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ICED EARTH – Jon Schaffer, Tim Owens

Scesi in Italia in occasione del tour con Annihilator e Turisas, abbiamo avuto l’occasione di fare alcune domande a John Schaffer e Tim Owens, rispettivamente chitarra-songwriter e voce degli americani Iced Earth.
Ci siamo soffermati un pò sulla loro ultima fatica, Framing Armageddon, e su altre interessanti aspetti della loro carriera.
Grazie a Lorenzo per le domande!
Buona lettura.

Il nuovo album “Framing armaggedon” riporta nel titolo (tra parentesi) anche la dicitura “Something Wicked… “, questo fa intuire che rappresenta la continuazione del racconto iniziato in “Something wicked this way comes” del 1998?

Jon: No, è solo un sottotitolo. La saga di Something Wicked This Way Comes si è conclusa con le tre canzoni di quell’album. Originariamente S.W.T.W.C doveva essere il prologo della trilogia che stiamo concludendo ora e consiste praticamente in un overview dell’intera storia nei tre periodi di The Profecy. Adesso con il nuovo album sviluppiamo il tema di The Profecy, trattando dell’invasione fino alla nascita di Set Abominae.

Nella stesura della storia ti sei servito di particolari fonti letterarie e cinematografiche o è totalmente opera tua, anche l’idea di base?

Jon: No, è una mia idea originale.

Hai trasposto qualcosa della realtà nei testi dell’album o trattasi completamente di argomenti fantasy?

Jon: It’s fiction! Ma anche in una storia di fantasia ci puoi inserire eventi della storia dell’umanità. L’idea di base è che la razza umana è aliena al pianeta Terra e molte cose che gli umani si sono fatti gli uni contro gli altri, facevano parte in realtà di un disegno dei Setiani volto a portare l’umanità all’armageddon.

Avevi affermato che Alive in Athens non ti soddisfaceva molto come qualità.

Jon: Si, vero!

E’ allora nei vostri progetti la realizzazione di un altro live album, magari un DVD?

Jon: Per ora siamo concentrati sulla realizzazione di Revelation Abomination, che uscirà la prossima primavera. Poi sicuramente sarà nostra intenzione fare un DVD, ma dovremo vedere dove suoneremo, come saremo organizzati e soprattutto ne dovremo discutere con la casa discografica.

imm

Possiamo ormai affermare che ti trovi molto a tuo agio nella stesura di concept album mentre per altre band rappresentano dei veri e propri banchi di prova dove spesso si assiste al tracollo della loro discografia. Infatti è molto difficile far coincidere la storia narrata con le atmosfere ricreate dalla musica. A te riesce così facile o è frutto della tua dedizione ed impegno?

Tim: Si è facile vero? (risata, ndr)

Jon: Si. Come no! (risata). Non è assolutamente semplice! Dipende molto dallo scopo che ti prefiggi quando inizi a scrivere la storia. A me piace molto, raccontando storie con la musica, l’idea di poter offrire alle persone che ascoltano le mie canzoni la possibilità di evadere dalla routine della loro vita quotidiana e di poter immaginare di vivere in un mondo completamente differente; questo è sempre stato un punto fermo per gli Iced Earth fin dalla loro fondazione. Sicuramente non è una cosa semplice e l’ultimo album è stato forse il più difficile perché sono andato molto in profondità nella storia del concept ed in più, in aggiunta al songwriting, sono dovuto stare attento anche all’aspetto commerciale considerando quello che i fan vogliono. Penso che la mia attitudine ai concept derivi dalle mie influenze musicali, Pink Floyd su tutti, che riuscivano tramite la loro musica a portarti con la mente su un altro mondo.

Il tuo precedente bassista, James MacDonough, ha lasciato i Megadeth qualche tempo fa, hai pensato di chiedergli di ri-entrare a far parte della band?

Jon: No, non gliel’ho chiesto.

Come decidete la setlist per il tour?

Jon: E’ molto difficile. Nell’ultimo tour che abbiamo fatto in europa, quello di Horror Show, abbiamo suonato anche per tre ore e dopo comunque, c’erano persone che ci chiedevano perché non avevamo suonato quello, quell’altro e quell’altro ancora! (risata, ndr). Semplicemente perché non possiamo! Non è possibile farcele stare tutte in una setlist! Dato che nei tour scorsi abbiamo proposto molte vecchie canzoni, anche se purtroppo non siamo potuti venire qui in Italia, la mia idea sulla setlist del nuovo tour è quella di proporre per lo più le canzoni più recenti e solo qualche vecchia hit fino a Something Wicked.

