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Negru – Negura Bunget

Noi di Heavyworlds.com abbiamo avuto modo di scambiare due chiacchiere con Negru dei Negura Bunget durante la data italiana a Roma. Ecco cosa ne è uscito dalla nostra chiacchierata! L’intervista è disponibile anche in inglese e in rumeno.

[SCROLL DOWN FOR THE ENGLISH AND ROMANIAN VERSION] 

– Buonasera e benvenuto su Heavyworlds.com. E’ un onore averti qui con noi.

Buonasera!

-Venite da un tour senza sosta di più di un mese attraverso tutta l’Europa, un’impresa ammirevole. Come è andato finora e… resistete ancora?

Adesso siamo già nella parte finale del tour, non ci manca ancora molto, ma è stato un percorso veramente epico, il più lungo della nostra storia, e ne abbiamo passate tante, a volte piacevoli, altre volte meno divertenti, ma alla fine è stata un’esperienza molto bella, ci è piaciuta molto e spero che avremo l’occasione di ripeterla.

-Eh, sì, due mesi in tour…

Sì, abbiamo girato tutta l’Europa, e per fortuna i concerti sono andati abbastanza bene e questo è ciò che conta… I problemi li abbiamo avuti sul piano tecnico, per così dire.

-Qual è stata finora la risposta dei fan ai vostri live?

Abbiamo avuto una risposta molto positiva dai fan ai live, quindi non ci possiamo lamentare. Mi sembra che siamo molto fortunati da questo punto di vista.

– Parliamo ora di Tau, un album aspettato da molti e l’inizio di una trilogia siglata Negura Bunget. Come sono nati l’album e questo progetto?

Sì, in un certo senso, questa trilogia è un dovere che avevamo in qualche modo verso la nostra fonte principale di ispirazione, perché già dall’inizio siamo stati mossi dalla storia, dal folklore e dalla natura locale e ogni volta le persone ci ponevano domande riguardo la Transilvania, Vlad Tepes, ai vampiri… voglio dire che è un nostro dovere provare a presentare una visione più complessa e più dettagliata riguardo ciò che significa per noi. Certamente non tratta di vampiri e sangue e Vlad Tepes, ma offre, in primo luogo, una visione abbastanza dettagliata di ciò che noi intendiamo per Transilvania. Tau è solo la prima parte della trilogia e si basa in qualche modo sugli elementi naturali e la natura in genere. La seconda parte tratterà di persone, usi e costumi e la terza parte riguarderà la spiritualità e i concetti che hanno reso le nostre terre così famose.

-Q ual è il processo artistico attraverso cui nasce una canzone Negura Bunget? Dove trovate l’ispirazione?

Non c’è una ricetta standard (ride ndr). Spesso le cose accadono da sé, ma per questa trilogia e soprattutto ultimamente siamo partiti dal concetto generale, avevamo cioè l’idea per l’intera trilogia, per ogni parte; lavoriamo ai testi… poi magari abbiamo un’idea musicale, cominciamo a registrare e, di nuovo, proviamo ogni sorta di cose. Alcune ci piacciono e le teniamo, altre non sono riuscite e vi rinunciamo ed… è un processo molto fluido in cui le cose possono succedere e possono all’ultimo minuto apparire sorprese. Abbiamo cercato di fare sempre così e siamo aperti. Vediamo che risultato ci porterà ogni album.

– Nei vostri album si ritrova sempre almeno una canzone che in qualche modo ha a che fare con la religione e la spiritualità. Qual è il vostro rapporto con la spiritualità e in che modo vi influenza quando componete?

Per noi la parte concettuale è stata sempre molto importante, ed ha a che fare in gran parte con cose spirituali o folkloriche o questioni che vanno al di là della musica. Ognuno di noi ha in qualche modo la propria spiritualità a suo modo diversa. Non siamo membri di nessuna cosa organizzata e in generale è una questione personale. Ognuno la vive a modo suo e non abbiamo mai provato a imporre le nostre idee agli altri, ma abbiamo cercato di metterle nella nostra musica.

