Loading

TRICK OR TREAT – Rabbits’ Hill Pt.2

Ogni nota di “Rabbits’ Hill Pt.2”, quarto album in studio per i modenesi Trick Or Treat, conferma un’impressione generale: questo gruppo cresce in maniera esponenziale ad ogni nuovo album. Senza mai snaturarsi, mantenendo bene in vista il loro marchio di fabbrica, il quintetto emiliano ha fatto un altro salto di qualità. Questo nuovo album appare più maturo e compatto dei suoi predecessori e pur mantenendo quella freschezza e quella dimensione scanzonata che tanto caratterizza il gruppo, allo stesso tempo innalza il livello su tutti i fronti.
La storia riprende da dove era stata interrotta in “Rabbits’ Hill Pt.1”, continuando l’ottima trasposizione musicale del romanzo di Richard Adams, ma la composizione, la produzione e lo spessore artistico dei singoli, risultano più curati, efficaci e convincenti.

L’opener “Inle’ (The Black Rabbit of Death)” getta nel vortice di luci ed ombre della novella: la luce è tutta nella voce cristallina di un sempre più ispirato Alessandro Conti, l’ombra strisciante nell’aggressività delle chitarre e del growling.
Delizioso il passaggio al secondo pezzo, scaraventati dal fango scuro in un posto luminoso come “Together Again“, dove i delicati arpeggi regalano un respiro profondo, prima di rituffarsi anima e corpo nella storia. Ed è il turno di “Cloudrider“, uno degli highlights dell’album, perfetto punto di congiunzione tra il passato di “Tin Soldiers“, il presente e il futuro. Se vi sentite orfani del power ed Happy Metal anni ’80, sorridete, perché questa perla è per voi.
Efrafrah” sottolinea prepotentemente la crescita del gruppo in ambito compositivo, con una struttura articolata e pesante che riempie la tracklist come piombo fuso. La natura melodica e spensierata dei Trick Or Treat emerge in tutta la sua bellezza nella dolcissima “Never Say Goodbye“, guidata dall’eleganza di una convincente Sara Squadrani (Ancient Bards), che incarna perfettamente tutta la magia del pezzo.
Cala pesante il martello di “The Great Escape“, per un episodio squisitamente power, uno di quei pezzi che da tanto tempo mancano nelle produzioni dei giganti del genere.
L’energia graffiante di Tim “Ripper” Owen in “They Must Die” regala una canzone speed&heavy, con un incredibile lavoro della sezione ritmica, che rende il pezzo uno degli episodi più originali dell’album.
Il livello rimane altissimo nella strumentale “Beware the Train“, sincopata e potente, mentre troverete molto difficile togliervi dalla testa la melodia di “United“, impreziosita dalla voce del pifferaio magico Toni Kakko.  
Showdown” è un pezzo sorprendente nel lavoro intricato e complesso della chitarra di Guido Benedetti, che trascina l’intero gruppo fuori dal seminato power, per andare più in profondità e riemergere nel soffio delicato della bellissima “Last Breath“.

Qui c’è ancora il battito vivo e pulsante di un genere, c’è il coraggio di prendersi sulle spalle una pesante eredità.
I Trick Or Treat con “Rabbits’ Hill Pt.2” scoprono tutte le carte e davvero si mettono in gioco senza compromessi. E questa volta, pare proprio che abbiano vinto loro.

  • 9/10

  • TRICK OR TREAT - Rabbits’ Hill Pt.2

  • Tracklist

    01. Inle’ (The Black Rabbit of Death)
    02. Together Again
    03. Cloudrider
    04. Efrafrah
    05. Never Say Goodbye (feat. Sara Squadrani)
    06. The Great Escape
    07. They Must Die (feat. Tim "Ripper" Owen)
    08. Beware the Train (Instrumental)
    09. United (feat. Toni Kakko)
    10. Showdown
    11. Last Breath


  • Lineup

    Alessandro Conti - Voice
    Guido Benedetti - Guitar
    Luca Venturelli - Guitar
    Leone Villani Conti - Bass
    Luca Setti - Drums