Tim, quali differenzi trovi a cantare un concept album rispetto ad un album “normale”?

Tim: E’ leggermente differente, perché cantando in un concepì ti devi immedesimare nel personaggio e il personaggio ritorno canzone dopo canzone. Però in tutti e due i casi è molto importante metterci passione.

C’è qualche canzone che vi piacerebbe coverizzare?

Jon: No, coverizzare le canzoni non è cosa che fa per noi.

C’è al contrario qualche gruppo che ti piacerebbe coverizzasse una vostra canzone?

Jon: Si, un gruppo che vendesse milioni di copie! (risate generali, ndr)

imm

Ormai hai quasi vent’anni di carriera alle spalle; come pensi si sia evoluta la scena metal americana anche alla luce delle nuove leve e mode?

Jon: La scena americano si sta evolvendo notevolmente negli ultimi tempi ed è molto più florida di quanto sia mai stata nelle epoche passate anche grazie a band come noi che hanno portato il metal nel midwest, regione nella quale una grossa percentuale degli abitanti lavora nelle fabbriche. Chicago, Indianapolis, Detroit, Cleveland: in queste zone c’è sempre stata una grossa tradizione di rock n’roll e dopo che noi abbiamo iniziato questo, altre band hanno seguito il nostro esempio, come ad esempio i Nevermore che hanno aperto per noi qualche data del tour negli US ed hanno iniziato ad avere un discreto successo.
Suonare nella parte centrale degli States ci ha permesso di guadagnare fama e notorietà tali da permetterci di esibirci in posti come Boston, New York e California.
Anche le case discografiche indipendenti come Century Media e Nuclear Blast, non la roadrunner che già aveva una tradizione in quel campo da anni, hanno cominciato a vedere nel metal una possibile fonte di guadagno; e infatti da quando si è sviluppata la scena metal melodica si è passati dal quasi nulla dei primi anni ’90 ad una scena fiorente come quella della fine di quel decennio.
E ultimamente molte band europee stanno venendo a suonare in America con un discreto successo e la cosa si sta evolvendo rapidamente.

Pensi che le band europee vengano a suonare negli States perché la scena musicale si sia evoluta oppure semplicemente perchè le case discografiche ragionano oramai in termini di distribuzione worldwide del prodotto?

Jon: Penso che sia un po’ per entrambe le cose; le band sono diventate più conosciute e le case discografiche hanno fatto in modo di rendere il prodotto disponibile ovunque; Century Media non credeva affatto nel mercato americano, non aveva nemmeno una sede americana ma quando noi abbiamo cominciato a muovere i numeri, a ordinare migliaia di cd da vendere nei nostri show dato che ad ogni concerto quasi ogni spettatore spendeva 15 dollari di gadget o cd, si sono resi conto che qualcosa era cambiato; anche il nostro manager inizialmente non credeva in noi: agli inizi non avevano alcuna band in tour negli states prima che noi aprissimo la strada, adesso gestiscono In Flames, Lacuna Coil, Dimmu Borgir, Tiamat ed altre 15 bands; è chiaro che quando vedono che ci sono i numeri si muovono ma all’inizio ci deve essere qualcuno che ci crede, che lavora duro per organizzare i festival; certo non sto parlando di band come gli Iron Maiden o gli altri grossi nomi ma delle nuove leve come noi, i Blind Guardian, Hammerfall: siamo noi che abbiamo aperto la scena perché si sentiva il bisogno di un cambiamento e uscire dalla solita routine dei generi che facevano tendenza per un periodo, come quella merda del Death Metal e del Grunge e poi scomparivano lasciando poco dietro di sé.

imm

Quale è stato il momento peggiore e migliore della vostra carriera?

Tim: la peggiore è stata la prima volta che sono salito sul palco e me la sono fatta nelle mutande. La migliore è sempre quella perché nel frattempo ero anche molto eccitato! (risate generali, ndr).

Jon: il momento peggiore è stato durante il tour di Burnt Offerings quando abbiamo dovuto cancellare dei festival in Germania in cui eravamo co-headliner con i Rage.
Il momento migliore è stato in occasione dei primi tour con i Blind Guardian; è stato qualcosa di nuovo, qualcosa di incredibile. Non sapevo quante persone effettivamente conoscessero gli Iced Earth, ma ci sono stati tantissimi sold out e quindi alla fine sono stati concerti stupendi.

Se non avessi fatto il musicista cosa avresti fatto nella vita?

Jon: prima che vedessi i Kiss in concerto volevo fare il giocatore di basket e diventare un avvocato…(risate generali, ndr)

Siamo alla fine, un vostro commento finale per i nostri lettori e i fan italiani:

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