– Tornando al nuovo album… Ci sono state due tracce che mi hanno sorpreso, entrambe lontane dal suono con cui ci eravamo abituati, una calma e melancolica e l’altra molto saltata, che ricorda la musica folclorica romena. Mi riferisco a “La Hotaru cu cinci Culmi” e “Impodobeala timpului”. Potreste raccontarci la loro storia? cosa vi ha influenzato nella composizione?

Sì… Credo che la canzone più eclettica di questo album sia “Impodobeala Timpului” che è veramente un pezzo a suo modo atipico ed è una canzone che combina molti elementi, anche se a prima vista può sembrare molto folk e molto ispirata al folklore, ma in realtà è molto sperimentale: sul fondo ci sono dei cambi continui, una specie di matrice di suoni in cui tutto si muove, ma sì, ha un suono molto diverso [Ride!]. E in “La Hotaru cu Cinci Culmi”, ancora, tutto parte dal concetto della canzone: avevamo già da prima il titolo, “La Hotaru cu Cinci Culmi”, e dopo l’abbiamo impregnato nel modo più diretto che abbiamo mai usato del senso che essendoci “cinque creste”, abbiamo composto in modo che il pezzo fosse in 5/4, cosa che gli ha dato una vena molto progressive, ma allo stesso tempo molto folk. Ma ancora, ci sono stati un sacco di esperimenti sulle canzoni, su “Impodobeala Timpului” abbiamo inserito una moltitudine di strumenti, c’è un intero “taraf” lì… Diciamo che non era assolutamente pianificato che le cose uscissero in questo modo da prima, ma sono venute fuori così. Certe volte se hai un’idea, questa rotola come una palla di neve e cresce.

– E mi sembra di aver sentito su “La Hotaru cu Cinci Culmi”, sul finale c’è una chitarra con slider…

A dire il vero quella è una “Cobza”! [Ride!]

– Per questo album avete scelto di utilizzare più che in passato strumenti tradizionali del folclore rumeno come il flauto di Pan, il flauto, il “bucium” e mi è sembrato di aver sentito anche un “tambal” ad un certo punto…

Sì, sì! Proprio su “Impodobeala Timpului” c’è un pattern di tambal, per così dire.

– E’ stato un esperimento o bisogna aspettarsi più folclore nelle canzoni Negura Bunget in futuro?

Non so se lo è stato necessariamente in misura maggiore che in passato, perché anche precedentemente abbiamo utilizzato questi strumenti… In generale cerchiamo di portare sempre nuovi elementi, così, anche se usati prima, magari in un modo attraverso il quale non siano stati sfruttati al massimo a mio avviso e magari ora che comincia qualcosa di nuovo abbiamo un’idea per metterli più in luce… ma non necessariamente dobbiamo cambiare, o fare di più… Le cose succedono da sé certe volte. Noi siamo aperti agli esperimenti e ci piace integrare, quando ne abbiamo l’opportunità, con nuovi strumenti. Per fortuna per questo album abbiamo tra noi Petrica Ionitescu che può suonare quasi ogni strumento possibile, soprattutto se è una cosa a fiato e abbiamo cercato di approfittarne al massimo, e, di nuovo, abbiamo provato molte cose… Non sono rimaste sull’album finale perché non erano adatte, ma quelle che sono rimaste, mi sono sembrate ok. E non si sa che ci sarà in futuro… forse ne utilizzeremo molti più, o forse molti meno… Dobbiamo vedere ancora anche noi! Anche noi siamo curiosi allo stesso modo! Hahaha!

[Ridendo] Questi “esperimenti” vedranno mai la luce?

No, no… Di solito, quando lavori a qualcosa, da un giorno all’altro le cose cambiano e non ricordiamo tutte le varianti quali sono state o come sono state…

– Parlando di futuro, cos’altro ci potete svelare sul grande progetto, la Trilogia Transilvana?

