Il remake è una scienza alquanto strana, in termini di fruizione…numerose band non se la sentono di rifare da zero un disco (seminale o mal riuscito che sia), pensando al portafoglio dei fans o alla propria credibilità, mentre un ristretto numero preferisce riprendere in mano le proprie songs in toto e provare a donargli nuova linfa o un’atmosfera diversa. Difficile scegliere…
I Monster Magnet sembrano aver preso gusto per i remake…dopo “Milking The Stars” (che riprendeva buona parte di “Last Patrol”) tocca al capitolo targato 2010 (“Mastermind”) essere ripreso in mano in modo da ‘re-immaginare’ (per citare lo stesso Wyndorf) le canzoni sotto un’altra luce; è palese che la band non fosse totalmente soddisfatta della prima versione e in questo “Cobras & Fire” sembra di aver a che fare con altri musicisti, visto l’infarcimento di psichedelia e progressione a cui possiamo assistere. Un viaggio diverso pur camminando per lande già viste…
La produzione è sabbiosa e umida, resa pesante e tormentata dalla foga esecutiva riscontrabile nelle tracce; le performance sono insistenti e confusionarie, capaci di sostenere i tratti strumentali con coraggio ed esperienza, mentre i suoni sono roventi e polverosi, particolare che permette al quartetto di assemblare una struttura ritmica d’altri tempi. La voce di Dave Wyndorf rimane un vero marchio di fabbrica, capace di essere evocativa e intensa ma di portare a memoria una vita sfatta e popolata di eccessi.
Già da “She Digs That Hole” si capisce che l’avventura a ritroso nel tempo è cominciata…in tutte e dieci le songs, compresa la cover dei Temptations “Ball Of Confusion”, la vena hard rock svanisce in favore di un amore incondizionato per il rock di fine anni 60, grazie agli innesti psichedelici e a una verve d’improvvisazione onnipresente. “The Titan”, “Hallucination Bomb” e “When The Planes Fall From The Sky” si lasceranno gustare a occhi chiusi, in modo da poterne assaporare il manto allucinato di cui si permeano. “Watch Me Fade” e “Gods And Punks” invece mettono a nudo le performance del buon Dave, dandoci prova di quanto talento popoli quest’uomo.
Se dovessi vederla dal lato ‘artistico’ potrei dirvi di far vostro questo “Cobras & Fire” mentre se dovessi scegliere il lato ‘umano’ vi direi di lasciar perdere questo clamoroso atto di marketing…ma è la musica, alla fine, quella che conta, e qui ce n’è davvero tanta e di grande spessore. “Cobras & Fire” rimane dieci piani sopra “Mastermind”, peccato sia uscito postumo.