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DOOMSWORD – My Name Will Live On

Anno 2007, la Spada del Destino torna a colpire: a 4 anni di silenzio discografico, a 3 dalle ultime date live, i cinque guerrieri lombardi tornano per lasciare il segno, come sempre è accaduto ad ogni loro disco.
Non c’è spazio per il lavoro di mestiere, per il riempitivo, per la ripetizione tediosa della propria formula consolidata, per le strutture reiterate all’infinito: qui albergano solo classe ed inventiva, che consentono di creare un proprio percorso originale ed inconfondibile anche all’interno di un genere apparentemente statico e chiuso quale il metal classico.
Ma sono proprio dischi come questo che fanno capire quanto il genere ancora sia vitale e come i DoomSword rappresentino ormai una band leader nel genere. Il quarto parto discografico dei nostri li riavvicina al metal classico in senso stretto, con una diminuzione delle parti più propriamente doom e viking ed una maggiore propensione alla melodia e alla varietà ritmica, così che si possono trovare nell’album pezzi più rallentati ad altri dove la velocità arriva su livelli mai sentiti in precedenza.
La capacità narrativa ed espressiva dei brani rimane altissima, ogni canzone possiede una forza evocativa straordinaria grazie a trame sonore ricercate e all’interpretazione sublime dei testi da parte di Deathmaster, talvolta accompagnato da cori ora più ariosi ed intimisti ora più guerreschi.
Ad accrescere il carattere più introspettivo e meditato delle song l’uso delle chitarre acustiche e guitar solo emotivi e struggenti, carichi di malinconia come di ruvido impatto. La prima parte del disco, almeno fino alla quinta canzone, è più immediata, divisa tra tre pezzi più lunghi ed articolati quali Death of Ferdia, Gergovia e Claidheamh Solais (Sword of Light) e song veloci quali la cavalcata Days of High Adventures e la feroce Steel of My Axe, brutale inno di battaglia che non lascia scampo. Più progressiva e complessa la seconda metà, Thundercult e Luni presentano atmosfere cangianti, possedute da cori enfatici che fanno da contraltare ai rudi vocalizzi di Deathmster. Più veloce e ritmata, ma sempre piuttosto complessa e variegata la penultima Once Glorious, mentre la chiusura è dedicata a The Great Horn, che richiama un tema da sempre caro al gruppo italico, quello dei corni ed è un altro inno di battaglia, un anthem dove il fiero assalto si permea ancora una volta di malinconia e tristezza.

Assolutamente senza punti deboli e degno successore del grande trittico che lo precede, My Name Will Live On è destinato ad accrescere ulteriormente il prestigio, il rispetto e la devozione che i DoomSword si sono guadagnati in questi anni di attività in giro per l’Europa, attività che speriamo li porti ad essere nome di grido in qualche data italiana prossima ventura, dato che finora i nostri sono stati apprezzati più all’estero che in patria.

  • 8,5/10

  • DOOMSWORD - My Name Will Live On

  • Tracklist

    01. Oculus Ex Inferni
    02. Set The World On Fire (the Lie Of Lies)
    03. Domination
    04. The Serpent’s Kiss
    05. Paradise Lost
    06. Eve Of Seduction
    07. The Walls Of Babylon
    08. Seven
    09. The Sacrifice
    10. Revelation (Divus Pennae Ex Tragoedia)


  • Lineup

    Russell Allen - Vocals
    Michael Romeo - Guitars
    Michael Pinnella - Keyboards
    Jason Rullo - Drums
    Michael Anthony LePond III - Bass