Abbiamo già materiale in abbondanza per la seconda e la terza parte e spero che non ci vorrà troppo per terminarle. Il nostro piano è di avere pronta la seconda parte già l’anno prossimo e dopo altri due anni anche la terza. Lavoreremo probabilmente molto più anche alla parte visuale… Per la prima parte abbiamo già avuto tre videoclip e proveremo a farne anche di nuovi, proveremo a integrare anche nei live quanti più effetti visivi, ma è un processo abbastanza complesso e abbastanza costoso… e sì, ci piace che sia tutto in qualche modo al limite delle nostre possibilità e spero che riusciremo a portare il progetto al meglio fino alla fine.

– Avete avuto molte critiche da parte dei fan e non solo, riguardo al cambio totale di line-up e del sound della band. Cosa ne pensate a riguardo e come vi ponete di fronte a queste critiche?

Alla fine ognuno ha diritto ad una propria opinione, probabilmente alcune critiche sono state legittime, altre, non saprei… Noi cerchiamo sempre di seguire la nostra strada e fare al meglio ciò che sappiamo fare e se noi siamo contenti e riusciamo a raggiungere i nostri obiettivi, è ciò che più conta. Ci saranno sempre persone che sapranno apprezzare e persone che non apprezzeranno… E anche noi siamo umani, sbagliamo anche noi, ma questo è ciò che abbiamo provato a fare: crearci la nostra strada. In un qualche modo è stata una scelta cosciente il fatto di avere un’attività così intensa sia live che di studio, questi cambi sono in qualche modo inerenti perché è difficile trovare persone che possano resistere fisicamente e psichicamente ad un trattamento così intenso. Credo che adesso abbiamo una formula abbastanza riuscita e stabile con cui abbiamo già centinaia di concerti live insieme e spero che riusciremo a mantenerla anche i prossimi anni.

– Ultima domanda… Per questa sera cosa ci avete preparato?

Essendo un concerto che fa parte del tour di presentazione del nuovo album, ci concentreremo abbastanza sul nuovo lavoro, ma allo stesso tempo presenteremo anche pezzi più vecchi e più conosciuti dagli album più vecchi e cercheremo di dare sul palco tutto ciò che possiamo, come sempre. Speriamo che sarà un’esperienza riuscita per noi e per l’audience.

-Una curiosità che mi è venuta ora… ultima domanda veramente! Siete più conosciuti al di fuori della Romania che in Romania. Come vi sembra la cosa?

Non so se siamo più conosciuti all’estero… probabilmente lo siamo più o meno allo stesso modo, ma da una parte siamo così sin dall’inizio, non ci siamo posti necessariamente come una band rumena… Siamo una band europea, e trattiamo allo stesso modo già il mondo intero, non solo l’Europa. Bisogna avere quest’attitudine aperta, fare promozione ovunque, non solo in Romania, e dunque, allo stesso tempo abbiamo suonato già dall’inizio fuori, molte volte è stato anche un sacrificio perché molte di quelle tournee non sono state affatto sufficienti [ride] da sole, ma abbiamo perseverato e abbiamo seguito la nostra via e i risultati si vedono. Voglio dire, sicuramente c’è stata una grande dose di fortuna aver colto il momento adatto, il tempo adatto, e probabilmente abbiamo fatto anche noi alcune cose riuscite e così sono successe le cose.

– Grazie per il tempo accordato. Vorresti dire qualcosa ai fan oppure lasciare un messaggio ai nostri lettori?

Anche noi vi ringraziamo dell’opportunità. Finora abbiamo avuto molti concerti in Italia, quasi 10 solo in questo tour, e spero che torneremo il più spesso possibile! E spero che anche i vostri lettori vengano ai nostri live!

[ENGLISH VERSION]

– Good evening and welcome to Heavyworlds.com. We’re honored to have you here with us.

Good evening!

