Chi si aspetterebbe un rock and roll così sanguigno e polveroso dal Galles, più precisamente Neath, città natale di Bonnie Tyler? Ed ecco che arrivano i Buffalo Summer a stupire e a scuoterci con un blues rock grezzo e piacevole, ruvido al punto giusto. “Second Sun” è il titolo della loro seconda fatica in studio, che si compone di dodici pezzi veloci e diretti che colpiscono il segno ripetutamente, senza mai tirare il fiato.
Inizio scoppiettante con “Money” e “Heartbreakin’ Floorshakin’“, due canzoni che si crogiolano meravigliosamente bene negli stereotipi del genere, divertendo senza pretendere niente. Discorso diverso invece per la bella “Make You Mine“, audace e sensuale, dal refrain irresistibile. La supercatchy “Neverend” ci trascina nel cuore di questo lavoro che pesca a piene mani dal rock dei Cinquanta e dei Sessanta, senza mai peccare di mancanza di personalità.
Ma i Buffalo Summer non sono figli solo del passato, sono una band ben ancorata al presente e lo dimostrano con il modern rock di “As High As The Pines“, dove si sente l’eco lontana del soul di Lenny Kravitz.
Si respira con la dolcezza di “Light Of The Sun“, mentre nelle successive “Levitate“, “Into Your Head” e “ Little Charles“, proviamo l’emozione di sognare, attraverso gli occhi di questi gallesi, gli USA di qualche decennio fa.
La scintillante “Priscilla“, con un lavoro davvero notevole di Jonny Williams alla chitarra, e le più hard rock oriented “Bird On A Wire” e “Water To Wine” chiudono un album che centra davvero in pieno il suo obiettivo: divertire, divertire e divertire.
Andrew Hunt si conferma un cantante perfetto per il suo genere e non solo, tutta la band sembra infatti esplorare con più coraggio le proprie origini ed influenze, creando un album omogeneo e compatto, senza zone d’ombra.
Consigliato agli amanti del rock leggero e scanzonato, delle atmosfere blueseggianti e della radio da ascoltare in macchina, a tutto volume.