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NONPOINT – The Return

Non male come “ritorno”, tanto per citare il titolo del nuovo disco dei redivivi Nonpoint.

Personalmente non avevo notizia della band dal 2004, dalla loro discreta cover di “In the air tonight “di Phil Collins.
Li ritrovo, invece, dieci anni dopo (nonostante avessero continuato nel frattempo con quattro dischi) con un lavoro più che dignitoso, molto curato nella produzione e nell’artwork.

La band della Florida, che si era imposta in patria e anche in Europa già dal 2002 con il fortunatissimo singolo “Your Signs”, grazie alla somiglianza del cantante Elias Soriano a Johnathan Davis dei Korn nel look e nel cantato, è riuscita a cavalcare l’onda e il boom del post- grunge /nu-metal.

Con il passare degli anni lo stile del gruppo statunitense non si limita solo a quanto appena citato ma spazia da un heavy moderno, passando attraverso un cantato più concitato (mai comunque in growl), fino ad arrivare ad un altro molto più melodico.

Passiamo al nostro disco: sin da subito la copertina colpisce in maniera positiva, appare quasi come la copertina di un altro film di Spiderman, ma invece del ragno è il logo della band a fare da protagonista.

La distribuzione molto sapiente, ad opera di Metal Blade, fa sì che questo prodotto molto american addicted, arrivi anche a toccare i confini del vecchio continente.

Si parte forte, con “Pins e Needles”, bel riff, graffiante, perfetto esempio di cantato come dicevamo in precedenza, modalità crossover con inserti melodici nel refrain. L’assolo che inizia dopo metà canzone è l’ombrellino nel long drink. Il singolo “Breking Skin” invece spiazza l’ascoltatore rispetto all’inizio del disco, una canzone che definire radio friendly è quasi riduttivo. Sfido chiunque a non impararla dopo il primo ascolto, brano perfetto come hit da radio nordamericana, dove si sente che il buon Elias ha tratto spunto da band come Godsmack e Staind.

In “Razor”, una delle tracce preferite del sottoscritto, si nota una familiarità col sound dei System of a Down. Sempre chitarre in evidenza, cantato frenetico, ma anche molto melodico. Sulla stessa falsa riga si dipanano brani come “Misery”, la title track “The Return” e “Take Apart This World”. Anche la canzone successiva, “Forcing Hands” somiglia molto alle precedenti e sembra esaurire un po’ la fantasia del gruppo, che invece si riprende con la semi-ballad molto malinconica “ Goodbye Letters”, che sottolinea l’ispirazione di Elias Soriano, molto bravo con voce quasi rotta, a trasmettere l’emotività del pezzo.

I fan dei Disturbed apprezzeranno molto l’isterica “Never Ending Hole” che fa da preludio al brano più bello ed intenso dell’intero lotto: “Widowmaker” è il classico brano che innalza di mezzo punto il voto finale al lavoro, un jolly da centrocampo, una ballad molto originale che comincia con un arpeggio degna delle migliori “Doctor Doctor” o “Fade to Black” ed in certi inserti richiama delle raffinate chitarre prog. “Never Cared Before” sembra scritta da Serj Tankian, cantata non a caso nel suo stile in pieno crossover/nu-metal.

Le ultime due, “F***k’d” e “Know Myself” potrebbero apparire dei fillers, invece sono due pezzi molto rock’n’roll dove viene messa in evidenza la sezione ritmica, in special modo il drumming di Robb Rivera, superstite e co-fondatore insieme al cantante Soriano, che sembra quasi ricordare la sua importanza nella band.

Una prova convincente che mi ha sorpreso in positivo, strappando molto più di una sufficienza.

  • 7/10

  • NONPOINT - The Return

  • Tracklist

    01. Pins and Needles
    02. Breaking Skin
    03. Razors
    04. Misery
    05. The Return
    06. Take Apart This World
    07. Forcing Hands
    08. Goodbye Letters
    09. Never Ending Hole
    10. Widowmaker
    11. Never Cared Before
    12. F**K’D
    13. Know Myself


  • Lineup

    Elias Soriano –voce
    Rasheed Thomas – chitarra,cori
    BC Kochmit – chitarra
    Adam Woloszyn – basso
    Robb Rivera – batteria


  • GenerePost Grunge/Nu Metal
  • Anno2014
  • Casa discograficaMetal Blade Records