-You’re just out of a really long tour all over Europe, a magnificent venture. How has it been going until now and, most of all… Could you still resist?

We are now at the end of the tour, we don’t have many dates left, but it’s been a truly epic tour, the longest of our history, and we’ve been through a lot: we’ve had good times and, less good ones, but in the end it’s been a very good experience and we liked it a lot. I hope we’ll have the ocasion to repeat it!

– Yeah, well, two months on tour…

Yes, we’ve een through all Europe, and thankfully the concerts went pretty well and this is what matters…We only went through some technical problems, just to say.

– How was the response of the fans been during your concerts?

We’ve had a great response from the fans during our live performances, we can’t complain about that! I believe we’re lucky that way.

Let’s talk about “Tau”, a highly anticipated album and the beginning of a trilogy signed Negura Bunget. How did the album and this project come to life?

Well, somehow this trilogy is a duty we’ve had towards our main source of inspiration, because since the begining we’ve been inspired by the history, the folklore and local nature, and every time people went on asking us about Transyvania, Vlad Tepes and vampires… I mean, it’s our duty to try to show a more complex and detailed view about what it all means to us. Of course, it doesn’t talk about vampires, blood, and Vlad Tepes, but it offers a quite detailed vision of what Transylvania means to us in the first place. Tau is only the first part of the trilogy and it’s based on natural elements and nature in general. The second part will be about people, traditions and costumes, and the third part will concern spirituality and the concepts that have made our lands so famous.

– What’s the artistic process through which a Negura Bunget song must udergo? Where do you find the inspiration?

There is no standard recipe [laughs]… Things often happen by themselves, but for this trilogy and lately we’ve started from the general concept, so we have the idea for the whole trilogy, for every part; then we work on texts, then maybe we get a musical idea, so we start recording, and again, we try every sort of things. Some are good and we keep them, some are bad and we throw them away… It’s a very fluid process in which things can happen and at the last minutes surprises can come up. We have always tried to do so and we’re open to see what’s the result of every album.

In your albums you can always find at least a song that is somehow related to spirituality and religion. What is your relation to spirituality and how does it influence you when you write?

To us the conceptual part it has always been very important, and this conceptual part has a lot to do with spiritual or folkloric things, or with issues that go beyond the music. Every one of us has somehow his own spirituality, different from the others’. We’re not members of any organised thing and in general it’s a personal thing. Everyone lives it his way and we never tried to impose our ideas onto others, but we tried to infuse them into our music.

 – Let’s go back to the new album… There are two tracks that surprised me, both far from the sound we were used to, one very calm and melancholic, and the other very jumpy, that recalls somehow the Romanian folklore. I’m talking about “La Hotaru cu cinci Culmi” and “Impodobeala Timpului”. Could you tell us their story? What have you been influenced by during the writing?

Well, I think that the most eclectic song on this album is “Impodobeala Timpului”, that is a piece somehow atipical and it’s a song that combines different things. Even if at the first sight it may seem very folk, very folklore-inspired, in reality it’s very experimental: in the background there are continuous changes, a sort of a matrix of sound in which the things change. But yeah, it has a very different sound [laughter]! And in “La Hotaru cu cinci Culmi”, again, everything starts from the concept of the song: we’d already had the title, “La Hotaru cu Cinci Culmi” [“At the border with five Ridges”], and then we impregnated it in the most direct of ways we’ve ever used: I mean there were these “five ridges”, and we wrote the song to be in a 5/4 rithm, a solution that gave it a very progressive vein, but at the same time very folk too. But still, there have been a lot of experiments; on “Impodobeala Timpului” we’ve inserted a multitude of instruments, there is an entire “taraf” out there… Let’s say that it wasn’t at all planned for things to turn out like these. Some times if you have an idea, it starts to roll and grow like a snowball.

