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Orphaned Land @ Treffen Gotik 2014

Giorno 1.- Roma-Berlino e poi pullman verso Lipsia, all’insegna del relax. I soliti tempi burocratici per giungere in hotel, sistemarsi in dieci minuti e correre verso la prima tappa prescelta: Heidnisches Dorf. Si arriva alle porte del posto e vedo già l’atmosfera dark invadere ogni cosa. Birrerie e paninerie per strada come alle porte di Wacken, le vie invece erano come passerelle di questa gigantesca sfilata gotica.
Problema numero 1: andare a ritirare i pass. Evidentemente i tedeschi hanno una falcata molto ma molto ampia, tanto che dando le indicazioni, i loro “300 metri” sono uguali ai nostri 3 km; ebbene sì, il box per i pass si trovava a 300 metri, il box per il pass foto anche quello alla stessa distanza ma in un’altra direzione, fatto sta che mi sono fatta dieci chilometri avanti e indietro sotto il sole cocente per portare a buon fine la missione.

Io e la mia amica, che in questo caso era reporter per gli amici di verorock.it, eravamo appena arrivate nella zona adibita a questi concerti acustici, quando vedo il cantante degli Orphaned Land, Kobi Farhi, sistemare alcune cose dietro le quinte. La scena è stata bellissima, la vostra inviata che con voce armoniosa chiedeva quando avrebbero suonato e il caro Kobi che rispondeva che lo show era appena finito…tutta colpa dei 300 metri teutonici! C’è da dire che comunque il luogo era un bel bosco, con area camping attrezzata e mercato medievale composto da tantissimi stand; il palco ospitava al momento una band folkloristica tedesca con cornamusa, fisarmonica e quant’altro, quindi è stata una bella scoperta! Ovviamente dopo aver raccontato agli Orphaned le nostre avventure alla ricerca dei
pass, visto che il giorno dopo ci sarebbe stato il loro concerto live vero e proprio, la frase dedicatami (con un leggero tono di minaccia) è stata: “Don’t be late!”. Ma con quell’aria da bonaccioni gli riesce difficile fingere un tono severo ed il sorriso nel viso di Kobi lo tradiva.

Il giorno dopo. – Con due ore di anticipo al Kohlrabizirkus, grande padiglione live, le tempistiche erano a posto. Alle 21 è finalmente iniziato il live della mitica band israeliana che, messa quasi in capo alla serata (seguita dagli Headliner Primordial) ci ha regalato un’ora e passa di concerto veramente emozionante, riuscendo a coinvolgere tutto il pubblico, ripercorrendo i loro successi più conosciuti, soprattutto di Mabool e dell’ultimo e fortunato All Is One. Esecuzione perfetta e tanta grinta da parte di tutta la band, con tanto di danzatrici del ventre con effetti “speciali”, ovvero ventagli e cerchi di fuoco. Questa volta, più che fare la cronaca dell’evento, preferirei puntare l’attenzione su alcune canzoni tratte dall’ultimo album, eseguite con presentazione particolare, dove la band ricordava il loro messaggio: l’unione che dovrebbe esserci e purtroppo non esiste tra arabi ed ebrei, anche se le nuove generazioni attraverso la musica stanno imparando a non proseguire quest’odio, come dimostrano i fan degli Orphaned, provenienti da tutte le fazioni religiose possibili. Ciò che la politica (per evidente interesse monetario) non riesce a fare, viene invece fatto da una passione che guida molte vite. La stessa “All is one” e “Brother”, cantate in coro anche dal pubblico, non sono solamente dei bellissimi brani, ma portano dei messaggi di pace semplici e diretti, che mirano a far capire che per chi crede in qualcosa, il Dio è sempre lo stesso e non vuole battaglie tra i suoi “figli”.

Tra le canzoni eseguite non poteva mancare “Norra El Norra”, cavallo di battaglia dei 5, che ha fatto saltare allegramente tutto il pubblico, cantata a squarciagola all’unisono da tutti. Una bellissima impressione dunque, da un pubblico proveniente da mezza Europa e non solo, come sempre gli Orphaned Land superano alla grande la prova e per ora li salutiamo in attesa di rivederli nei prossimi live già annunciati, tra i quali quello del prossimo anno in apertura ai Blind Guardian, non male!