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Live Report Wacken 2015

Con l’edizione del 2015, Heavyworlds sale a nove partecipazioni consecutive al più grande festival metal mondiale, Wacken Open Air.
La tradizione vuole che nel ridente paesino a nord di Amburgo il tempo atmosferico non sia particolarmente clemente neppure ad agosto, con pioggie e temperature piuttosto basse, salvo casi eccezionali (si veda l’edizione dell’anno scorso). Quello a cui abbiamo assistito quest’anno, però, a detta degli organizzatori stessi, pare essere stato il peggior concentrato di avverse condizioni meteo, cosa che ha causato vari problemi tra il pubblico presente, anche se lo staff ha fatto veramente di tutto per fronteggiare la situazione d’emergenza venutasi a formare. Ma andiamo con ordine.

MERCOLEDI 29

Heavyworlds raggiunge i pressi di Amburgo già nella mattinata di mercoledì: il tempo è piuttosto variabile, e a sprazzi di sole si alternano con disinvoltura acquazzoni. L’area concerti è praticamente un’enorme distesa di fango e palta, ma sopravviviamo per seguire la performance dei Gentle Storm.

La serata è affidata agli Europe, che fanno un buono show, principalmente incentrato sui pezzi degli ultimi dischi. Da segnalare è la prestazione vocale di Joey Tempest, che non sentivamo così in forma da diversi anni a questa parte.


GIOVEDI 30

Giovedì è un’ altra fredda giornata, in cui la band italiana che ha vinto la Wacken Metal Battle si esibirà davanti al pubblico del festival. Siamo insieme ai Deathless Legacy! I ragazzi sono molto emozionati ma i preparativi procedono, perché questa band ha anche il suo spettacolo “visivo” da preparare! Truccati di tutto punto insieme alle due bellissime performer, il gruppo dà inizio al proprio show. Si parte subito con “Circus of The Freaks” e la gente li accoglie con gran fervore. L’Horror metal band toscana prosegue con “Flamenco De La Muerte” e grazie alla voce di Eleonora, il pubblico apprezza sempre di più questa band che ha il grande compito di rappresentare il nostro paese. Ciascun pezzo scelto per il concerto è ben strutturato, la recitazione si mischia alla musica che tuttavia è la base portante di tutto perché i ragazzi ci sanno davvero fare. “The Dove Has Died” e “Death Challenge” completano il tutto e ricevono i dovuti applausi. Nel tardo pomeriggio salgono sul palco Udo, che rivisita brani propri e del periodo Accept con l’orchestra, e i Dark Tranquillity. Poi, all’imbrunire, è il turno del tanto atteso concerto dei Savatage assieme alla Trans Siberian Orchestra.
Per l’occasione l’apertura è affidata al pianoforte di Jon Oliva, con il classico “Gutter Ballet”. L’atmosfera si scalda con altri brani del repertorio Savatage, come “24 Hours ago” e “Hall of the Mountain King”. Dopo mezz’ora, è tempo per la Trans Siberian Orchestra di fare il proprio ingresso sul True Metal Stage: l’hard’n’ heavy fortemente sinfonico del gruppo viene accolto in maniera entusiasta dal pubblico di Wacken, regalando pezzi propri, rivisitazioni classiche, una grande prova strumentale e vocale e spettacolari giochi di luce. Successivamente è tempo di rivisitare ancora alcuni brani dei Savatage; impossibile non notare qualche lacrima tra gli spettatori sulla commovente “Believe”, interpretata in duetto con Robin Borneman e sull’evocativa strumentale “Christmas Eve / Sarajevo”.