-And I belive I heard a slider guitar at the end of “La Hotaru cu cinci Culmi”…

Actually that was a “cobza”! [laughs]

– For this album you chose to use traditional instruments from romanian folklore more than in the past : the panflute, the flute, the “bucium”, and I belive I heard a “tambal” too at some point…

Yes, yes! In “Impodobeala Timpului” actually there is a tambal pattern, just to say.

– Was it an experiment or are we going to expect more folklore in Negura Bunget songs in the future?

I don’t think it was necessarily more than in the past, because we used these instruments in the past too… In general we always try to bring in new elements, so even if we used them in the past, possibly in a manner I thought they were not exploited the best way possible, now when we start something new we may come up with an idea to put them in more the spotlight… But we don’t necessarly have to come up with more, or do more… Things just happen by themselves sometimes. We are open to experiments and we like to integrate, new instruments whenever we have the opportunity. Fortunately for this album we have between us Petrica Ionitescu, who can play almost any instrument possible, most of all if it’s a wind, and we tried to make the best use of him. And again, we tried a lot of things… They didn’t stay on the final album because they didn’t fit in, but the ones that remained, I think they’re ok. So you never know what will be in the future… Maybe we’ll use more of them, or maybe much less… We still have to see! We’re as curious as you! [laughs]

– [laughing] Will those “experiments” ever see the daylight?

No, no… Usually, when you work at something, things change from one day to another. We don’t remember all the variants, how they were or what they were…

– Talking about the future, what else can you tell us about this great project, the Transylvanian Trilogy?

We already have a lot of material for the second and the third part and I hope it won’t last long to finish them. Our plan is to have the second one ready for next year and after two more years the third too. We will probably work a lot on the visual part too… For the first part we have already had three videoclips and we will try to make new ones; we’ll try to integrate as many visual elements as possible in live performances too, but it’s a quite costly and complex process… Yeah, well, we like it to be somehow at the edge of our possibilities and I hope we’ll be able to bring the project to the end as best we can.

– You’ve been criticized a lot by fans and whoever about the total change of line-up and sound. What do you think of their criticism and how could you answer them?

In the end everyone has the right to an opinion, probably some critiques are fair, some others, I don’t know… We always try to follow our own path and do what we know to the best way possible, and if we’re happy and manage to reach our goals, that’s what counts most. There will always be those who will appreciate, and those who will not appreciate… We are humans too, we too make mistakes, but this is what we tried to do: create our own path. Somehow it’s been a conscient choice the fact that having an activity so intense live and in studio, these changes might be inerent, because it’s very difficult to find people who can resist fisically and mentally to a treatment so intense. I do belive though we have a pretty stable formula now, one we’ve had already hundreds of live concerts together with and I hope we’ll be able to mantain it for the next years too.

– Last question… What have you prepared for tonight?

This being a concert from the promotion tour of the new album, we’ll concentrate quite a bit on the new songs, but at the same time we’ll present old and more known pieces from the old albums and we’ll try to give all ourselves on the stage, as always. Let’s hope the experience will turn out nice for us and for the audience.

– A curiosity that just came to me… Last question for real! You are more popular outside of Romania than in Romania. What do you think of this?

I don’t know if we’re more popular outside… probably we’re the same, but on one hand we kind of based on this from the beginning, we didn’t exclusively start as a Romanian band… We’re an European band and we treat already the whole world the same way, not only Europe. You must always have this open attitude, promote everywhere, not only in Romania, so, from the beginning we played outside; sometimes it’s been a sacrifice because lots of those tours didn’t suffice alone [laughter], but we persisted and followed our path and the results can be seen. I mean, there has been a big dose of luck to catch the right moment, the right time, and probably we’ve came up with some well made things and so it happened.

– Thank you for your time. Would you like to say something to the fans or leave a message to our readers?

We thank you as well for the opportunity. Up untill now we’ve had a lot of concerts in Italy, almost 10 alonte during this tour, and I hope we’ll come back the most often possible! I also hope that your readers will come to our live concerts!

