Il business musicale sta attraversando un periodo di intasamento e deficit dove è molto difficile trovare proposte interessanti e accattivanti su cui investire; un’innalzamento del livello tecnico dei musicisti non ha apportato un’altrettanto bilanciamento qualitativo, finendo per plasmare acts su acts incapaci di dar vita a musica che prenda allo stomaco o che metta i brividi lungo la schiena.
Per fortuna c’è chi, appartenente alla ‘vecchia scuola’, riesce ancora a stupire e a regalare emozioni profonde. Dopo più di una decade, Pier Gonella decide che è venuto il momento di rispolverare il mitico Odyssea Project per concepire il secondo genito, coaudiuvandosi di un singer italiano di massimo livello come Roberto Tiranti in veste di lead vocalist. Rispetto al primo capitolo questo “Storm” appare più caleidoscopico e profondo, radicandosi inestricabilmente in una varietà di generi che richiedono astuzia ed intelligenza nell’abbinamento. La vena melodica ovviamente regna sovrana quasi ovunque, anche se qua e là le influenze dei vari progetti di mr. Gonella fanno simpaticamente capolino.
La produzione è all’avanguardia, carica di energia e seguita con grande rispetto e amore; i suoni sono specifici per ogni canzone, puliti al punto giusto per perdere la vena granitica, mentre le performance mettono in risalto sia la sapienza del duo Tiranti&Gonella (virtuosismi nei punti giusti) sia del grande merge di ospiti presenti (tra cui un ispiratissimo Alessandro Del Vecchio). Infine, a mixing e mastering spetta il compito di suggellare dodici songs dal forte impatto emotivo.
“Storm” non è un dischetto di facile accesso, specie se non lo si affronta a mente aperta…”No Compromise”, “Ice” e la stessa titletrack accomunano universi diversificati grazie a un songwriting coeso e mirato al cuore dell’ascoltatore; “Tears In The Rain” permette di raggiungere l’apice del pathos emozionale mente “Freedom” e “Anger Danger” (che coro riuscitissimo!) ci portano nell’Olimpo creativo di Pier Gonella, fregiandosi del titolo di highlights. L’unico episodio ambiguo è “Galaxy”, cover dei mitici Oliver Onions, che anche se in versione powereggiante fa sorridere appare come il momento meno intenso del disco.
Finalmente un act italiano che porta seco una proposta carica di prospettiva e lungimiranza. “Storm” non rappresenta solo un ponte da attraversare coraggiosamente ma anche un quadro esplorativo maturo e raffinato. Pier Gonella e Roberto Tiranti confermano le proprie carature artistiche, come sempre.