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NECRODEATH – The 7 Deadly Sins

La prima parola che mi è venuta in mente dopo aver ascoltato il nuovo album dei Necrodeath è: feroce. Tutto in questo lavoro ha un impatto immediato, a partire da un artwork freddo e tagliente, fino ad arrivare ai suoni mefistofelici che si rincorrono per l’intera durata del disco (esigua, in verità, ma ampiamente sufficiente a contenere tutte le malvagità necessarie).

I brani seguono il filo conduttore dei sette peccati capitali, ma è la violenza sonora e una ritrovata cattiveria di fondo che rendono “The 7 Deadly Sin” un capitolo importantissimo nella discografia della band genovese, che pur ritornata ad alti livelli dopo la storica reunion, non aveva ancora concretizzato così bene il bagaglio musicale accumulato in tanti anni di grande carriera. “Sloth” è una splendida opener, un pugno diretto nello stomaco tanto per mettere subito in chiaro che cosa ci aspetta, per ribadire l’importanza delle radici del gruppo: Kreator, Possessed, Venom, vengono subito scomodati e richiamati alla mente dalle atmosfere di questo pezzo. “Lust” rende pienamente l’idea di una lussuria sfrenata, la melodia iniziale si alterna ad esplosioni potentissime, strisciando morbosa e vischiosa, finchè non si scontra con la devastante “Envy“, in puro stile Slayer e in generale, stile thrash ottantiano da West coast che farà sicuramente felici i fans dei primi lavori dei Necrodeath. Il ritmo ossessivo di “Pride” convince pienamente e si preannuncia un brano da massacro live, così come la successiva “Wrath“, ascoltata come singolo apripista dell’album, pezzo da manuale del thrash metal, con apici black che non lasciano un attimo di respiro. Non inverte certo la tendenza l’oscura”Gluttony“, piena di spaventosi sussurri che sfumano verso il riff ipnotico di “Greed“, 7 minuti sulla scia degli insegnamenti dei Coroner, degna conclusione del viaggio attraverso il peccato.

Il veleno sparso dalla voce di Flegias questa volta presenta una piacevole sorpresa: compaiono parti cantate in italiano, ben calibrate, piazzate al posto giusto e mai banali; menzione particolare anche perl’eccellente lavoro di un signor chitarrista come Pier Gonella, che ho sempre apprezzato in versione power/classic, ma che non mi fa rimpiangere nulla in veste thrash. Sarebbe amaro sentir concludere qui l’album, per fortuna rimane l’abitudine dei Necrodeath di ripescare vecchie perle del passato, così c’è ancora tempo per le rivisitazioni di ‘Thanatoid’ (‘Fragments of Insanaty’) e ‘Graveyards of Innocents’ (‘Into the Macabre’), che rimangono intatte nella loro bellezza anche dopo quasi 30 anni.

Dopo gli ultimi anni altalenanti nella considerazioni di fans e critica, la scia positiva dei Necrodeath partita con la pubblicazione del loro primo live album “Hellive” nel 2013, sembra proseguire con questo ottimo lavoro, destinato a riportare alla giusta attenzione uno dei gruppi più importanti della scena metal italiana.

  • 8/10

  • NECRODEATH - The 7 Deadly Sins

  • Tracklist

    01. Sloth
    02. Lust
    03. Envy
    04. Pride
    05. Wrath
    06. Gluttony
    07. Greed
    08. Thanatoid
    09. Graveyard Of The Innocents


  • Lineup

    Flegias: vocals
    Pier Gonella: guitars
    GL: bass
    Peso: drums