[ROMANIAN VERSION]

– Buna seara si bine ai venit pe Heavyworlds.com. E o onoare sa va avem aici cu noi.

Buna seara!

– Veniti dintr-un tour prin toata Europa fara pauza, o adevarata aventura. Cum a decurs pana acum si… Mai rezistati?

Acuma suntem deja in partea finala a turneului, nu mai avem asa de mult, dar a fost un tour intr-adevar epic, cel mai lung din istoria noastra si am trecut prin multe intamplari, unele placute, altele mai putin placute dar per total a fost o experienta foarte buna si care ne-a facut placere si sper sa mai avem ocazia sa o repetam.

– Da intr-adevar, doua luni in tour…

Da, am umblat in toata Europa, si din fericire concertele au mers destul de bine si asta este cel mai important.. probleme am avut pe planul tehnic, sa zicem asa.

– Care a fost pana acum raspunsul fanilor live?

Am avut un raspuns foarte bun de la fani la concerte, deci n-avem de ce sa ne plangem. Mi se pare ca suntem norocosi din punctul asta de vedere.

– Haideti sa vorbim despre Tau, un album asteptat de multi si inceputul unei trilogii siglate Negura Bunget. Cum s-a nascut albumul si acest proiect?

Da, intr-un fel, aceasta trilogie e o datorie pe care o aveam oarecum fata de sursa noastra principala de inspiratie, pentru ca inca de la bun inceput am fost inspirati de istoria, folclorul si natura locala si tot timpul oamenii ne intrebau despre Transilvania, despre Vlad Tepes, despre vampiri… vreau sa zic ca e datoria noastra sa incercam sa prezentam o viziune mai complexa si mai detaliata despre ceea ce inseamna pentru noi. Cu siguranta ca nu e vorba despre vampiri si sange si Vlad Tepes, dar in acelasi timp ofera o privire destul de dataliata despre ce inseamna pentru noi Transilvania in primul rand. Tau e doar prima parte a trilogiei, se axeaza oarecum pe partea despre elementele naturale, pe natura in general, partea a doua va fi despre oameni, traditie si obiceiuri, si partea a treia va fi despre spiritualitate si conceptele care au facut locurile noastre asa de renumite.

-Care este procesul artistic prin care naste o melodie Negura Bunget? Unde gasiti inspiratia?

Nu e o reteta standard [rade].. Lucrurile se intampla foarte de la sine de multe ori dar pentru trilogia asta si in general in ultimul timp am pornit de la conceptul general, deci avem deja conceptul pentru intreaga trilogie, pentru fiecare parte; apoi lucram la texte si in final la muzica… Teoretic. Practic lucrurile se influenteaza reciproc, cand avem o idee despre un text… poate avem o idee muzicala, dupa aceea incercam, combinam, experimentam tot felul de chestii la repetitii, dupa aceea, cand incepem sa registram, iara, la fel, incercam tot felul de chestii. Unele ies si le pastram, altele nu-s reusite si renuntam la ele, si… este un proces fluid, in care lucrurile se pot intampla si pot aparea surprize chiar in ultimul moment. Asa am incercat sa facem tot timpul si suntem deschisi sa vedem si noi ce-o sa iasa cu fiecare album.

– In albumele voastre se gaseste de fiecare data cel putin o melodie ce intr-un fel sau altul are de a face cu religia si spiritualitatea. Care este raportul vostru cu spiritualitatea si in ce fel va influenteaza atunci cand compuneti?

Pentru noi partea conceptuala a fost foarte importanta, si partea asta conceptuala tine in mare parte de chestii mai spirituale sau de folclor sau chestii care trec dincolo de muzica. Fiecare din noi avem oarecum spiritualitatea noastra care difera. Nu suntem membri nici unei chestii organizata, si in general e o chestie personala, fiecare o traieste in felul lui si niciodata nu am incercat sa ne impunem ideile noastre in fata altora, ci am incercat sa le punem in muzica noastra.

