Le reissue rappresentano sempre un’avventura agrodolce in sede recensiva…il confronto con l’originale è pressoché impossibile da evitare, specie se entrano in campo i sentimentalismi. La vera domanda, il vero cruccio, è riconducibile a una sola parola: perché? Cosa possa spingere una band ben avviata a registrare da zero un proprio caposaldo non è facilmente spiegabile…
Nel caso dei nostrani Secret Sphere credo esista una triplice gamma di motivazioni: in primis questa line-up è una delle meglio coese della storia della band, segno che Aldo Lonobile e soci siano stati capaci di edificare una struttura interna solida e continuativa; in secondo luogo l’originale di tre lustri fa possedeva uno status grezzo, specie negli arrangiamenti, che necessitava di essere rinverdito e migliorato; in ultima analisi, la presenza delle corde vocali di Michele Luppi da alle songs un alone diverso, più diretto e impattante che in passato.
Coaudiuvati da Simone Mularoni in consolle, i Secret Sphere rinfrescano anche la parte tecnica: la produzione è limpida e serena, capace di far trasparire ogni singolo dettaglio senza il minimo sforzo. Le performance rappresentano lo zenith di sei musicisti dall’invidiabile esperienza, colti e intelligenti abbastanza da non stravolgere le strutture ma regalando un tiro tenace che, forse, all’originale di inizio millennio mancava. I suoni sono curati e soppesati chirurgicamente, mentre mixing e mastering permettono alla parte melodica di ‘uscire’ senza uccidere la pompante sezione ritmica.
Godersi canzoni come le dirette “Legend” e “Hamelin” in nuova veste è un piacere assoluto, anche se il meglio della versione 2015 esce dalle più variegate “Under The Flag Of Mary Read”, “The Mystery Of Love” e della conclusiva “Dr. Faustus”. “The Brave” e “Lady Of Silence” rimangono sempre dei manifesti melodici il cui inchiostro mai sbiadirà alla stessa stregua dei fugaci capitoli strumentali (“Paganini’s Nightmare” e “Emotions” in particolare).
In attesa del successore di “Portrait For A Dying Heart” godiamoci la modernizzazione di un capitolo, il secondo, di una band che ha sempre saputo far risplendere il metal tricolore a livello internazionale. Da (ri)scoprire.