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ArtemisiA – Vito Flebus

– Ciao! Benvenuti ragazzi su Heavyworlds.com, è un piacere avervi qui, come state?

Ciao, grazie a voi per averci ospitato; l’album sta andando alla grande quindi direi bene!

– Essendo la prima volta che vi intervisto, partiamo dagli esordi. Riassumetevi in breve, chi siete, come vi siete conosciuti e perchè vi chiamate ArtemisiA?

Gli ArtemisiA nascono nel 2006 da un idea di Vito ed Anna, i quali, spinti dalla voglia di proporre qualcosa di originale, danno vita al gruppo con l’intento di differenziarsi dal solito mainstream italiano e abbracciare il loro modo di vedere e intendere la musica, trovando poi in Ivano e Gus il complemento giusto per poter portare avanti il progetto. Nel 2007 esce il primo, omonimo, cd supportati dal grande Beppe Aleo e la sua Videoradio, nel 2010 vede la luce “Gocce d’assenzio” sempre per Videoradio, la quale credendo in noi ci riconferma fiducia e supporto e dà alle stampe quest’ultimo lavoro facendolo inoltre distribuire dalla Self. Una bella soddisfazione. Il nome ArtemisiA proviene dal nome della pianta di Assenzio maggiore, il cui nome latino è Artemisia absinthium,la cui lavorazione dà origine al distillato d’assenzio, noto anche come “la droga dei poeti maledetti”( vedi Baudelaire, Verlaine, Rimbaud) che riuscivano a creare capolavori. Ovviamente questo non vuole essere un incitamento all’utilizzo ma la cosa ci colpì parecchio che la facemmo nostra.

– Il vostro ultimo lavoro è “Stati alterati di coscienza”, di cosa tratta il disco?

Inizialmente non voleva essere un concept album ma alla fine ci siamo accorti che tutte le canzoni avevano un fil rouge che le accomunava in un percorso che conduceva l’ ascoltatore a porsi delle domande sul proprio io e sulla ricerca del animo umano. Il filo conduttore sono delle sensazioni nascoste che riaffiorano in certi momenti particolari della vita. Testi con una sensibilità molto femminile e con un certo peso. Si parla di problematiche come lo stupro (Nel dipinto), la paura del proprio io (Mistica), per poi passare alle leggende (La Strega di Port’Alba e Corpi di Pietra) ed avvicinare l’ascoltatore all’aldilà (Presenza). Il tutto condito da un alone di misticismo che ci contraddistingue.

– Come mai avete scelto di cantare in italiano in un genere simile? Penso che siate una delle prime band che abbia sentito cantare in italiano con un sound di questo tipo.

Principalmente perchè crediamo che la musica sia emozione e di conseguenza bisogna cercare di fare arrivare questa emozione in tutti modi possibili alla gente; il tramite piu’consono ci sembrava senza dubbio la lingua italiana visto che siamo italiani.

– Come funziona il processo creativo di un lavoro targato ArtemisiA?

Sostanzialmente, essendo musica di matrice rock “vecchia maniera”, i pezzi partono da un riff di chitarra. Vito solitamente porta un idea da cui poi sviluppiamo la struttura e l’arrangiamento. Discorso a parte, meritano la melodia e i testi. Il tutto è opera di Anna, la quale riesce ogni volta a stupire per la bellezza e immediatezza delle sue idee. Poi lavora sul testo, a volte ispirata dal tipo di musica creata, a volte sviluppando pensieri e frasi che le vorticano in testa.

– Quali sono state le tracce più difficili e quali le più facili da scrivere?

Bè, tutte hanno avuto un loro percorso più o meno articolato; senza dubbio quella più di getto è stata “Corpi di pietra”, creata durante le sessioni di registrazione dell’album. Ci siamo resi conto che ci piaceva troppo ed è stata inserita!

– Qual’è la vostra traccia preferita?

Credo che ognuno di noi abbia la sua canzone preferita , ma quella che ci accomuna tutti direi che sia “Presenza”, per un fattore senza dubbio emozionale, in quanto questo brano è stato concepito in seguito a degli avvenimenti successi in sala prove, dove abbiamo in più occasioni avuto la netta sensazione che ci fosse una presenza (no!! non abbiamo usato l’assenzio) e questo ci ha ispirati per il brano.

– Anna, hai una voce spettacolare! Quali sono stati i tuoi studi, come ti sei approcciata al canto?

Anna: Intanto grazie mille per il complimento! Da che ho memoria, ho sempre cantato o comunque avuto la voglia di esternare questa mia passione. Ho avuto la fortuna di avere mille imput dai miei genitori, appassionati musicisti, che mi hanno subito buttato tra le braccia di questo meraviglioso mondo ultraterreno che è la musica. Crescendo, ho sentito il bisogno di ampliare questa mia passione studiando anche generi di musica diversi tra loro e devo dire che non si ha mai finito di imparare…tutt’ora mi ritrovo a scoprire tecniche nuove e approfondirne altre!

– Quali sono le vostre influenze musicali?

Il nostro sound è prevalentemente di matrice seventy, rock vecchia scuola mescolato alle varie passioni ed esperienze musicali di ognuno di noi. Si possono evocare nomi come Uriah heep, Candlemass, Black Sabbath, Led Zeppelin, Metallica, fino a gruppi dell’epoca dark. Tutto questo fa da contrappunto alla vocalità mediterranea, teatrale e melodica di Anna che può rimandare ad un certo “cantautorato” femminile italiano degli ultimi anni.

– Avete piani per il futuro? Se sì quali?

Innanzitutto stiamo promuovendo l’album su vari canali, ovvero radio, giornali, web magazine e quant’altro possa diffondere l’ArtemisiA sound. Senza dubbio ci saranno dei live visto che siamo una band prevalentemente da palco.  A giorni partiranno le riprese per il video del singolo “La strega di port’alba”con la collaborazione di Valentina Sussi già diretta da Gabriele Salvatores in “Come dio Comanda”.

– Se poteste collaborare con qualche artista, chi sarebbe e perchè?

Bè pur essendo un sogno irrealizzabile senza dubbio gli artisti menzionati pocanzi, perchè sono quelli che ci hanno influenzato maggiormente!

– Immaginate di dover scappare su un’isola deserta. Potete portare con voi solo 5 cose. Quali sarebbero e perchè?

Sicuramente una chitarra, del buon vino, la voglia di continuare a fare musica, gli amici per condividerla e una cassa di birra ( non tutti bevono vino).

– E’ tutto per ora, grazie del vostro tempo. C’è qualcosa che vorreste dire ai vostir fans o ai lettori di Heavyworlds.com?

Grazie a te. Non ci stancheremo mai di ribadire un concetto a noi caro che è rivolto a chi ascolta musica, cioè di essere aperti e curiosi, cercare novità nel substrato musicale, soprattutto italiano, dove tanti bravi cantanti, musicisti e gruppi fanno fatica a farsi conoscere fuori dal loro underground. Facendo così, eleveremmo la qualità della musica stessa. Ascoltare ed acquistare musica non solo perchè dettata dalla moda del momento.

Ancora grazie della bella intervista e buona musica a tutti!!!