– Intorcandu-ne la noul album… au fost doua melodii care chiar m-au surprins, departe de sunetul cu care ne obisnuisem oarecum, una calma si melancolica si cealalta foarte saltareata ce aminteste de muzica folclorica romaneasca. Ma refer la “La Hotaru cu cinci Culmi” si la “Impodobeala timpului”. Ati putea sa ne ziceti care-i povestea lor? Cum s-au nascut?

Da.. Cred ca cea mai eclectica piesa de pe album e “Impodobeala Timpului” care intr-adevar este o piesa oarecum atipica si e o piesa care combina multe chestii chiar daca poate la prima vedere poate parea foarte folk si foarte inspirata de folclor, dar in realitate e o piesa destul de experimentala: pe fundal sunt niste schimbari, un fel de matrice de sunete in care lucrurile se schimba, dar intr-adevar, are un sunet mai diferit [rade]. Iar “La Hotaru cu cinci Culmi”, din nou, totul pleaca de la conceptul piesei si aveam de dinainte titlul “La Hotaru cu cinci Culmi”, si dupa aceea am impregnat probabil in modul cel mai direct din cate am facut vre-o data in piesa, in sensul ca erau “cinci culmi”, si am compus in felul in care si piesa sa fie in 5/4, ceea ce i-a dat o tenta foarte progresiva, dar in acelasi timp foarte folk. Dar intr-un fel sau altul din nou, au fost tot felul de experimente pe piese, pe “Impodobeala Timpului” am bagat o multime de instrumente, e un intreg taraf acolo… care sa zicem… lucrurile nu erau neaparat planificate sa iasa asa de dinainte, dar s-au intamplat. Uneori daca ai o idee se rostogoleste ca un bulgare de zapada si creste.

– Si mi se pare pe “La Hotarul cu cinci Culmi”, la final este un o chitara cu slider, mi s-a parut c-am auzit..

Acolo de fapt aia e o cobza! [rade]

– Pentru acest album ati ales sa intrebuintati mai mult decat in trecut instrumente traditionale din folclorul romanesc, ca naiul, fluierul, buciumul, si mi se pare ca am auzit si un tambal, la un moment dat…

Ba chiar pe “Impodobeala Timpului” este un pattern de tambal, ca sa zic asa.

-…A fost un experiment sau trebuie sa ne asteptam la mai mult folclor in piesele Negura Bunget pe viitor?

Nu stiu neaparat daca au fost mai multe decat in trecut, ca si in trecut am utilizat multe din instrumentele acestea… In general incercam tot timpul sa mai aducem elemente noi, asa, chiar daca am folosit poate in trecut dar intr-un mod in care mi s-a parut ca n-au fost exploatate la maxim si acuma cand incepe ceva noi avem o idee de a le pune mai mult in lumina… dar nu neaparat trebuie sa venim cu mai mult, sau o sa facem mai mult…Lucrurile se intampla de la sine uneori. Noi suntem deschisi sa experimentam si ne place sa integram, cand avem ocazia, instrumente noi, din fericire pentru albumul asta avem printre noi pe Petrica Ionitescu care poate sa cante aproape orice fel de instrument posibil, mai ales daca e chestie de suflat, si am incercat sa profitam cat mai mult, si, din nou, am incercat mult mai multe chestii… N-au ramas pe albumul final pentru ca nu s-au potrivit, dar cele care au ramas, mi s-a parut ca au fost ok. Si nu se stie ce-o sa fie pe viitor… Poate sa folosim mai multe, poate sa folosim mult mai putine… O sa vedem si noi inca! Suntem la fel de curiosi! Hahaha!

– Aceste experimente, vor iesi vreodata la iveala?

Nu, nu… De obicei, cand lucrezi la ceva, de pe o zi pe alta lucrurile se schimba si nu le mai stim variantele, care au fost, sau ce a fost…

-Vorbind de viitor, ce ne puteti dezvalui mai mult despre marele proiect, Trilogiea Transilvaneana?

