Dalle Midlands inglesi, ecco l’ambizioso progetto dei Gehtika, band extreme metal che si avventura nei torbidi meandri del black metal; forti della tradizione inglese più recente, riprendono i temi teatrali cari ai Cradle of Filth, ma spaziano inevitabilmente anche nella scuola Scandinava.
Un pizzico di Dimmu Borgir, una sottile vena strappata dal corpo dei The Black Dahlia Murder e con questi ingredienti i Gehtika danno vita al loro personalissimo mostro. “A Monster In Mourning” è un concept album dalle notevoli potenzialità, decisamente ben prodotto e sicuramente meritevole dell’attenzione di un’etichetta discografica.
“One Night: Seven Sins” è un pezzo sofisticato e maestoso, che accende subito l’attenzione sia che siate fans del black melodico sia che amiate l’oscurità più melmosa dei Fleshgod Apocalypse. L’ottima impressione iniziale è confermata dal carico di cattiveria aggiunto da “Step Forth From The Darkness“, piena e potente, sottolinea il grande talento e l’intesa di Psy’ Timms e Marc Lord. Muro sonoro solidissimo eretto con “Stack The Pyres” e “Empire In Decay“, dove brilla anche il lavoro del vocalist Anthony Knight.
La title track è marcescenza pura, con delle belle inserzioni death metal vecchio stampo che sostengono e se possibile, donano più spessore a tutto il lavoro. La veloce “The Massaquerade” è un’assalto all’arma bianca, efficace e letale, mentre l’evocativa “Shepherd Of Erebus” cerca di tenere al guinzaglio il mostro. Di grande atmosfera anche la doppietta finale con “The Fiend Staring Back At Me“, dal riff magnetico, e la martellante “A Halo Of Crows“.
Un album curato sotto tutti i punti di vista, nero come la pece, che piacerà agli inner black fans, ma non solo; ottimi musicisti, grande atmosfera, contenuto corposo: i Gehtika sanno come attirare l’attenzione.
