Un’esplosione di grinta e ribellione adolescenziale, celata dietro la bellezza innocente di Tåve Wanning, protagonista assoluta di una nuovissima produzione firmata Frontiers Records, “Adrenaline Rush“, album di debutto dell’omonima e giovanissima band svedese, si dispiega come una forte scarica di adrenalina alla quale è impossibile sottrarsi.
Rock’n’Roll, piuttosto Hard, e non soltanto per l’artwork che trasforma la bella cantante bionda da pin-up a sex symbol, ma soprattutto per un uso magistrale di riff e stacchi ritmici che rimandano inesorabilmente ai grandi classici.
Cori e synth tipicamente anni ’80 per “Want It All“, stacco Blues per “Too Young To Die” e partenza country in “Oh Yeah!“: questo il limitatissimo mix di influenze, che dopo una rapida presentazione, tornano in un angolino per lasciare spazio alla carica del puro Rock, che emerge sin dalla prima traccia.
“Black N’ Blue” è l’opening perfetta per una produzione che sicuramente non può deludere: classica, hard, catchy, quanto basta per sottolineare che dopo aver lasciato il segno, non c’è pietà per nessuno: “I break you in two, black n’ blue, you’re begging me for mercy, those scars will never heal!“.
Un salto indietro agli anni ’60 del simbolo rock femminile per eccellenza, Joan Jett, con “Generation Left Behind“; tracce di tristezza e malinconia, “When we’re gone it’s too late to change“, per la ballad “When We’re Gone“.
Primo singolo estratto, “Change“, che nel complesso passa quasi in secondo piano rispetto ad altre tracce, da considerarsi vere e proprie hit.
Fresca, giovane come coloro che l’hanno realizzata, ma con davvero tanto da dire: è questa la musica degli Adrenaline Rush, che, seppur ben lontani dalle tipiche influenze Metal della Svezia, portano alto, anzi, altissimo, l’onore musicale della propria nazione.