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STARLESS – How Life Should Be

“It’s a revelation, a moment of clarity…”. Con queste parole profetiche si apriva il debut album dei Set yor goals, band che per prima ha dato il via ad un nuovo modo di intendere l’hardcore melodico, con buone dosi di pop e intrecci vocali ma anche momenti più cattivi e incazzati. Se una volta le soundtrack dei vari American Pie erano affidate a Mest, New found glory e Blink 182, adesso i nomi sulla cresta dell’onda sono i barbuti Four year strong, Me vs. hero e gli irritanti prezzemolini A day to remember. Anche il nostro belpaese, come da consuetudine, non rimane indifferente alle mode americane ed ecco che, dopo soli tre anni di gavetta, si affacciano sulla scena i pescaresi Starless. Come è lecito aspettarsi da un disco di debutto, How life should be suona pieno di idee, non tutte centrate per forza di cose, energia, freschezza e un pizzico di ingenuità. Gli Starless danno il meglio nelle prime due tracce del disco (non considerando la breve intro strumentale), dove esprimono la loro parte più festaiola e casinara con ottime melodie, orecchiabili e grintose allo stesso tempo. Esilarante e ignorantissimo, ma sono convinto che sia assolutamente voluto, il breakdown di “Charlie is not a dog”, con chitarre pompatissime e battiti di mani, per tacere dei cori esagerati nel finale che immergono nel clima da college party californiano. Un po’ peggio invece qualche episodio successivo che sostianzalmente si rifà a quella corrente di emo-pop-punk alla Ataris e Taking back sunday, nonostante i consueti cori e i suoni robusti cerchino di mascherare un po’ i contenuti. Un po’ prevedibile e scontata anche l’ultima traccia semi-acustica, ma comunque ben strutturata e intensa nella sua crescita.

How life should be alla fine non è niente male per essere un debut album di una band giovanissima, impreziosito da una produzione decisamente buona che enfatizza al punto giusto il lavoro di batteria e voci. Gli Starless per ora sono decisamente derivativi, ma la personalità sembra esserci e il futuro saprà dirci se i pescaresi matureranno più o meno bene. Certo che per chi è cresciuto come il sottoscritto ascoltando gruppi che hanno fatto la storia di questo genere come Lagwagon e Satanic Surfers, queste nuove leve lasciano un po’ l’amaro in bocca. O forse è solo la nostalgia canaglia che parla…

  • 6/10

  • STARLESS - How Life Should Be

  • Tracklist
    1. Quite all is an old story
    2. Respect can't be bought
    3. Charlie is not a dog
    4. Milk & cookies
    5. Why not
    6. Hello, I'm a wanker
    7. Please, be well
    8. It sounds like life
    9. If (time we wasted)
    10. Shibby
    11. Bring yourself to happiness

  • Lineup
    Marco: voce
    Lorenzo: chitarra, voce
    Samuel: basso, voce
    Stefano: batteria