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Secret Sphere – Marco Pastorino

Incontrare i Secret Sphere è sempre un piacere…trattandosi di una delle vere istituzioni metal

italiane (riconosciute anche all’estero), il campo d’azione diventa irrimediabilmente professionale,

dove anche la reissue di una vecchia gloria da il via a una intensa chiaccherata. Sotto torchio trovo

Marco Pastorino, che ci permette di fotografare il sestetto al momento dell’uscita di “A Time Never

Come” versione 2015…

– Ciao Marco, tutto bene?

Ciao Vale! Si tutto benissimo dai, rieccoci qui finalmente!!!

– Partiamo dalla reissue di “A Time Never Come”…pensato inizialmente per il mercato

giapponese e poi diffusa a tutto il mondo: ti va di spiegarci il motivo di questo cambiamento?

Dopo la proposta della nostra label Japan abbiamo deciso di fare un lavoro più particolare rispetto

alla classica riproposizione pari passo di un vecchio album. Come? Semplicemente cambiando

totalmente gli arrangiamenti e mettendo in campo la forza della line up attuale. Con questi

presupposti, anche la nostra label per Europa e America si è detta interessata, facendo così di questo

album una vera e propria nuova uscita globale.

– “A Time Never Come” rappresenta uno degli apici creativi dei Secret Sphere…come è stato

ricrearlo con l’attuale line-up?

Personalmente non ero in formazione al momento della nascita e dell’uscita di questo grande full

lenght, ma negli anni suonando in ogni angolo d’Europa e in Giappone ho notato, e come me gli

altri ‘nuovi’ membri, l’attaccamento della gente alle songs appartenenti ad esso. Uscito in un

momento storico davvero azzeccato per il metal melodico, è riuscito a conquistare un gran numero

di fan e non da meno ha attirato l’attenzione di una label come Nuclear Blast, che di lì a poco

avrebbe poi preso i Secret. Abbiamo quindi vissuto momenti di rara bellezza ed emozione a

risentire ogni sfaccettatura del disco e ricreare nuove atsmofere, seguendo la scia di quello che in

quindici anni sono diventati i componenti stessi della band.

– “A Time Never Come” presenta come differenza più evidente l’interpretazione vocale…come

avete lavorato per adattare il materiale alla voce di Michele?

Michele è un professionista e non abbiamo dovuto adattare nulla. Semplicemente si è calato nei

panni di un interprete vero, prendendo naturalmente le dovute parti che anni fa Rob portò nel disco,

ma mescolando anche in questo caso il suo stile e la sincerità che da sempre sta nel suo modo di

cantare. Ricordo benissimo il giorno in cui ha terminato le voci e le ho ascoltate.. sono rimasto

senza parole. Come dissi a lui all’epoca, lo ripeto qui: questo è il suo lavoro più ispirato a livello

emozionale, e ha estrapolato spunti interessanti a livello vocale che mai prima gli avevo sentito fare.

– State progettando date per il futuro in supporto alla reissue?

Come ben saprai vista l’assenza di Michele per qualche mese, abbiamo deciso di fermarci per un pò

di tempo, con la sola eccezione del 18 giugno al Rock In Park, al Legend di Milano per la festa di

Spaziorock. Abbiamo veramente suonato tanto negli ultimi due anni, arrivando ad una cosa come

50-60 date e sentiamo anche il bisogno di lavorare su un nuovo show, completamente rifatto ma,

soprattutto aggiungerei, di metterci a testa bassa a concludere la lavorazione del nuovo album.

– Voci di corridoio raccontano che state lavorando al successore di “Portrait For A Dying

Heart”…puoi lasciarti andare a qualche anticipazione oppure è tutto ultra-top secret?

Dici giusto, stiamo lavorando sodo per il successore di “Portrait…”; abbiamo voluto farlo con

calma per essere sicuri di avere un degno album che possa competere al precedente. Siamo ancora

totalmente innamorati di questo disco che ha destato molta attenzione attorno al nostro nome e

vogliamo fare in modo di essere convinti al 100% di ogni singola sfumatura. Anticipazioni? Come

ogni nostro album continua l’evoluzione del nostro sound… vedrete prossimamente.

– Sembra che i Domination Studios di Simone Mularoni siano diventati il ‘tempio’ metal

italiano, visto il numero di album che vi passano…quale marcia in più a dato a “A Time Never

Come”?

Simone lo ritengo davvero il numero uno nel suo lavoro. Non c’è nessuno in grado di stargli dietro

attualmente e sono convinto che il suo impegno e la sua dedizione daranno presto i frutti anche per

band con nomi più altisonanti. Ad ogni lavoro riesce ad aggiungere quella freschezza sonora in

grado di farti sobbalzare dalla sedia, i suoi consigli o sue particolari idee nei momenti del mix

vengono sempre prese con fiducia da parte della band. Non è sbagliato reputarlo un membro

aggiunto del gruppo stesso a mio parere.

– Recentemente avete avuto un cambio di line-up con l’ingresso in pianta stabile di Marco

Lazzarini alla batteria…ti va di presentarcelo?

Certamente! Marco è un amico di vecchia data che negli anni ha suonato davvero ovunque

partecipando a centinaia e centinaia di concerti. Probabilmente questo era il momento giusto per lui

per entrare in un nuovo gruppo, vista anche la sua maturità artistica, così definita ormai nel tempo.

Un grande batterista, un talento sopraffino e una grandissima persona.

– Ok Marco, siamo in chiusura. Grazie del tuo prezioso tempo…se vuoi salutare o aggiungere

altro, sentiti libero di farlo!

Un saluto a tutti voi ragazzi, e grazie per lo spazio! Non vediamo l’ora di farvi assaporare il nuovo

materiale! Un abbraccio a tutti!!!

Grazie del tuo prezioso tempo Marco!!!