Al mio primo concerto live, ho potuto ascoltare gli Obscura, che aprivano ai Dying Fetus e Cannibal Corpse, e sono rimasto piacevolmente colpito, per cui da allora ho continuato a seguire questa band tedesca che fa Technical Death Metal. Potete dunque immaginare che quando ho sentito che il loro batterista e songwriter avrebbe rilasciato un album da solista ero piuttosto fomentato.
Parliamo dunque di “The Radial Covenant”, progetto solista di Hannes Grossmann, drummer e songwriter degli Obscura.
L’album si apre con “Aeon Illuminate”, un brano che promette bene: parte con ritmi incalzanti e riff veloci di chitarra, poliritmie e virtuosismi, e un basso che esce particolarmente in evidenza con un suono peculiare: un fretless suonato con grande abilità. Ad occuparsene è Linus Klausenitzer, bassista degli Obscura. (Hmm… ndr)
La seconda traccia, “Alien Utopia”, si apre con una dimostrazione dell’abilità dietro le pelli, da parte di Hannes: la professionalità, la precisione, i cambi di ritmo continui… sembra quasi che a suonare fosse una fusione tra Mike Portnoy e Kollias (“Nile”). Su questa linea si sviluppa anche “The Sorcerer”, un buon brano pesante e profondo.
Eccellente è anche il resto dell’album, musicalmente impeccabile, frutto di grande ricercatezza musicale: la fusione perfetta tra virtuosismo musicale e il Death Metal più pesante.
Ma c’è qualcosa che non mi convince. Non è la tecnica, né la produzione, è il suono: sembra quasi di sentire gli Obscura! Dietro ogni riff, dietro ogni assolo, ogni ponte di basso, addirittura lo stile delle vocals è molto simile! La domanda sorge spontanea: perché questo è un progetto solo? È stato composto interamente da Grossmann?! Bene. Ma perché metterci dentro tutto il sound tipico del gruppo? A suonare sono intervenuti ben 3 membri degli Obscura: insieme a Grossmann e a Klausenitzer c’è anche il chitarrista Christian Muenzner. Addirittura, a chiudere l’album è una versione per pianoforte di “Euclidean Elements”, traccia dell’ultimo full lenght degli Obscura!
L’unica traccia che veramente si discosta dal sound della band è “The Radial Covenant”, che dà il titolo all’album ed è ciò che a mio avviso sarebbe dovuto essere l’intero album: una lunga traccia in cui Grossmann sperimenta di tutto, dall’intro di pianoforte, al profondo death metal, growl e clean vocals, da riff veloci e malati a parti melodiche e maestose. Tuttavia una piccolezza mi ha fatto arrabbiare anche in questo capolavoro musicale: nelle lyrics sfugge il seguente verso, “Drowned by quantum gravity”, che non ha alcun senso! Sarà che io sono un fisico (o meglio, studente di fisica), ma odio profondamente chi invoca le teorie fisiche solo perché hanno un nome fico, senza sapere minimamente di cosa trattano.
Musicalmente questo è un ottimo album, si meriterebbe un 8 o 8.5, ma è impossibile valutarlo tanto quando si conoscono gli Obscura e si riconosce così tanto del loro sound in quello che dovrebbe essere un solo project.