Loading

DARKANE – Christopher Malmström

Con quel leggero alone di sfiga che non gli ha mai permesso di sfondare realmente sul mercato e con la solita capacità di avviluppare l’ascoltatore in torbide psicosi strumentali, i Darkane si ripresentano sul mercato con un lavoro all’altezza delle prove precedenti. Demonic Art ha tutte le carte in regola per solleticare i palati dei thrasher più avanguardisti e, grazie a refrain molto diretti e assimilabili, può dare una scossa anche ad ascoltatori meno estremisti e poco disposti all’obliquità e alle stranezze, normalmente patrimonio di ogni release degli svedesi. Alle nostre domande su disco e attività della band ha risposto, sinteticamente ma efficacemente, il chitarrista Christopher Malmström.

Ancora una volta i Darkane hanno trovato un ottimo equilibrio tra parti strumentali di facile presa, violenza, melodie complesse e visionarie, ritmi complessi.
Qual è la difficoltà principale nel bilanciare tutti questi elementi?

Io non vedo alcuna difficoltà in questo. L’abbiamo fatto per così tanto tempo che ormai è naturale per noi scrivere questo tipo di musica, come probabilmente viene facile ai professionisti nello scrivere hit da classifica riuscire a comporre una buona pop song.
Peter, Jörgen e io suoniamo metal molto tecnico fin dal 1991 (la nostra prima band erano gli Agretator) e siamo ancora fan del metal violento e melodico allo stesso tempo: quindi, quando scriviamo musica, finiamo per comporre brani in quello stile.

E’ entrato in formazione un nuovo cantante, Jens Broman, che cosa ha portato di differente rispetto ai precedenti singer dei Darkane?

Jens si adatta perfettamente al nostro stile attuale, e credo che il suo cantato suoni molto moderno. Ha registrato le vocals in soli 10 giorni, che è un tempo molto più veloce di quello a cui siamo abituati noi di solito. Ha anche contribuito nella fase compositiva con le lyrics di due pezzi, ha portato molte ottime idee, è stata una specie di iniezione di vitamine il suo ingresso nel gruppo. Ha davvero un cantato molto vario, può cantare le note alte e nel contempo rimanere molto potente. Davvero un ottimo acquisto per noi.

Chi ha nella band tutta questa passione per la musica classica e trasmette il feeling orchestrale che possiamo udire non solo nelle intro, ma anche in molte parti delle vostre song? Non parlo ovviamente dell’uso di strumenti classici, ma dell’approccio compositivo.

Sono soprattutto io quello che è appassionato di musica classica. Sono sempre stato portato a questo tipo di musica e quando ho iniziato a suonare la chitarra ascoltavo moltissimo Yngwie Malmsteen, che in effetti suona molto vicino a quelle sonorità. Più tardi ho iniziato a studiare le composizioni classiche e ho pensato che sarebbe stata una gran cosa avere questo tipo di elementi nella musica dei Darkane. Peter mi ha appoggiato in questa scelta e mi ha aiutato nella composizione degli intro, che abbiamo creato insieme. Quello che ne è venuto fuori suona esattamente come lo volevamo.

Ritengo che siate una delle band che più si avvicina, nell’uso della voce, al modo di cantare di Devin Townsend. Concordi con questa mia opinione?

Sicuramente sì. Siamo sempre stati influenzati dagli Strapping Young Lad e dalla vocals di Devin, e qualche volta abbiamo avuto questa tipologia di musica nelle nostre teste intanto che componevamo. Abbiamo anche fatto un tour con gli Strapping Young Lad negli States, nel 2005, e abbiamo diviso il tourbus con loro: quella è stata davvero una grande esperienza.

Come mai avete utilizzato Wrath Connection come bonus track? E’ una delle canzoni migliori del disco.

Ti ringrazio, sono contento ti sia piaciuta. E’ sempre difficile decidere quali pezzi dovrebbero o non dovrebbero essere bonus track. Quando Wrath Connection è stata registrata ci è sembrata che fosse venuta meno bene di quel che speravamo, così abbiamo deciso di usarla come bonus track, mentre adesso ci siamo accorti che a tante persone sembra piacere. Capire se una song possa piacere o no, quando guardi ad essa dalla prospettiva di chi l’ha scritta, dall’interno insomma, non è mai facile.

