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AEVUM – Impressions

Nati tra il 2007 e il 2008, e con all’attivo due demo autoprodotti, gli Aevum sono una band italiana, il cui stile si inserisce a metà tra il Neoclassico e le venature Gothic del Metal.

Con l’intento dichiarato di accompagnare il contrasto fra le sonorità con temi che rappresentano un connubio tra l’essere umano e il divino, gli opposti, l’essere maschile e quello femminile, tra positivo e negativo, si viene delineando lo scenario di “Impressions – Il palcoscenico della mente“, il primo full-length del gruppo, firmato Fuel Records.

Un concept album che rimanda immediatamente alle imprese di eroi e cavalieri, di principi, di danze, combinando intermezzi strumentali, “Intermezzo“, “Aevum” e “Adieu A La Scène“, insieme con basi melodiche accompagnate da sottili poesie sullo sfondo, come nel caso della opener “Il palcoscenico della mente” e di “Impressioni“.

La prima vera traccia cantata è però “Blade’s Kiss“, che combina elementi orchestrali, con riff chitarristici e accompagnamenti al basso, e finisce anche per lasciar spazio ad uno scream tipicamente blackeggiante, ripreso successivamente in “Lost Soul“.

The Battle” è il brano che meglio esprime il connubio fra gli opposti, contrapponendo per l’appunto melodie pianistiche con un apparato ritmico stretto, serrato, pressante; “Il lamento della ninfa“, reinterpretazione di uno dei lavori preclassici di Claudio Monteverdi, è, invece, la traccia che più lascia spazio alla vocalità lirica femminile.

Un esperimento davvero ambizioso, questo degli Aevum. Combinare sonorità differenti, diverse lingue all’interno della stessa canzone, alternare brani di lunghezza notevole ad intermezzi, in confronto, quasi evanescenti: nessuna critica alla poesia, alla tecnica musicale o al mixaggio, assolutamente validi, ma la ridondanza che non abbandona l’album neanche per un istante finisce con il pregiudicare l’intero lavoro.

Un prodotto estremamente difficile da digerire, il cui ascolto da capo a fondo, necessario alla comprensione del concept, risulta pressochè impossibile. Un po’ più di metaforica modestia sarebbe stata la chiave per il raggiungimento di un risultato migliore.

  • 0/10

  • AEVUM - Impressions

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