Pai deja avem destul de multe materiale pentru partea a doua si partea a treia si sper ca n-o sa mai dureze foarte mult ca sa le terminam. Planul nostru este sa avem a doua parte gata deja anul viitor si dupa aceea in inca doi ani sa fie gata si partea a treia. O sa lucram probabil si mai mult si la partea vizuala… Pentru prima parte am avut deja trei videoclipuri, si o sa-ncercam sa mai facem si altele noi, o sa incercam sa integram si live cat mai multe efecte vizuale, dar e un proces destul de complex si destul de costisitor… si da, ne place sa fie totul oarecum la limita puterilor si sper sa reusim s-o ducem cat mai bine pana la capat.

-Ati avut multe critici din partea fanilor si nu numai, pe seama schimbarilor de lineup si de sound din trupa. Ce parere aveti despre aceste critici si cum puteti sa le raspundeti?

In final fiecare are dreptul la opinia lui, probabil ca unele critici au fost chiar indreptatite, iar altele nu stiu… Noi incercam sa ne urmam drumul nostru si sa facem ce putem cat mai bine si daca noi suntem multumiti si reusim sa-ndeplinim ceea ce facem, asta conteaza cel mai mult. Tot timpul o sa fie oameni care o sa aprecieze, oameni care n-o sa aprecieze… Si noi suntem oameni, mai gresim si noi, dar asta am incercat: sa ne facem calea noastra. Intr-un fel a fost o alegere constienta faptul ca avand o activitate atat de intensa si live si de studio, schimbarile acestea sunt oarecum inerente pentru ca e greu sa gasesti oameni care sa poata sa reziste fizic si psihic unui tratament atat de intens. Cred ca acuma avem o formula destul de reusita si de stabila cu care deja avem sute de concerte impreuna si sper sa reusim s-o mentinem si in anii urmatori.

– Ultima intrebare… Pe-nseara asta, ce ne-ati pregatit?

Pai, fiind un concert din cadrul turneului de prezentare a noului album, o sa ne concentram destul de mult pe albumul nou dar in acelasi timp o sa prezentam si piese mai vechi si mai cunoscute de pe albumele mai vechi, si o sa-ncercam sa punem tot ce putem pe scena, ca de fiecare data. Sa speram sa iasa o experienta reusita si pentru noi si pentru audienta.

– O curiozitate ce mi-a venit acuma… ultima intrebare de-adevaratelea. Sunteti mai cunoscuti inafara Romaniei decat in Romania, cum vi se pare faptul?

Nu stiu daca suntem mai cunoscuti inafara… probabil ca suntem oarecum la fel dar pe de-o parte noi tot timpul ne-am axat de la bun inceput, n-am dat cu seama ca suntem neaparat o trupa romaneasca.. Suntem o trupa europeana si tratam oarecum la fel deja intreaga lume, nu doar Europa. Si trebuie sa ai atitudinea asta deschisa, sa faci promovare peste tot, nu doar in Romania, si atuncia, in acelasi timp, am cantat inca de la bun inceput inafara, de multe ori inca a fost un sacrificiu pentru ca multe din turneele alea, mai ales la inceput n-au fost deloc suficiente [rade] de la sine, dar am persistat si ne-am urmat calea noastra si rezultatele se vad. Adica, cu siguranta ca a fost si o mare doza de noroc ca am intalnit momentul potrivit, timpul potrivit, probabil ca am facut si noi unele chestii reusite si asa s-au intamplat lucrurile.

– Va multumesc pentru timpul acordat. Doriti sa spuneti ceva fanilor sau sa lasati un mesaj cititorilor nostri?

Multumim si noi pentru oportunitate. Pana acum am avut in ultimul timp foarte multe concerte in Italia, aproape 10 am avut doar in turneul asta, si sper sa revenim cat mai des inapoi. Si sper sper sa vina si cititorii vostri la concertele noastre