Guardando alle copertine dei vostri dischi, in particolare Demonic Art ed Expanding Senses, sembrate ossessionati da queste persone in strane posizioni, questi personaggi contorti, deformi. E’ forse un collegamento con la complessità e il mood psicotico della vostra musica?

Sì, può essere. Le copertine dovrebbero raccontare qualcosa della musica e noi siamo sempre stati molto coinvolti dalle cose bizzarre, così come siamo sempre stati interessati dal lato oscuro della mente; le persone sulle nostre cover potrebbero essere semplicemente in un momento in cui stanno sognando o sono in uno stato fisico dove pensano di essere in quelle strane posizioni…chi lo sa….

Siete soddisfatti della produzione di Demonic Art? Qual è la differenza tra produrre un album da soli e avere un produttore esterno?

Siamo molto soddisfatti di come suona Demonic Art. Peter e Klas hanno lavorato molto intensamente per mixare l’album. La differenza tra produrre un disco da soli e avvalersi di un produttore esterno alla band è che, nel primo caso, possiamo lavorare sull’album tutto il tempo che vogliamo, senza dover spendere troppi soldi, e può venire fuori qualcosa che è Darkane al 100%. L’aspetto negativo di questo modo di lavorare è che potrebbe essere una buona cosa avere un approccio totalmente diverso alla nostra musica da parte di qualcuno che viene dall’esterno.

imm

Arrivati al quinto album, non avete paura di non avere più la stessa creatività di inizio carriera?

Non penso ci siano di questi problemi per noi. Certamente siamo invecchiati, ma mi sento spesso molto ispirato anche in quest’ultimo periodo. Sarebbe più difficile se noi, dovendo scrivere nuova musica, dovessimo sapere se è meglio cambiare poco o tanto della nostra proposta da un disco all’altro, in relazione alle aspettative degli ascoltatori; in quel caso, però, il pubblico penserebbe che facciamo sempre le stesse cose e diventeremmo prevedibili. Noi cerchiamo di muoverci in più direzioni. Non più lenti, non più veloci, solo meglio.

Qual è il vostro album che i fans apprezzano maggiormente?

I nostri fans sembrano avere preferenze diverse in materia. Molte persone preferiscono il nostro debut Rusted Angel, e ci sono tanti fans che hanno un debole per Layers Of Lies. E’ ancora troppo presto per sapere quello che pensano le persone del nuovo album, ma sono abbastanza ottimista in materia, alcuni commenti che abbiamo ricevuto su Demonic Art ci dicono che, per alcuni, questo disco è addirittura il nostro migliore, e ci fa molto piacere sentirlo dire.

Pensate di avere avuto la giusta attenzione da parte dei media e dal pubblico metal in questi anni, oppure molte persone non hanno capito a fondo la vostra musica?

Da quello che ho visto e sentito in questi anni, tra commenti in rete e le mail che ci arrivano, tanti nostri fans ritengono che siamo parecchio sottovalutati, e pensano che dovrebbero ascoltarci molte più persone. I media hanno sempre parlato bene di noi, il problema vero è stato il non aver fatto molti tour, se avessimo potuto suonare di più in giro ora avremmo sicuramente più successo.

imm

Com’è stato quest’ultimo tour? Come sono state le reazioni dell’audience, i locali dove siete stati, le band di supporto?

Abbiamo appena finito una serie di concerti in Svizzera e Italia (l’intervista è stata fatta a inizio dicembre, n.d.r.), e le reazioni sono state soddisfacenti. Il pubblico ci ha ben supportato, ed è stato molto caloroso e partecipe soprattutto in Italia. Ora stiamo per imbarcarci in un tour di 50 date tra Stati Uniti e Canada, ci stiamo preparando per affrontarlo al meglio.

Che cosa pensate del successo dei Soilwork? Apprezzate le loro ultime uscite?

Sono molto contento del loro successo. Hanno sempre lavorato duro e sono stati moltissimo tempo in giro per concerti in ogni parte del mondo, si meritano tutta l’attenzione che stanno ricevendo. I loro ultimi lavori sono buoni, ma non sono i miei preferiti. Preferisco ancora cose come A Predator’s Portrait!

Qual è la situazione dei vostri side-project?

Il mio solo album Non-Human Level è uscito nel 2005 e non ho ancora iniziato a lavorare sul secondo. Peter ha registrato quest’autunno le sue parti di batteria per i nuovi album di Old Man’s Child e Pestilence. Più o meno, questo è quanto stiamo facendo al di fuori dei Darkane in questo momento.