VENERDI 31

I primi a esibirsi sui palchi principali di Wacken venerdì mattina sono, contemporaneamente, Epica e Angra. Il gruppo brasiliano, con alla voce il nostro Fabio Lione, fa un buono spettacolo soddisfacendo i presenti. La scaletta non può non contenere estratti dall’ultimo “Secret Garden”, come ad esempio l’opener “Newborn Me”, ma non mancano comunque i classici, come “Carry On” e “Nova Era”. Il pubblico aumenta sempre di più, nonostante davanti al palco ci sia ancora tanto fango. Rafael riesce ad emanare il suo trasporto a tutto il pubblico (dal quale spuntano bandiere di diverse nazioni, immancabile poi la brasiliana) e dunque lo spettacolo si conclude con grande apprezzamento da parte di tutti i presenti. Seguiti da molta più gente sono gli Ensiferum, che scaldano a dovere il pubblico, nonostante sia orario di pranzo; nonostante la loro grande ed indiscussa bravura, si sente veramente tanto la mancanza del grande Jari Mäenpää alla voce.
Nel pomeriggio, a seconda dei gusti, i palchi principali ospitano le esibizioni rocciose di Sepultura e At The Gates, e sul Party Stage quelle dei Falconer, decisamente buona anche se penalizzata da suoni non sempre all’altezza, e degli Stratovarius.
Ma il piatto forte arriva dopo le quattro, con la triade progressive composta dai Queensryche, con un Todd La Torre in ottima forma, che regalano ai presenti vecchie perle come “The Needle Lies” o “Queen of the Reich”, dagli Opeth, e dai Dream Theater, che optano per una setlist composta da un brano per ogni disco della propria carriera, di cui risultano particolarmente gradite “Metropolis – part I” e “The Spirit Carries On”. Performance strumentale di un certo spessore, come tradizione, ma James LaBrie decisamente sottotono.
A seguire, gli In Flames offrono uno show d’impatto, purtroppo però incentrato in massima parte sulla discografia più recente, (Within Temptation) e Running Wild che svolgono il loro compitino senza sbavature ma senza entusiasmare troppo i presenti.

SABATO 1

Forse per il sole, che finalmente torna a splendere su Wacken, forse perchè il fango si sta lentamente asciugando, forse perchè i gruppi sono reputati semplicemente più interessanti dai partecipanti al festival, la giornata di sabato registra un’affluenza maggiore rispetto ai giorni precedenti, e spaventosamente alta. A scaldare il già numerosissimo pubblico presente ci pensano i Powerwolf, che offrono un concerto epico e potente. A seguire, gli Amorphis ripropongono per intero il loro capolavoro “Tales from The Thousand Lakes”, mentre Danko Jones prima e Rock Meets Classic poi (tra gli ospiti d’eccezione, Michael Kiske canta gli Helloween e Joe Lynn Turner i Rainbow) intrattengono i presenti nel pomeriggio.
Terminata la parentesi di cover d’autore, è il turno dei Sabaton: il gruppo svedese, venuto a Wacken per registrare quello che sarà sicuramente un eccellente dvd live, regala uno show fantastico e memorabile al calorosissimo pubblico presente, letteralmente impressionante per quantità oltre che per feedback, tanto da lasciare più volte senza fiato e commossi gli stessi membri del gruppo. Terminato il concerto, i Sabaton si premurano di ringraziare tutti i presenti, ricordando come, grazie a loro, quel gruppo di adolescenti svedesi che decisero di suonare assieme ascoltando “Painkiller” dei Judas Priest, sono successivamente arrivati a Wacken, prima al Party Stage e di pomeriggio, e questa volta in uno dei palchi principali, da co-headliner guarda caso proprio dei Judas Priest. E spetta a Rob Halford e soci fare da headliner all’ultima giornata di Wacken, davanti a una sconcertante quantità di persone, tra cui spiccano adesso diversi over-50, che quasi sicuramente col gruppo di Birmingham sono cresciuti. Scaletta che presenta un buon mix tra pezzi vecchi e brani dell’ultimo “Redeemer of Souls”, ma è con i sempreverdi “Breaking The Law”, “Hell Bent for Leather” e “Painkiller” che il pubblico si scatena. Rob Halford è decisamente in forma e pare ringiovanito rispetto ad alcune performance non particolarmente brillanti di qualche anno fa, mentre Richie Faulkner è ormai perfettamente integrato nel quintetto.

E anche quest’edizione 2015, tra fango e pioggia e freddo polare la notte, è andata! I biglietti per la prossima edizione son andati sold out in meno di 24 ore pure quest’anno, ci si becca nell’edizione 2015. Rain or Shine, Heavyworlds sarà lì!