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SÓLSTAFIR – Ótta

Uno dei pregi della vita è imparare ad aprire la mente…le novità, in qualsiasi campo, ad un primo impatto destabilizzano e rendono nervosi, ma se si assume un atteggiamento positivo e rispettoso ecco che ‘il nuovo’ mostra i suoi lati nascosti e le infinite possibilità disponibili, permettendo a qualsiasi persona di far propria la lezione che la vita ci chiede di apprendere.

Per ascoltare i Sólstafir è indispensabile aprire la mente a un universo parallelo…il lungo percorso intrapreso in più di due lustri di attività ci aveva già consegnato un disco come “Svartir Sandar”, caratterizzato da un songwriting più particolareggiato rispetto ai precedenti platter. Con “Ótta”, il nuovogenito, il sound della band diventa ancora più mostruosamente malinconico e psichedelico, capace di ottenebrare anche il sole più splendente. Il songwriting ormai è un connubio di suoni soft e arrangiamenti orchestrali, resi trascinanti sia da un lavoro lineare della sezione ritmica che da un pianoforte che riesce a comparire nei momenti giusti, caricando di pathos le otto canzoni. Il concept alla base del platter si basa su una antica concezione islandese delle giornate, suddivise in otto gruppi da tre ore ciascuno (era considerato un modo migliore di ‘leggere’ il tempo, meno frenetico).

La produzione è fumosa e retrò, capace di proiettare l’ascoltatore in un non ben determinato periodo
storico, mentre i suoni sono tenui e assopiti, quasi nemmeno ci trovassimo di fronte a un disco di
stampo metal. Le performance minimali e il mixing certosino permettono di far affiorare una quantità
inimmaginabile di piccole sfumature, mentre il mastering riesce a mantenere equilibrate tutte le dinamiche inserite dal quartetto, cosa che rende “Ótta” una voce fuori dal ‘moderno’ coro.

Il movimento delle songs rispecchia l’andamento del giorno in ogni sua caratteristica: si parte dalla notte e si arriva alla notte…” Lágnætti” e “Náttmál” sanno creare il buio attorno a noi, così “Dagmál” e “Miðdegi” fan brillare la luce grazie agli andamenti più ritmati e sgraziati. Su tutte la titletrack e la successiva “Rismál” appaiono come le meglio riuscite del platter (o forse le meglio assimilabili), anche se il livello non scende mai sotto all’eccellenza (vedesi “Miðaftann”, canzone priva di sezione ritmica ma non per questo scarica di intersità).

“Ótta” non è solo un disco incredibile ma anche un viaggio mozzafiato. Un disco da ascoltare poco alla volta per godere a pieno dei benefici di un capolavoro, e tutto d’un fiato per non perdere la concentrazione e il filo conduttore che lega le otto canzoni. Ci aspettavamo un capolavoro dopo tre anni, di certo non ci aspettavamo un disco perfetto.

  • 10/10

  • SÓLSTAFIR - Ótta

  • Tracklist
    01. Lágnætti
    02. Ótta
    03. Rismál
    04. Dagmál
    05. Miðdegi
    06. Nón
    07. Miðaftann
    08. Náttmál

  • Lineup
    Aðalbjörn Tryggvason: Guitars & Vocals
    Guðmundur Óli Pálmason: Drums
    Svavar Austmann: Bass
    Sæþór Maríus Sæþórsson: Guitars