Ho sempre pensato che ogni band dovrebbe avere qualcuno ‘dietro’ che ne segua il percorso e conosca il modo migliore per farne esplodere l’arte…chiamatelo produttore o semplice amico, ma è indispensabile che vi sia una figura super partes che capisca in che modo ci si debba muovere e che suggerisca alternative utili alla visione ‘diretta’ tipica dei componenti…
Se non fosse stato per un incipit del chairman della Frontiers, Paul Laine Bruno Ravel e Rob Marcello non avrebbero formato i The Defiants…inutile sottolineare che la lungimiranza dell’etichetta italiana ha portato molte soddisfazioni all’universo metal melodico negli ultimi dieci anni, riuscendo a riassemblare acts e a riportare in auge contesti dichiarati finiti. Nel nostro caso specifico i tre companeros tornano a suonare assieme dopo un po’ di tempo, generando un disco arioso e caldo senza perdere un pizzico della caratura artistica che da sempre li contraddistingue.
La produzione, seguita dallo stesso Ravel, è armoniosa e serena come una giornata estiva dove il sole spacca le teste; i suoni sono meravigliosamente puliti e carichi di positività mentre le performance mettono in mostra sia la caratura esecutiva sia il perfetto stato di salute della band, dove specialmente Paul Laine e Rob Marcello si identificano come i più ispirati del platter. Al mixing spetta il compito di rendere tiro e grazia ad ogni struttura mentre al mastering compete l’onere di mantenere alto il livello di pathos e impatto uditivo.
Per cui, oltre al riadattamento del mito ‘carillon’ di westerniana memoria, troviamo songs dirette e rockeggianti come “When The Lights Go Down” “Lil’ Miss Rock’N’Roll” e “We All Fall Down”, dove la band viaggia come un treno in corsa…passione e anima vi avvolgeranno in “Love And Bullets” “Waiting On A Heartbreak” “Take Me Back” e la conclusiva “Underneath The Stars”, lasciando rilassare gli animi solo al cospetto dei lentacci “Save Me Tonight” e “That’s When I’ll Stop Loving You”. Chiudono le più ruffiane “Runaway” e “The Last Kiss” che aggiungono una leggera vena noir al contesto ma senza stravolgere la positività di base.
Che li consideriate i nuovi Danger Danger o semplicemente i The Defiants non è importante, perché quello che conta è ciò che viene servito sul piatto. Un debut che paradossalmente riassume tre carriere imponenti e uniche, rielaborando certi cliché di cui non si è mai sazi.