The Chaos Wizard
2.Legend Of The Astral Hammer
3.Hail To Crail
4.Universe On Fire
5.Angus McFife
6.The Hollywood Hootsman
7.Goblin King If The Darkstorm Galaxy
8.Magic Dragon
9.The Unicorn Invasion Of Dundee

Stratovarius Set List
1.My Eternal Dream
2.Eagleheart
3.Against The Wind
4.S.O.S.
5.Bass Solo
6.Lost Without A Trace
7.Phoenix
8.Paradise
9.The Lost Saga
10.Key Solo/Black Diamond (incl. Drum Solo)
11.Unbreakable
12.Forever
13.Shine In The Dark
14.Hunting High And Low